Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / Gli straussiani prendono il controllo delle Nazioni Unite e della NATO

Gli straussiani prendono il controllo delle Nazioni Unite e della NATO

di Thierry Meyssan - 09/10/2025

Gli straussiani prendono il controllo delle Nazioni Unite e della NATO

Fonte: Giubbe rosse

Espulsi dall’amministrazione statunitense, gli straussiani, che controllano Ucraina e Israele, hanno esteso la propria influenza all’Onu e al Gruppo di contatto per la difesa dell’Ucraina. Così ora hanno strumenti per paralizzare i sostenitori della pace e fare la guerra. (Nella foto
Elliott Abrams)

Da quasi un anno il presidente Donald Trump rimette ordine negli Stati Uniti. Ha ripristinato i principi di uguaglianza davanti alla legge e di promozione in base merito, a scapito di quelli basati su diversità, equità e inclusione (DEI). Ha tagliato dai bilanci federali tutte le spese per l’imperialismo e ha cercato di ripristinare la funzione primaria delle forze armate: la difesa della patria.

Ma al tempo stesso è evidente che Trump non riesce a concludere gli accordi di pace sperati in Ucraina e in Palestina. Demanda agli europei il compito di combattere, non per l’Ucraina, ma contro la Russia, e consente alla coalizione di Benjamin Netanyahu di persistere nel programma per un Grande Israele, cioè di annessione dei vicini [1].

Significa che, se [gli straussiani] prima facevano pesare il proprio potere sulle amministrazioni di George Bush Jr., Barack Obama e Joe Biden, oggi, lungi dall’essere sconfitti hanno ripiegato in due organizzazioni intergovernative: la Nato e l’Onu.

A margine della Nato, hanno preso il controllo del Gruppo di contatto per la difesa dell’Ucraina (ex Gruppo Ramstein) che, dal 9 settembre, non si riunisce più alternativamente nella base militare statunitense di Ramstein e nel quartier generale della Nato a Mons-Bruxelles, ma ora anche a Londra.

Sono stati gli straussiani a organizzare con i servizi segreti ucraini i voli dei droni sugli aeroporti dell’Europa occidentale e settentrionale. Poi hanno spinto per la consegna di batterie di missili Patriot tedeschi all’Ucraina, dopo aver organizzato segretamente il trasferimento delle prime batterie da Israele.

Sono sempre loro ad aver falsificato i rapporti della Segreteria generale delle Nazioni Unite sulle riunioni del Consiglio di sicurezza del 19 e 26 settembre [2]. Contrariamente a quanto risulta da questi rapporti, che abbiamo sbagliato a prendere per buoni, il Consiglio di sicurezza non ha approvato il ripristino delle sanzioni contro l’Iran. Del resto non aveva il potere di farlo.

Quest’estate, Francia e Regno Unito hanno adottato una strana posizione comune sul JCPoA [Joint Comprehensive Plan of Action], cioè sull’Accordo sul nucleare iraniano, firmato durante i negoziati 5+1 con l’Iran. Va ricordato che gli Stati Uniti guidarono questi negoziati al finto scopo di mettere fine al programma nucleare militare dell’Iran e impedirgli di possedere la bomba atomica. Dopo un ciclo di colloqui, gli incontri furono interrotti per un anno; nel frattempo Washington e Teheran conclusero un protocollo segreto di cui non si sa nulla. In seguito i negoziati ripresero e si conclusero immediatamente a Vienna con un Trattato, il JCPoA appunto. È inoltre importante ricordare che Cina e Russia, che parteciparono ai negoziati, attestarono entrambe che dal 1988 non è esistito alcun programma nucleare militare iraniano.

Il JCPoA fu convalidato il 20 luglio 2015 dalla risoluzione 2231 del Consiglio di sicurezza. Di conseguenza, le sanzioni che il Consiglio aveva adottate contro l’Iran furono gradualmente revocate. Tuttavia, l’anno successivo Stati Uniti, Regno Unito, Francia e Germania misero in discussione l’Accordo perché l’Iran stava conducendo ricerche su missili in grado di trasportare bombe atomiche. L’8 maggio 2018, durante il suo primo mandato, il presidente Trump decise di uscire dall’Accordo in quanto esso non aveva impedito all’Iran di aumentare la sua potenza militare in Medio Oriente. Il 19 ottobre 2020 Elliott Abrams, rappresentante del presidente Trump per il Venezuela e… l’Iran, annunciò il ripristino automatico delle sanzioni statunitensi, ricorrendo pretestuosamente al paragrafo 11 della Risoluzione (meccanismo di snapback). Ma Washington, Londra, Parigi e Berlino non hanno mai tentato di ricorrere al paragrafo 36 del JCPoA, per la buona ragione che avrebbero dovuto ammettere di essere nel torto.

Sergej Lavrov, ministro degli Esteri russo, ha reagito con forza alle menzogne del servizio stampa dell’Onu. Senza accusare direttamente il segretario generale Antonio Guterres, l’ha messo in guardia contro l’infiltrazione di guerrafondai nella sua amministrazione. Ha
fatto pervenire la lettera a tutti gli Stati membri dell’Organizzazione.

