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Come trasformare la società

di Federico Roberti - 20/10/2023

Come trasformare la società

Fonte: Federico Roberti

Alcune regole alle quali ogni movimento rivoluzionario dovrebbe prestare molta attenzione,

La forza è arbitro finale, il vigoroso intervento nota dominante, e vince chi ha il coraggio e il rigore per vederci chiaro fino in fondo. Questa è la visione che caratterizza quei gruppi che cercano di catapultarsi dall'oscurità della storia quando, come potrebbe sembrare, tutte le forze della società sono schierate contro di loro.
Philip Selznick
(The organizational weapon. A study of bolshevik strategy and tactis, The Free Press of Glencoe, 1960, p. 113)
In qualsiasi situazione di conflitto in cui la vittoria è incerta, è essenziale concentrare sempre i propri sforzi sul raggiungimento del singolo obiettivo più critico. I professionisti e i teorici militari come Napoleone e Clausewitz hanno sempre riconosciuto l'importanza di concentrare le proprie forze su un punto decisivo e Lenin ha osservato che questo principio si applica in politica come in guerra. E' persino una questione di buon senso: quando si affronta una battaglia impegnativa e non ci sono risorse da sprecare, è meglio concentrare la forza disponibile dove questa potrà dare il suo meglio, cioé sull'obiettivo più importante.
Un movimento senza un obiettivo chiaro e concreto è pesantemente svantaggiato. Più forte è l'opposizione che un movimento deve affrontare, più è importante che il movimento sia unito e in grado di concentrare tutte le sue energie per raggiungere un unico obiettivo; e ciò richiede inevitabilmente una definizione chiara e univoca dello stesso.
Eppure, anche nella situazione in cui è importante avere un  obiettivo chiaro e concreto, non si può affermare che gli obiettivi astratti siano inutili, in quanto essi svolgono spesso un ruolo essenziale nel motivare e giustificare l'obiettivo primario del movimento. Per fare un esempio grossolano, l'aspirazione ad una generica libertà può motivare i membri di un movimento che cerchi di rovesciare un governo dittatoriale.
La sola predicazione, ovvero la semplice difesa delle idee, non può portare a cambiamenti rilevanti e duraturi nel comportamento degli uomini, tranne che in una piccolissima minoranza. Forse un gruppo al di fuori della struttura del potere costituito potrebbe cambiare il comportamento umano attraverso la sola propaganda delle idee nel caso in cui avesse ricchezze e potere sufficienti per intraprendere una campagna mediatica massiccia e sofisticata. Comunque, anche quando il comportamento umano venisse modificato da propagandisti professionisti, è improbabile che tale cambiamento sia permanente; una volta cessata la propaganda o sostituita da un'altra che promuove idee opposte, si possono ribaltare facilmente i cambiamenti ottenuti in precedenza.
Siccome le idee da sole non trasformano la società, sviluppare e diffondere le idee deve essere parte di uno sforzo razionale per trasformare la società; senza una serie organizzata di idee a guidare la sua azione, un movimento agirà per nulla. Al tempo stesso, le persone che si organizzano per l'azione, applicando quelle idee, non devono necessariamente essere i teorici del movimento; la predicazione degli ideali rimane comunque la parte più semplice nel compito di trasformare la società, mentre l'organizzazione per l'azione pratica è molto più difficile. Organizzarsi per l'azione è più difficile non solo perché le nuove idee spesso non evocano una forte risposta ma anche a causa della docilità e della passività delle masse popolari, per cui nel mondo moderno la sfida fondamentale per tutti coloro i quali desiderano trasformare la società non è la diffusione delle idee ma l'organizzazione per l'azione pratica.   
Qualsiasi movimento radicale tende ad attrarre molte persone che possono essere sincere, ma i cui obiettivi sono legati in modo vago a quelli del movimento, con la conseguenza che gli obiettivi dello stesso possono confondersi se non distorcersi completamente. Non si tratta di una legge inviolabile ma comunque ciò rappresenta un pericolo serio per ogni movimento sociale.
Una volta diventato forte, ogni movimento si corrompe al più tardi quando i suoi dirigenti originari, cioé coloro che si erano posti alla testa di esso quando era ancora relativamente debole,
scompaiono o diventano politicamente inattivi. Quando si dice che un movimento si corrompe si intende che i suoi membri, e in particolare i dirigenti, cercano principalmente benefici personali piuttosto che dedicarsi a coltivare gli ideali del movimento.
Quando un movimento arriva ad offrire denaro, sicurezza, status, posizioni stabili di potere e benefici consimili, diventa irresistibilmente attraente per gli opportunisti. Diceva Mao Tse-tung: “Bisogna aiutare i compagni a rimanere modesti, prudenti e privi di arroganza e temerarietà nel loro lavoro. Bisogna aiutare i compagni a preservare uno stile di vita semplice e di lotta dura.”
