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Comunitarismo e partecipazione

di Michele Iannelli - 12/05/2020

Comunitarismo e partecipazione

Fonte: Michele Iannelli

Individuo e Comunità

Tutte le persone si caratterizzano per una ricchissima gamma di sfaccettature e sono in continua evoluzione; ne consegue che un progetto di società a misura d’uomo debba prevedere una molteplicità di articolazioni e una notevole flessibilità.
Ognuno è un sofisticato “melange” di aspetti ed esigenze che riguardano la propria specifica individualità e che si combinano, a loro volta, con bisogni e aspirazioni derivanti dalla peculiare natura di essere sociale.
Se da una parte avvertiamo il basico bisogno di poter sviluppare e nutrire continuamente un’identità individuale, di usufruire di spazi per poter esprimere la propria creatività a partire dalle nostre vocazioni e prospettive, d’altra parte, è forte in noi l’esigenza di una socialità vivace, solidale e ricca di valori condivisi che crei un vero senso di appartenenza e un senso di sicurezza inteso nel significato più ampio del termine.
Abbiamo bisogno, di sentirci liberi, di cambiare come vogliamo le traiettorie della nostra esistenza; allo stesso tempo, è per noi indispensabile operare nell’ambito di un contesto che ci offra la possibilità di percepire continuità e stabilità. Non è difficile, quindi, comprendere quanto qualsiasi tipo di precarizzazione (del lavoro, della casa, degli affetti, della sicurezza, dell’identità) incida in modo considerevolmente negativo sulla nostra essenza e sulle nostre relazioni. La percezione cronica di instabilità innesca, difatti, paure arcane e determina aggressività nevrotica e rigide chiusure.
E’ salutare vivere intensamente il presente e proiettarci con ottimismo nel futuro, ma lo possiamo fare solo se abbiamo l’opportunità di contattare con consapevolezza l’identità collettiva ricca di radici profonde, vitali e nutritive.

Partecipazione

Giorgio Gaber afferma, in una sua canzone: “La libertà non è uno spazio libero… libertà è partecipazione”; niente meglio di queste sintetiche parole evidenzia l’altra fondamentale esigenza umana: quella di una partecipazione attiva e diretta che ci faccia sentire sanamente e calorosamente protagonisti.
Sulla base di una solida identità, individuale e comunitaria al tempo stesso, e di una partecipazione attiva, gli esseri umani dismettono l’avvilente condizione di suddito per divenire cittadini entusiasti, cioè persone che “sono in Dio” (secondo l’etimologia della parola); un Dio metaforico, laico, sociale e individuale al tempo stesso, da cui promana sicurezza in sé e negli altri, auto ed etero riconoscimento e, quindi, promotore di valide, forti e variegate relazioni con la propria singolarità, con le comunità di appartenenza e con le istituzioni.

 

Forme sociali di comunitarismo partecipato

Oggi più che mai si è in balia di dittature oligarchiche finanziarie e apolidi più o meno occulte e mascherate da “democrazie”.
A fronte di questo questa insidiosa e mortale trappola, è fondamentale avere idee chiare per produrre progetti concreti, semplici e fattibili che diventino una visibile e valida alternativa all’omologazione asfissiante e oppressiva.
A partire dai presupposti enunciati è ineludibile dare sostanza al progetto di un nuova organizzazione della società, quanto meno dal punto di vista sociale ed economico.

DEMOCRAZIA DEL LAVORO E SVILUPPO ECONOMICO IDENTITARIO

  • Socializzazione delle imprese, sia a capitale pubblico che privato, con un numero di dipendenti pari o superiore alle trenta unità. Ciò attraverso il coinvolgimento dei lavoratori tramite la partecipazione diretta alla gestione dell’impresa, alla distribuzione di parte degli utili e all’acquisizione di quote societarie.
  • Proprietà e gestione diretta da parte dello Stato e degli Enti Pubblici e socializzazione di quei settori economici essenziali e strategici per l’indipendenza economica e politica della Comunità Nazionale: energia, telecomunicazioni, informazione, cultura e spettacolo, assicurazioni, trasporti, banche, sanità, istruzione, difesa, ordine pubblico e protezione civile etc.
  • Promozione e agevolazione da parte dello Stato e del sistema creditizio di tutte quelle forme economiche e produttive utili a promuovere il benessere psicologico, esistenziale ed economico dell’individuo, delle comunità, e quindi della Nazione: piccole imprese, cooperative, imprese familiari, imprese individuali e associative professionali – commerciali – artigianali, gruppi di acquisto, condomini solidali, associazioni culturali e scientifiche etc.
  • Particolare attenzione e incentivazione verso quei settori economici più tradizionalmente consoni alla storia e alla tradizione dell”Italia, ai bisogni della sua popolazione ed alla tutela ed al miglioramento del suo patrimonio ambientale, artistico e culturale: agricoltura biologica, allevamento biologico, pesca, turismo, bioedilizia, industria leggera, attività tese alla autoproduzione di energia al risparmio energetico e al riciclaggio dei rifiuti, trasporti, artigianato, attività e ricerca in campo artistico, scientifico e sportivo etc.
  • Ritorno alla moneta sovrana, commisurata al reale e concreto sistema economico della Comunità nazionale
  • Creazione ed “istituzionalizzazione” di una ASSOCIAZIONE NAZIONALE DEGLI ELETTORI ITALIANI a cui possono liberamente aderire tutti i cittadini con diritto di voto. Avrebbe il diritto a una presenza continuativa e alla parola presso le Assemblee elette. Essa svolgerebbe questa funzione operando un controllo, una supervisione ed eventualmente una denuncia all’opinione pubblica tramite uno specifico bollettino e i principali organi di informazione (ad esempio, nel caso in cui si ravvedesse una mancanza di coerenza tra i programmi elettorali enunciati dai movimenti, partiti e singoli rappresentanti e la loro reale attuazione). Stessa funzione sarebbe svolta, con il riconoscimento di un suo diritto a una presenza attiva, nell’ambito degli organismi burocratici e produttivi statali e pubblici operando così, anche in questi cruciali settori, un’azione propositiva e di vigile osservazione.
  • Il ripristino di un servizio di leva obbligatorio e rinnovato potrebbe produrre delle forti e positive ripercussioni sociali, psicologiche e salutistiche.
    La partecipazione diretta di tutta la popolazione a un siffatto servizio di leva avrebbe ricadute di inestimabile valore evolutivo e salutogenetico in termini di senso di appartenenza, di acquisizione di idealità di tipo comunitario e solidale, di possibilità di accrescimento e diffusione di competenze, conoscenza e cultura nel campo delle scienze sociali, tecniche e umane.