L'oligarchia dittatoriale della Unione Europea
di Antonio Catalano - 04/05/2025
Fonte: Antonio Catalano
Uniamo per bene i puntini e analizziamo con calma il disegno che ne salta fuori.
In Germania si mette sotto accusa AfD, partito accusato di essere di estrema destra e per questo inconciliabile con l’assetto democratico. In Spagna si fa la stessa operazione con Vox. Poco tempo fa è toccato alla Le Pen, addirittura interdetta per le prossime presidenziali. Prima ancora a Georgescu, la cui quasi certa elezione a presidente romeno è stata bloccata. L’anno scorso il premier slovacco Fico subiva un attentato che per poco non è diventato mortale. In Italia diventa sempre più complicato esprimere posizioni dissonanti, specialmente se di mezzo c’è il non posizionamento pro Nato sul conflitto in Ucraina, per cui succede che associazioni come Vento dell’Est e l’emittente televisiva Visione Tv si vedono bloccare i conti correnti, con quest’ultima che dopo aver cercato invano di aprirne uno Italia l'ha trovato in... Lituania. Per non parlare delle iniziative di documentazione impedite perché definite filo russe.
Dimenticavo, dopo la conferma del presidente serbo Vucic alla partecipazione a Mosca alla parata del 9 maggio per la “Vittoria sul nazismo” l’Ue ha dichiarato che questa decisione potrà «influire negativamente sulle ambizioni del suo Paese di entrare a far parte dell’Ue”. Cosa che non ha fatto indietreggiare Vucic.
Tutte operazioni i cui fili sono manovrati dalla classe dirigente eurocratica, la quale è una chiara espressione del liberismo globalista che politicamente (politicamente, ripeto) è stato sconfitto negli Usa, altrimenti non si capirebbero gli interventi di Vance, che apertamente accusa l’Ue di avere comportamenti antidemocratici. Chiaro che sia in corso una partita molto aspra tra fazioni capitalistiche dominanti, una guerra intestina dalla quale comunque dipenderà l’assetto internazionale futuro. Come si vede, stiamo parlando di qualcosa di grosso.
Usiamo ancora una volta le vecchie categorie di destra e di sinistra solo per capirci meglio, anche se dovrebbe essere ormai chiaro, almeno per i più accorti, che queste categorie sono desuete, semplicemente perché il quadro al quale oggi si fa riferimento non ci permette più di classificare destra e sinistra così come abbiamo fatto fino agli anni ’80 del Novecento.
In Europa strati sempre più ampi di popolazione esprimono simpatia crescente per le forze di destra, è di ieri l’ultima spia che si è accesa: il risultato elettorale alle amministrative britanniche che ha visto un chiaro successo delle liste di Farrage ai danni di quelle laburiste.
Domandona: le destre “avanzano” perché i ceti popolari condividono partiti politici che hanno «dentro di sé l’autoritarismo», come recentemente ha detto Landini, o perché queste, con tutte le contraddizioni del caso, si sintonizzano con i profondi malumori popolari?
Malumori fondamentalmente determinati da: a) reddito da un potere d’acquisto sempre più basso; b) riduzione dei servizi e di tutto il sistema di protezione sociale; c) immigrazione selvaggia con relativi problemi di competizione a ribasso con conseguente deprezzamento della forza-lavoro e disagio crescente; d) senso sempre più diffuso di insicurezza (che in parte è dovuta, anche, all’aumento massiccio dell’immigrazione selvaggia); e) contrarietà alla guerra e alle politiche di riarmo (con richiamo ai punti a e b).
Risulta ora forse un po’ più chiaro che questa Europa combatte le destre non certo perché queste rappresentino un orientamento ideologico-politico minaccioso della tanto decantata democrazia ma semplicemente perché intercettano il malumore di cui prima in chiave anti Ue.
Perché se davvero la democratica Ue volesse combattere il pericolo fascista, se non nazista, per prima cosa dovrebbe contrastare il foraggiamento del governo ucraino la cui impalcatura si regge fondamentalmente sul recupero della figura del nazista ucraino Bandera e su un esercito fortemente nazificato (basta limitarsi alla simbologia utilizzata dai militari ucraini).
E se lo stesso nostro presidente della Repubblica arriva a mettere sullo stesso piano il terzo reich con l’attuale governo russo allora ci si rende conto che qui ci troviamo di fronte a una classe dirigente europeista che non si fa tema di agitare strumentalmente il tema della minaccia antidemocratica rappresentata dalle forze di destra, mentre nei fatti sostiene il nazismo reale non solo dei “lettori di Kant” del reggimento Azov, ma di un intero apparato che da questi “lettori” si sente protetto.
Senza concedere nulla alle destre, le quali abilmente e demagogicamente sfruttano le contraddizioni determinate dall’attuale fase, abbiamo delle sinistre ultra diligenti che, fattualmente, sono schierate a difesa della fortezza europea, diventata l’ultimo rifugio della canaglia del capitale globalista e guerrafondaio.