Un movimento si poggia su fondamenti precari se basa la sua strategia sul presupposto che la fedeltà ai suoi ideali verrà sostenuta a tempo indeterminato ed indipendentemente dal tornaconto delle persone che sono giunte a detenere posti di potere. Quello che un movimento alla stato nascente deve chiedersi nel momento di scegliere il proprio obiettivo principale è se, raggiunti i conseguenti cambiamenti sociali, questi possano permanere in un contesto nel quale le persone sono motivate più dal proprio interesse che dalla dedizione agli ideali.
In termini più generali, un movimento dovrebbe escludere tutte le persone non idonee che potrebbero cercare di farne parte, facendo attenzione quando sceglie i soggetti che possono diventarne membri e/o impostando il suo messaggio pubblico in modo tale che le persone non idonee non vorranno farne parte. I Bolscevichi utilizzarono entrambe i metodi per escludere le persone non idonee, con Lenin che affermava che un'organizzazione di veri rivoluzionari non si sarebbe dovuta fermare davanti a niente per liberarsi di un membro indesiderato.
Un movimento nuovo ed in crescita, indipendente da qualsiasi forte autorità centrale, troverà delle difficoltà nel costruire una struttura molto disciplinata e, di conseguenza, sarà arduo mantenere degli standard costanti per la selezione dei membri. In questo senso, il movimento dovrebbe sforzarsi di impostare il proprio messaggio pubblico in modo tale da respingere le persone non idonee che altrimenti potrebbero cercare di farne parte. La tipologia delle persone che si uniscono ad un movimento avrà necessariamente un grande influenza sulla sua natura e potrà confondere o modificare i suoi obiettivi. Se alcuni movimenti sono riusciti a rimanere fedeli agli obiettivi originali senza escludere intenzionalmente le persone inadatte, sono stati fortunati.
Non è possibile tracciare in anticipo alcun percorso specifico che porti un movimento sociale alla vittoria. Esso dovrà aspettare le occasioni che a tempo debito gli consentiranno di portare il Sistema al collasso, senza poter prevedere né la natura esatta di queste occasioni né il momento del loro arrivo, ma preparandosi per sfruttare al meglio tutte le opportunità.
Il movimento deve divenire un'organizzazione forte e compatta e solo in un secondo momento dovrà considerare il numero degli aderenti. Un'organizzazione numericamente piccola composta da persone di alto profilo sarà molto più efficace di una più grande nella quale la maggior parte dei membri è di profilo mediocre. Il movimento deve sviluppare forza in relazione al proprio ambiente sociale, guadagnando rispetto per le sue idee, il suo vigore e la sua efficacia. Se esso sarà temuto ed odiato, tanto meglio ma deve conseguire una reputazione tale da essere descritto come il più rivoluzionario tra i movimenti di opposizione. Al tempo stesso, dovrà fare tutto il possibile per minare la fiducia del popolo nell'ordine sociale esistente, mettendo in luce la diffusione e la natura irreversibile delle criticità del Sistema e mostrandone la debolezza e vulnerabilità.
I rivoluzionari devono procedere per prove ed errori, afferrando le occasioni di solito impreviste che possono capitare. Come disse Lenin, “Dobbiamo spesso procedere a tentoni... Chi mai sarebbe in grado di fare una rivoluzione, sapendo in anticipo come portarla a termine?”. Tuttavia, può trascorrere molto tempo prima che le grandi occasioni arrivino, ma ciò non significa che il movimento debba prendersela comoda. Al contrario, in tali frangenti il movimento deve lavorare per rafforzarsi e poter quindi sfruttare le opportunità non appena esse giungano. Esso dovrebbe rimanere attivo anche perché è possibile che le grandi occasioni debbano essere create, almeno in parte, dai rivoluzionari stessi. L'attuale ordine sociale è destinato ad andare incontro ad alcuni insuccessi indipendentemente da ciò che faranno i rivoluzionari, ma la precedente attività degli stessi può determinare se tali fallimenti saranno così gravi da offrire l'opportunità di rovesciare il Sistema.
Se il programma d'azione del movimento copre un ampio periodo di tempo, il movimento non dovrebbe legarsi ad esso in modo da non poterlo modificare o abbandonare qualora circostanze inaspettate lo richiedessero. Lenin esigeva flessibilità tattica nell'attività rivoluzionaria e Trotsky attribuiva la forza dei Bolscevichi al fatto che essi avevano sempre unito l'implacabilità rivoluzionaria ad un grande flessibilità. Mao scrisse che “i veri capi rivoluzionari non devono solo riuscire a correggere le loro idee, teorie, piani o programmi quando si scoprono degli errori (...) ma (...) dovrebbero assicurarsi che i nuovi compiti rivoluzionari proposti e i nuovi programmi di lavoro corrispondano ai cambiamenti della situazione”.
