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Come finirà la tanto attesa offensiva dell’Ucraina

di Daniel Davis - 17/05/2023

Come finirà la tanto attesa offensiva dell’Ucraina

Fonte: Come Don Chisciotte

L’Ucraina deve affrontare una realtà complessa: negli ultimi giorni, i leader di Stati Uniti, Regno Unito e Unione Europea hanno espresso un forte sostegno all’Ucraina e alla sua imminente offensiva, di cui si parla diffusamente. La lettura di alcuni dei loro commenti fuori dai titoli, tuttavia, rivela la crescente consapevolezza in Occidente che la speranza di Zelensky di realizzare i suoi obiettivi dichiarati di cacciare completamente la Russia dall’Ucraina ha scarse probabilità di successo.
È quindi urgente un cambiamento nella politica occidentale, prima che Kiev subisca altre perdite in combattimento che difficilmente modificheranno il fatto che la guerra si concluderà molto probabilmente con una soluzione negoziale.
 
Recenti sviluppi della guerra in Ucraina
Negli ultimi giorni, una schiera di leader politici occidentali di alto livelloha rilasciato forti dichiarazioni di sostegno all’Ucraina e all’incombente offensiva del Paese. Il Segretario di Stato americano Antony Blinken, il Ministro degli Esteri britannico James Cleaverly e il Segretario Generale della NATO Jens Stoltenberg hanno tutti rilasciato dichiarazioni di sostegno all’Ucraina con parole forti. La questione, tuttavia, è se l’Occidente sia in grado di mantenere le proprie affermazioni.
È sempre più evidente che per il resto del 2023, l’Occidente in generale e gli Stati Uniti in particolare probabilmente non dispongono di scorte sufficienti di armi e munizioni fondamentali per ripianare quanto fornito all’Ucraina nei primi 14 mesi di guerra. Martedì scorso, gli Stati Uniti hanno annunciato un’altra tranche di sostegno militare all’Ucraina, questa volta sotto forma di un pacchetto da 1,2 miliardi di dollari.
L’aspetto fondamentale di questo sostegno promesso è che non è stato concesso nell’ambito della “Presidential Drawdown Authority” (si veda sotto, di fatto la facoltà del presidente di fornire armamenti e servizi “prelevati” dalle scorte, N.d.T.), ma della Ukraine Security Assistance Initiative. La differenza tra i due programmi è significativa e ha implicazioni inquietanti per le operazioni delle Forze armate ucraine (UAF) nel resto dell’anno, soprattutto in seguito all’esito – vittoria, sconfitta o pareggio – dell’imminente offensiva ucraina.
 
Politica e tempistica
L’autorità di prelievo comporta la facoltà per Biden di ordinare la consegna immediata di armi e munizioni statunitensi esistenti che, in teoria, è possibile consegnare sul campo di battaglia entro poche settimane. L’iniziativa per l’assistenza alla sicurezza, invece, comporta che i contratti devono essere scritti, resi noti, sottoposti a gara d’appalto. Successivamente, le aziende appaltatrici della difesa assegnatarie devono produrre le munizioni o l’equipaggiamento militare, conseguendone che in alcuni casi il completamento della fornitura richieda anni. Ciò significa che l’Ucraina non vedrà i primi benefici di quest’ultima tornata di aiuti statunitensi almeno fino al 2024.
In un’intervista rilasciata il 5 maggio a Euronews, il responsabile della politica estera dell’UE Josep Borrell ha ammesso: “Se smettiamo di sostenere l’Ucraina, sicuramente la guerra finirà presto“, perché l’Ucraina sarebbe “incapace di difendersi” e “cadrebbe nel giro di pochi giorni“.
[Il ministro britannico] Cleaverly ha aggiunto ottimisticamente che, dall’inizio della guerra, le Forze armate ucraine hanno “superato le aspettative“. Tuttavia, ha concluso con una sobria parola di cautela: “Dobbiamo essere realistici. Questo è il mondo reale. Non è un film di Hollywood“. Ed è qui che i leader occidentali farebbero bene a considerare le implicazioni di questa ponderata affermazione.
È chiaro e comprensibile che gli occidentali siano contrari all’invasione violenta dell’Ucraina da parte della Russia e desiderino vedere Kiev recuperare tutti i suoi territori. Se stessimo scrivendo la sceneggiatura di un film, questa storia finirebbe esattamente così. Ma, come sottolinea con dolorosa precisione il Ministro degli Esteri britannico, dobbiamo fare politica basandoci sul riconoscimento più accurato, realistico e sobrio della verità di fondo e molto meno sulle nostre preferenze emotive.
In primo luogo, dobbiamo comprendere l’enormità del compito che l’UAF deve affrontare alla vigilia del lancio della sua offensiva. Avendo combattuto in una offensiva su larga scala con i carri armati ed essendo stato addestrato per molti anni a condurre operazioni difensive in unità corazzate, posso affermare con certezza che la difesa è la forma di guerra meno impegnativa e difficile, mentre l’offensiva ad armi combinate è la più difficile e complessa.
 
