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America-Europa da alleati ad allineati

di Lucio Caracciolo - 07/12/2025

America-Europa da alleati ad allineati

Fonte: La Repubblica

America e Italia abitano mondi diversi. O noi ci adattiamo a quello americano o veniamo espulsi dalla lista dei paesi d’interesse del capocordata. Con noi, tutti gli europei che secondo la strategia di sicurezza nazionale varata da Trump stanno cancellando la loro stessa civiltà. Il messaggio non potrebbe essere più chiaro: fine dell’Europa americana perché l’America deve concentrarsi su sé stessa. Sanzione di un disimpegno annunciato. Graduale ma inesorabile. Destinato ad accelerarsi, Trump o non Trump. Allo scadere dell’ottantesimo anno di semiprotettorato a stelle e strisce, noi italiani e altri europei siamo invitati a varcare la linea d’ombra che separa l’adolescenza dalla maturità geopolitica. Mamma America non può né vuole salvare il mondo perché deve salvarsi la vita. Per tornare grande deve scaricare parte della zavorra imperiale. E se noi non ci allineiamo saremo parte di quella parte. La parola d’ordine di Trump è tornare al common sense: l’America nazione fra le nazioni, che come tutte le altre si fa gli affari suoi, con la differenza che si considera prima fra i non pari. Rinuncia a redimere il mondo, a cambiare i regimi altrui disperdendo potenza, credibilità e amor proprio in guerrette senza senso. Il nemico non è la Cina, tantomeno la Russia.È il morbo liberal che ha favorito l’immigrazione senza freni, ha diffuso una forma radicale di politicamente corretto (woke), ha deindustrializzato il paese con la follia della globalizzazione. La priorità è cambiare il proprio regime in senso autoritario. Tutto il resto, competizione con la Cina per l’Indo-Pacifico compresa, viene dopo. L’Unione Europea non conta. Benvenute invece le nazioni europee disposte a difendersi con i propri mezzi, utili a risparmiare forze e denari americani. E a ristabilizzare i rapporti con la Russia, che l’America considera reintegrabile nel sistema continentale. Anche per evitare che a integrarla sia la Cina. L’Italia non è citata. Fra gli europei, si evoca la Germania, in senso critico, si allude alla Francia che si illude di battere la Russia. Non manca scappellata di prammatica a Inghilterra e Irlanda. Ma Washington non intende abbandonare l’Europa, che “rimane vitale per gli Stati Uniti”. Per questo “vogliamo lavorare con paesi allineati che intendono restaurare la loro antica grandezza”. Difficile immaginare che Trump si rivolga a Roma. Probabile che intenda Parigi, Londra e Berlino. Decisivo che li degradi da alleati ad allineati potenziali. Eccoci al punto per noi dolentissimo. La Nato non è né sarà più la Nato. Non che gli americani vogliano sgombrare le basi che hanno nel Vecchio Continente, a partire da quelle sul suolo tedesco e italiano. Evidente però l’intenzione di ridurre le forze per riconcentrarle nell’Indo-Pacifico. E in casa, per combattere il “nemico di dentro” — gli americani antiamericani secondo Trump. Logico se si considera che la Russia non sia più il Nemico, ma una potenza da trattare con “impegno diplomatico” per “mitigare il rischio di un conflitto con gli Stati europei”. E se non si intende spendere un dollaro in più per la ricostruzione dell’Ucraina, del cui destino Trump si lava le mani dando a Biden la colpa di averlo compromesso. Fondamentale l’impegno a “prevenire l’espansione della Nato quale alleanza in espansione perpetua”, così dichiarando insensata la ragione per cui l’Ucraina si difende dall’invasione russa. Altro che Ue: l’Europa deve operare “come un gruppo di nazioni sovrane allineate”. Questa rivoluzione geopolitica ci coglie impreparati. E imbarazza il governo. Già divisi, l’approccio di Trump contribuisce a metterci gli uni contro o senza gli altri. Nel momento in cui il capocordata allenta la corda, inverte il percorso e lascia pendere la minaccia di tagliarla, far finta di nulla e aggrapparci al nostro Olimpo immaginario fatto di diritto internazionale, Nazioni Unite, Unione Europea e Alleanza Atlantica, significa slittare nell’irrilevanza. Lusso che non ci possiamo permettere mentre la Russia sta finendo di finire l’Ucraina, la Cina installa le sue stazioni di polizia sul territorio nazionale, la Turchia si piazza dirimpetto allo Stivale e i nostri riferimenti europei — Germania e Francia — sono molto più interessati a competere fra loro che a considerarci. Insomma: vogliamo allinearci all’America? E se non lo vogliamo, quale alternativa? Il mondo non sta ad aspettarci. È irresponsabile giocare agli eterni adolescenti. Abbiamo, per necessità, l’opportunità di stabilire una nostra strategia di sicurezza nazionale basata sulla realtà. Occasione per rinnovare la nostra repubblica. Per ridare senso alla politica, prima che lo perda del tutto. E con esso la sua legittimità.