I veri rivoluzionari saranno pronti ad accettare grandi difficoltà, sofferenze e rischi per la causa. Tuttavia, potrà non essere solo una piccola minoranza ad accettarle ma molte persone comuni dimostrano un coraggio incredibile quando i loro più cari valori vengono gravemente minacciati o sono ispirate da un nobile scopo. Questa affermazione è stata confermata dall'esperienza non solo delle rivoluzioni (francese, russa, etc.) ma anche in molte altre situazioni.
Persino i membri di società tecnologicamente avanzate, che normalmente pensano soprattutto alla sicurezza ed alle comodità, non sceglieranno necessariamente la strada più facile o quella che sembra la meno pericolosa, quando la società è in tumulto, quando sono rabbiose o turbate dagli eventi oppure non sembra più possibile mantenere il proprio abituale stile di vita. In tali circostanze, molti potrebbero scegliere linee di condotta eroiche, esponendosi a grandi rischi, solo in presenza di guide capaci di dar loro forza, organizzandoli in vista del conseguimento di obiettivi chiari. Sarà compito di queste persone carismatiche, quando il Sistema entrerà in crisi, fornire quel tipo di guida tale da convogliare la rabbia della gente non in semplici rivolte ma in un'azione mirata.
Ciò non significa che i rivoluzionari riusciranno ad avere il sostegno della maggioranza della popolazione, anche se essa non è sempre decisiva ma, come affermava Simon Bolivar, “è la superiorità della forza morale che fa pendere l'equilibrio politico”. Se l'ordine sociale andasse incontro ad un tracollo sufficientemente grave, la maggior parte della popolazione perderà rispetto e fiducia in esso e, di conseguenza, non farà alcuno sforzo per difenderlo, né si opporrà con forza a chi tenta di sovvertirlo. In questi frangenti, la maggioranza penserà solo a salvare la propria pelle e quella dei propri cari e se i capi rivoluzionari agiranno efficacemente per ispirare, organizzare e guidare la propria minoranza essi otterranno la quota decisiva del potere.
Un movimento rivoluzionario efficace può avere inizio con un minuscolo e disprezzato gruppo di “cretini” che non vengono presi sul serio quasi da nessuno. Il movimento potrebbe vantare idee rivoluzionarie esistenti da molto tempo, prima di attivarsi in forma determinante e potrebbe rimanere insignificante per diversi anni, prima di trovare la sua occasione ed avere successo cogliendo l'occasione propizia.
E' estremamente importante che quando arriverà il momento dell'azione decisiva, i rivoluzionari lo riconoscano e procedano senza esitazione, incertezza, dubbio o scrupolo per raggiungere l'obiettivo finale; con alta probabilità l'esitazione farebbe infatti sprofondare il movimento nel caos, confondendo e scoraggiando i suoi membri. Può del resto essere difficile identificare il momento dell'azione decisiva, e si può sviluppare la capacità di riconoscerlo solamente studiando in maniera assidua la storia e le teorie rivoluzionarie ed osservando con attenzione e ponderazione gli eventi dei tempi attuali.
D'altra parte, potrebbe rappresentare un errore fatale il ritardare l'azione o agire in maniera esitante per timore di inimicarsi qualcuno. Dopo che il Sistema sarà entrato in crisi, la massa non sarà in grado di tollerare incertezze, ambiguità morali o periodi di inattività, ragion per cui il nucleo propulsivo del movimento rivoluzionario dovrà agire per eliminare nelle sue fila tutte le esitazioni, dubbi e scrupoli. Un movimento rivoluzionario non potrà essere vincente se si permette di avere riserve e restrizioni che conducano ad esitazioni fatali.
Un movimento piccolo ma ben organizzato ed unito avrà maggiori possibilità di succcesso rispetto ad uno grande ma senza le citate caratteristiche. Di conseguenza, esso deve subordinare l'obiettivo di aumentare numericamente a quello di reclutare persone capaci di dedizione esclusiva alla causa, adottando meccanismi di reclutamento selettivi; saranno idonei ad essere reclutati solo coloro i quali sono pronti ad adottare valori rivoluzionari.
