Eterogenesi dei fini: la guerra a distanza prosegue tra Israele e Iran
di Daniele Dell'orco - 15/06/2025
Fonte: Daniele Dell'orco
La guerra a distanza prosegue tra Israele e Iran.
Le incursioni aeree dell'aeronautica israeliana sono continuate per tutta la giornata di ieri iniziando a prendere di mira siti petroliferi come ampiamente annunciato qui.
Israele ha colpito serbatoi di stoccaggio del deposito petrolifero di Kan e un deposito di carburante nel sud di Teheran, che si vede in fiamme nella foto a destra.
Per contro, dopo il primi attacchi di rappresaglia l'Iran sta cercando di diventare più metodico avendo preso coscienza del livello di efficacia delle difese aeree israeliane.
Queste, che si sono rivelate penetrabili, possono aprire le porte a vettori più nuovi e performanti che possono contare su maggiore precisione.
Ecco perché l'Iran ha provato a replicare simmetricamente gli obiettivi scelti da Israele:
1. Aeroporto Ben Gurion.
2. Porto di Haifa (foto a sinistra).
3. Terminale del gas di Ashkelon.
4. La più grande centrale termoelettrica del Paese, Orot Rabin.
5. Impianto nucleare di Dimona.
L'efficacia degli attacchi è sempre ancora da monitorare, ma nelle ultime ore l'onere della prova che prima era nelle mani di Teheran sta passando pian piano in quelle di Israele.
Del resto, è stato Netanyahu a lanciare il first strike e a minacciare il fuoco a Teheran.
Quindi, è Netanyahu che, vista la reazione iraniana, dovrà davvero dimostrare di poter mettere al tappeto l'Iran incassando meno colpi possibili.
In più, ci sono le parole di Donald Trump che hanno avvalorato questa tesi, secondo cui grazie alle armi americane gli israeliani avrebbero danneggiato l'Iran "in modi mai visti". Siccome sono le stesse minacce che Trump utilizza per la sua politica di "diplomazia con l'uso della forza", ora vediamo se è in grado di mantenere le sue promesse.
Lo ha già fatto contro gli Houthi e lo ha già fatto contro i russi.
Se queste minacce dovessero tradursi in un conflitto più doloroso del previsto per Israele sarebbe un duro colpo anche alla credibilità americana. Che quindi, oltre ai missili ci sta mettendo anche la faccia.
I principali antagonisti, Cina e Corea in primis, sono alla finestra.
Capitolo Ucraina: il prolungarsi del conflitto tra Israele e Iran mina sensibilmente la capacità di resistenza di Kiev, già in forte flessione negli ultimi mesi e progressivamente calata proprio da 7 ottobre 2023 in poi.
Ora col ritorno di Trump la priorità per il dossier mediorientale s'è addirittura accentuata.
I sistemi di difesa Usa dirottati in Ucraina vengono a poco a poco ripiazzati in Israele e il motivo è chiaramente mostrato nella foto 1.
La soluzione rapida alla guerra a distanza (congeniale per i piani israeliani) rischia di non essere così certa.
E più si andrà avanti più Israele avrà bisogno di supporto. Probabilmente non solo americano.
Ma i Paesi europei come l'Italia non hanno più nulla negli arsenali, il Giappone ha da sempre stretti legami con l'Iran e si chiamerà fuori (Shigeru Ishiba è stato l'unico leader dei Paesi del G7 a condannare l'attacco israeliano).
Canada, Germania, Francia e Regno Unito sono per loro stessa volontà proiettati nel (poco) sostegno all'Ucraina.
Al momento un sostegno "logistico" ad Israele lo sta fornendo l'Azerbaijan.
Pensate, un Paese a maggioranza sciita.
Gli azeri, da tempo partner militari di Tel Aviv, consentono agli aerei israeliani il rifornimento in volo sui propri cieli per poi andare a bombardale l'Iran settentrionale.
E gli alleati dell'Iran?
La Russia appoggia gli ayatollah ma è alle prese col proprio conflitto.
Il Pakistan ha dichiarato il proprio "totale supporto" a Teheran e tramite il Pakistan potrebbero fluire anche eventuali armamenti cinesi. Il mondo arabo ha espresso sostegno nei confronti dell'Iran temendo l'ennesima escalation senza precedenti nella regione.
All'atto pratico, l'Arabia Saudita sta monetizzando alla grande dalla crisi petrolifera già in atto e di conseguenza potrebbe gradire un prolungamento della guerra.
Per tutte queste ragioni e per il vespaio sollevato da Israele, dopo il primo attacco a sorpresa dai risultati scioccanti, ora ogni minuto che passa l'onere della prova diventerà sempre più gravoso.