Dopo la capitolazione sul campo di battaglia anche la perdita di sovranità del proprio sottosuolo a beneficio degli Stati Uniti
di Fabio Filomeni - 03/05/2025
Fonte: Fabio Filomeni
Dopo la capitolazione sul campo di battaglia anche la perdita di sovranità del proprio sottosuolo a beneficio degli Stati Uniti di Trump. Che brutta fine ha fatto l’Ucraina. Provo un sincero sentimento di cordoglio – misto a rabbia – per quei soldati che da tre anni stanno combattendo valorosamente contro i russi. Chi mi segue sa benissimo che ho sempre giustificato l’‘operazione speciale’ lanciata da Putin in risposta alle politiche aggressive e belliciste della NATO nei confronti della Russia, a partire dall’allargamento sconsiderato della NATO verso Est. Il bilancio dell’Ucraina di Zelensky è mortificante: centinaia di migliaia di morti, il Donbas definitivamente ai russi, la Crimea neanche a parlarne, entrata nella NATO un'utopia e garanzia agli Stati Uniti per l'accesso ai preziosi minerali delle terre rare dell'Ucraina. In cambio, lo scaltro presidente americano garantirà il supporto militare contro i russi, una delle tante marce indietro nelle sue dichiarazioni. Come ha ricordato Jeffrey Sachs ieri sera su La7, ‘l’Occidente si è rifiutato di onorare l’accordo Minsk II che avrebbe salvato la regione del Donbas. Sono state fatte delle scelte consapevoli soprattutto dagli Stati Uniti quando hanno convinto l’Ucraina a non firmare l’accordo di pace di Istanbul il 15 aprile 2022. È in quel momento che è stato perso il Donbas quando gli USA hanno detto ‘continuate a combattere’, la Gran Bretagna ha fatto altrettanto, e gli ucraini hanno abbandonato il tavolo dei negoziati.” Ora, in tutto questo c’è anche chiaramente una corresponsabilità delle istituzioni di Bruxelles che hanno evidenziato una totale mancanza di strategia, ovvero di tutela degli Stati membri. L’Unione ha preferito rinunciare a svolgere un ruolo superpartes, di mediazione, nei confronti di Mosca – visti gli stretti rapporti non solo economici – per abbracciare totalmente la linea della NATO (e quindi americana) orientata a dividere l’Europa, con tutte le conseguenze economiche che stiamo pagando. D’altro canto, l’invasione russa dell’Ucraina ha, de facto, mandato in frantumi la convinzione che dovesse esistere un’unica superpotenza garante dei destini del mondo. Per questo l’Europa deve ritrovare sé stessa, agire nell’interesse dei propri popoli e finirla una volta per tutte di fare la serva alle politiche egemoniche anglo-americane. Trump compreso.