Se l'organizzazione rivoluzionaria attenuasse il suo messaggio o tergiversasse per non inimicarsi il pubblico, scoraggerebbe i propri membri che si sono conformati ai valori di cui sopra, indebolendo il loro impegno nei confronti del movimento e perdendo il rispetto dei migliori fra loro, attraendo invece chi non è capace di dedizione alla causa. Un'organizzazione rivoluzionaria non deve piacere ma essere rispettata e non dovrebbe aver paura di essere odiata e temuta.
I rivoluzionari non diventeranno improvvisamente agitatori, propagandisti, organizzatori o guide quando il sistema entrasse in crisi, ma avranno bisogno di apprendere queste capacità mediante esperienze pratiche fatte precedentemente, impegnandosi in battaglie politiche marginali. In queste attività il movimento dovrebbe dimostrarsi più determinato ed efficace dei gruppi concorrenti perché nel momento di crisi le masse lo seguiranno più rapidamente se ha già dimostrato la sua superiorità.
Per essere efficace, esso deve essere possedere una assoluta unità di intenti e di azione da parte dei membri. Stalin al riguardo disse che unità “non significa ovviamente che non ci possano essere opinioni contrastanti all'interno del Partito. Al contrario, la ferrea disciplina non preclude ma presuppone critiche ed opinioni contrastanti (…). Men che meno significa che questa disciplina debba essere “cieca”. Al contrario la ferrea disciplina non preclude ma presuppone la sottomissione consapevole e volontaria, perché solo una disciplina cosciente può essere una disciplina veramente ferrea. Ma dopo aver chiuso una discussione, dopo aver preso nota delle critiche e aver preso una decisione, l'unità di volontà e l'unità di azione diventano condizioni indispensabili senza le quali è impossibile avere nel Partito unità e ferrea disciplina”.
Per quanto possa offendere la sensibilità di alcuni, è un fatto che talune persone avranno molte più conoscenze ed esperienze di altri per far funzionare bene l'organizzazione. Tutti i membri della stessa dovrebbero essere ascoltati, ma la principale responsabilità del processo decisionale dovrà essere nelle mani di un gruppo relativamente piccolo di persone formato dai membri con le migliori capacità politiche ed organizzative.
Ogni movimento rivoluzionario deve nutrire fiducia nella propria capacità di raggiungere l'obiettivo massimo, cioè la rivoluzione, ma non dovrà avere troppa sicurezza di poter attuare progetti od operazioni specifiche, perché tale eccesso di fiducia è foriero di negligenza e quindi di fallimento. Mentre bisogna essere convinti di sconfiggere il nemico nel lungo periodo, non si dovrebbe mai smettere di lottare contro l'eccessiva fiducia nella lotta del presente. Conformemente a ciò, gli obiettivi secondari del movimento, ovverosia quelli intermedi sul cammino verso l'obiettivo finale, devono essere scelti prudentemente ed accuratamente. Trotsky sottolineava che “ogni sconfitta (…) cambia [i rapporti di forza] (…) a svantaggio dei vinti, poiché il vincitore guadagna fiducia in sé stesso e il vinto la perde”.
D'altro canto, in alcuni casi un movimento rivoluzionario può essere rafforzato da una sconfitta qualora i membri più deboli se ne vadano, rivelando la loro vera natura nel momento delle difficoltà. In tal modo, il nucleo si consolida e la lealtà tra i suoi membri, la più preziose di tutte le qualità rivoluzionarie, si rafforza.
E' infine importante studiare la storia ed i metodi dei movimenti sociali e politici del passato, così come le tecniche sviluppate dalle guide di tali movimenti. Per quanto la storia ed i principi adottati nel passato non possano fornire formule o ricette da applicare per un successo certo, potranno essere fonti di idee alcune delle quali possono rivelarsi metodi idonei a raggiungere gli scopi prefissati oppure stimolo alla riflessione sui pericoli e sugli ostacoli da evitare.
Studiare la storia ed i metodi dei movimenti del paassato per discernere ciò che può essere utile da ciò che non lo è  richiede un duro lavoro. Tuttavia, non imparando dal passato ci si condanna ad imparare tutto un'altra volta, attraverso prove ed errori; il numero di tentativi necessari e di errori commessi si ridurranno notevolmente se si sarà già fatto lo sforzo di studiare, in profondità e con la dovuta umiltà, i movimenti ed i metodi del passato. Al contrario, rifiutarsi di impegnarsi in tal senso diminuirà notevolmente le possibilità di riuscita.

Il presente articolo costituisce una libera rielaborazione di alcuni contenuti del testo Rivoluzione antitecnologica. Perchè come,  Ortica editrice, 2021  (ved. http://www.orticaeditrice.it/prod.php?id=1299) di Theodore John Kaczynski, meglio conosciuto come Unabomber (ved. http://www.orticaeditrice.it/autori.php?id=74).