Nonostante la difficile situazione, la martoriata popolazione del Donbass ha dato una lezione di democrazia a tutti. Donne e uomini, anziani e giovani, si sono recati domenica a votare alle primarie delle due repubbliche indipendentiste (Donestk e Lugansk). In meno di 7 ore ben 290.000 votanti hanno partecipato alle votazioni di domenica, stando ai dati delle 15.
Chi ha percepito un’informazione distorta della situazione in Ucraina in questi due anni, potrebbe dare poco peso alle procedure democratiche e istituzionali di queste due coraggiose repubbliche, sospettando un arretramento delle libertà civili in una regione che proclamatasi indipendente affronta una guerra civile.
Resterà, invece sorpreso nel sapere che secondo l’OSCE tutte le procedure di voto hanno rispettato i suoi standard di regolarità. Per la prima volta si sono svolte in Donbass le elezioni primarie che dovranno stabilire i candidati alle amministrazioni locali della regione indipendentista, come stabilito anche dagli Accordi di Minsk (II).
In generale il povero lavoratore italiano, “in tutt’altre faccende affaccendato” nella sua giornaliera lotta per la sopravvivenza, in un momento di crisi come quello attuale, ha difficoltà a soffermarsi su quanto la storia nell’arco di pochi decenni si sia presa gioco delle nostre umane certezze, convinti della tendenza alla libertà e al pluralismo democratico del nostro amato Occidente.
Basti pensare agli stravolgimenti del 1991, quando nell’unico referendum tenuto nella storia dell’URSS, sebbene il 78% dei votanti votò per il non scioglimento dello stato sovietico, l’allora dirigenza decise di non mantenere unite l’unione delle repubbliche sovietiche, decise di non tener conto dell’unico vero voto democratico avvenuto dal 1917 a quella data. E tutto con la benedizione delle grandi democrazie occidentali.
Quella primavera del 1991 avvenne che i cittadini dell’URSS capirono che la democrazia vale solo se voti giusto e quel giusto viene definito in separata sede dalle grandi lobby finanziarie che in maniera pedagogica ti spiegano il loro punto di vista tramite i mass media e le televisioni che chiaramente appartengono loro in maniera diretta ed indiretta.
Ne risulta perciò che se gli stessi cittadini russi votavano per Boris El’cin, il presidente alcolizzato che apriva le porte al liberismo sfrenato e faceva a pezzi l’impianto sociale sovietico erano esempio lampante di coscienza democratica. Quando qualche anno più tardi i medesimi hanno preferitoVladimir Putin, che ricentralizzava le risorse statali e ridimensionava gli oligarchi, quel voto è diventato voto manipolato in maniera autoritaria.
A tal proposito il vizio di plasmare a proprio piacimento le regole democratiche ha preso piede in maniera sempre più sfacciata. Anche ai meno attenti sono arrivate le voci dei brogli delle primarie democratiche ai danni del candidato Bernie Sanders al fine di favorire vincere la Clinton, espressione dei poteri forti industriali-militari e della cricca neocon che governano gli Usa. Anche lì i media hanno fatto di tutto per spiegarci in maniera pedagogica che era un piccolo neo senza grande importanza che aveva il buon fine d’impedire ad un impresentabile, così dicono, comeDonald Trump di accedere alla stanza dei bottoni.
Gli esempi di “buona democrazia” in occidente si stanno sprecando sotto il naso di quello stesso povero italiano indaffarato a correre dalla mattina alla sera per arrivare a fine mese. Figuriamoci se quegli stessi giornali e televisioni gli possono turbare quelle poche certezze raccontandogli che nelle repubbliche separatiste del Donbass e dell’Ucraina dell’Est si tengono e si sono tenute delle elezioni primarie, che i giudizi degli osservatori internazionali hanno confermato come prive di particolari brogli e gravi irregolarità nelle procedure di voto.
Riguardo le elezioni, infatti, facendo una rassegna dei commenti emersi dalla commissione di osservatori internazionali, emerge che ad esempio “nell’area di Telmovo e Novoazosk la preparazione alle primarie in queste 2 settimane che sono stato in questi luoghi è avvenuta ad un livello di standard molto alto ed non ho notato violazioni”, parole dell’osservatore finlandeseJohan Bäckman.
Mentre secondo l’indiano Kondagari Ragavendra nella Repubblica di Lugansk “possiamo vedere che tutti i candidati hanno uguali diritti ed uguali opportunità”, osservazioni suffragate dalle parole del giornalista serbo Miodrag Zarkovich, editore del settimanale Print, anche lui presente come osservatore internazionale: “Io ed i miei colleghi constatiamo che non esiste estremismo e che le primarie nella Repubblica di Donetsk mostrano un popolo unito nella loro nobile causa”, dice il giornalista dei balcani.
Ai quali si aggiunge anche l’osservatore scozzese Andrew Robbie Gilliyes, che non ha riscontrato particolari disordini: “La preparazione alle primarie sta avvenendo in maniera molto composta e calma e nel pieno rispetto degli standard”.
Nella commissione internazionale era presente anche il famoso giornalista italiano Giulietto Chiesa, che ha rilasciato un commento politico: “Sono interessato alle ricadute sul piano internazionale di queste primarie nella repubblica di Donetsk. In occidente la democrazia è in degrado da molto tempo. La creazione di una stabile e democratica Repubblica di Donetsk sarà un esempio per tutti noi”.
Concludo con la dichiarazione sarcastica di un altro osservatore, il serbo Miodrag Zarkovich, che a proposito dei brogli dirà: “non avendo visto Victoria Nuland in Donetsk non abbiamo potuto constatare violazioni nella registrazioni dei candidati nelle primarie”
Max Bonelli