La strategia dell’Ucraina si evolve
Nei primi 14 mesi di questa guerra l’Ucraina ha subito ingenti perdite. Attualmente il suo personale è composto da soldati e leader che hanno un’esperienza limitata in guerra e un addestramento solo superficiale nelle operazioni ad armi combinate. Non bisogna sottovalutare la sfida che le truppe dell’UAF devono affrontare in un’offensiva a livello di teatro che richiede uno stretto coordinamento di ogni unità su centinaia di chilometri, soprattutto quando nessun soldato, ufficiale o generale in Ucraina ha [mai] svolto un compito di questa portata.
In secondo luogo, la Russia sta preparando posizioni difensive estese da più di mezzo anno, lungo quasi tutto il fronte di 1.000 km. Secondo alcuni analisti statunitensi, i russi hanno progettato e costruito una serie impressionante di cinture difensive che sarebbero difficili da superare anche per eserciti occidentali pienamente addestrati. Per avere successo, le truppe di Zelensky dovrebbero attaccare questa elaborata difesa con una potenza aerea offensiva limitata, una difesa aerea limitata, una quantità insufficiente di proiettili d’artiglieria e una forza equipaggiata con un guazzabuglio di armamenti moderni e antiquati – con personale misto di coscritti senza esperienza di combattimento e alcuni ufficiali e uomini con addestramento di base da parte di istruttori della NATO.
Alcuni leader ucraini sono consapevoli dell’entità della sfida. Il ministro della Difesa ucraino Oleksii Reznikov ha dichiarato la scorsa settimana al Washington Post di essere preoccupato che “le aspettative sulla nostra campagna controffensiva siano sopravvalutate nel mondo“, temendo che ciò possa portare a “delusioni emotive“. Il livello di successo, ha avvertito, potrebbe essere di soli “dieci chilometri“. Ciò che il ministro della Difesa non ha affrontato, tuttavia, è ciò che avverrà in seguito.
Anche se l’Ucraina superasse di nuovo le aspettative occidentali e conquistasse 50 o 100 km di territorio, il numero di perdite subite sarebbe elevato in qualsiasi scenario, lasciando le Forze Armate ucraine più deboli di oggi. Come descritto in precedenza, è molto improbabile che l’Occidente possa sostituire l’equipaggiamento perso o fornire munizioni sufficienti a sostenere gli ucraini per il resto dell’anno e, secondo il Washington Post, oltre ai 300.000 soldati che la Russia ha attualmente in Ucraina, ce ne sono altri 200.000 pronti appena oltre il confine.
Una volta terminata l’offensiva ucraina – a prescindere dal maggiore o minor successo o meno – seguirà quasi certamente un contrattacco russo. L’Ucraina sarebbe allora vulnerabile, per molti mesi, a tale attacco, poiché avrebbe ancora meno proiettili di artiglieria, missili per la difesa aerea e truppe. Come questa sobria analisi rende evidente, si tratta di sfide imponenti che si frappongono a una vittoriosa e decisiva offensiva ucraina di primavera.
Se le cose stanno così, la possibilità che Zelensky riesca mai a raggiungere il suo obiettivo di costringere la Russia a lasciare l’Ucraina è altamente improbabile. L’esito più probabile è che la guerra continuerà a prescindere da questa offensiva, ma col tempo le condizioni continueranno a pendere a favore della Russia. Alla fine, probabilmente, Kiev sarà costretta a cercare una fine negoziata dei combattimenti. L’Occidente dovrebbe riconoscere questa probabilità – ora – e iniziare a sostenere privatamente tale risultato con i funzionari ucraini. Rifiutarsi di intraprendere tali azioni nella speranza che l’Ucraina ottenga una grande vittoria sul campo di battaglia potrebbe condannare Kiev a un accordo molto peggiore in seguito.



Daniel L. Davis è Senior Fellow di Defense Priorities ed ex tenente colonnello dell’esercito americano che ha partecipato a quattro missioni in zone di combattimento. È autore di “L’undicesima ora nell’America del 2020”.