Ma come Iran, Cina e Russia hanno ripetutamente sottolineato negli ultimi cinque anni, il JCPoA è stato inglobato nella risoluzione 2231. Di conseguenza non è possibile attivare il paragrafo 11 della Risoluzione senza tener conto degli impegni sottoscritti nel JCPoA [3]. Impegni che sono stati violati per primi dagli europei e dagli statunitensi. La Cina ha dichiarato: «Gli Stati Uniti hanno ripristinato e continuamente inasprito le sanzioni unilaterali contro l’Iran, e hanno adottato misure di massima pressione. Di conseguenza, l’Iran non ha potuto beneficiare dei vantaggi economici derivanti dal PAGC (Piano di azione globale comune) ed è stato indotto a non rispettare più parte degli obblighi previsti da tale Piano» [4]. Secondo il diritto internazionale, non c’è dubbio che il meccanismo di ripristino automatico delle sanzioni debba essere ritenuto una punizione unilaterale contro l’Iran e una misura ingiusta.

Queste considerazioni giuridiche non sono sottigliezze. Il loro rispetto è essenziale per il diritto internazionale. Esiste una gerarchia di norme e non si può azionare una disposizione di un testo senza prima attivare la disposizione di un testo correlato precedente [5].

Il fatto che l’amministrazione delle Nazioni Unite abbia falsificato i verbali delle due riunioni del Consiglio di sicurezza, come dimostrato dai resoconti testuali, non lascia dubbi [6]: l’amministrazione dell’Onu non è più imparziale, ma fa il gioco degli avversari della pace in Medio Oriente.

Guo Jiakun, portavoce del ministero degli Esteri cinese, ha risposto alle domande sulla posizione del suo Paese di fronte alle affermazioni di Germania, Francia e Regno Unito, ma ha concluso l’incontro con la stampa quando gli è stato chiesto di commentare i falsi rapporti delle Nazioni Unite.

Non pensiate che i sostenitori della guerra occupino solo il servizio stampa delle Nazioni Unite: il giorno successivo alla pubblicazione delle sintesi falsificate delle riunioni del Consiglio di sicurezza, la segreteria generale ha redatto una “nota verbale” (riferimento: DPPA/SCAD/SCA/4/25 (1)) che istituisce sanzioni contro l’Iran come se fossero state approvate [7]. L’ambasciatore Vassili Nebenzia, rappresentante permanente della Russia, per poco non si strozzava. Ha immediatamente redatto una lettera indirizzata alla Segreteria generale (riferimento S/2025/610) che ha distribuito al Consiglio di sicurezza [8].

Siamo in una situazione in cui la Segreteria generale, abbandonando l’imparzialità della propria funzione e i principi del diritto internazionale, si è allineata all’interpretazione di due Stati, membri permanenti del Consiglio, Francia e Regno Unito.

Ricorderete che nel 2016, durante la guerra contro la Siria, il numero due dell’Onu, l’americano Jeffrey Feltman, e il suo assistente, il tedesco Volker Perthes, elaborarono nel loro ufficio di New York un piano non per la pace ma per la capitolazione della Siria [9]. Commentai questo documento, che analizzai per il presidente siriano Bashar Al Assad, nel mio libro Sotto i nostri occhi. Sconcertati dal suo contenuto, la maggior parte degli storici reagì con circospezione. La Repubblica Araba Siriana fu infatti rovesciata da Regno Unito e Turchia. Questo documento segreto fu in seguito divulgato con la pubblicazione del mio libro in Germania.

Nel 2016 le Nazioni Unite, sebbene costituite nel 1948 per «salvare le generazioni future dal flagello della guerra», poterono agire per rovesciare la Repubblica Araba Siriana. Applicarono il piano A clean Break: A New Strategy for Securing the Realm (Un taglio netto: una nuova strategia per rendere sicuro il regno [d’Israele] [10], redatto nel 1996 dagli straussiani per conto di Benjamin Netanyahu. Possono quindi agire di nuovo per scatenare la guerra.

È probabile che il presidente Trump abbia alluso a questo nel discorso all’80^ sessione dell’Assemblea generale del 23 settembre [11]. Nel suo intervento non ha infatti criticato l’Onu in nome dell’eccezionalismo americano [12], come fecero altri presidenti degli Stati Uniti prima di lui, ma perché l’Onu non è intervenuta a sostegno dei suoi sforzi di pace in sette conflitti in diversi continenti.

Dobbiamo capire cosa sta succedendo oggi: il nemico non è più lo Zio Sam, ma sono sempre gli straussiani [13], ora insediatisi all’interno delle Nazioni Unite e del Gruppo di contatto per la difesa dell’Ucraina. Di nuovo, vogliono condurci verso la guerra generalizzata. Hanno il sostegno dei sionisti revisionisti israeliani [14] e dei nazionalisti integralisti ucraini [15].

Voltairenet. Traduzione: Rachele Marmetti

[1] “Netanyahu e il nazismo”, di Thierry Meyssan, Traduzione Rachele Marmetti, Rete Voltaire, 23 settembre 2025.

[2] «Le Conseil de sécurité s’oppose au maintien de l’allégement des sanctions de l’ONU contre l’Iran» et «Nucléaire iranien: le Conseil de sécurité entérine le retour aux sanctions de l’ONU contre l’Iran en rejetant une prorogation de la résolution 2231 de 2015», Nations unies.

[3] « Position russe sur l’interprétation britanno-germano-française du “snapback” », Réseau Voltaire, 29 août 2025.

[4] « Position chinoise sur l’interprétation britanno-germano-française du “snapback” », Réseau Voltaire, 19 août 2025.

[5] « Protestation iranienne face aux accusations des États-Unis, de la France et de l’Ukraine », par Amir Saeid Iravani , Réseau Voltaire, 5 août 2025. « Mise en garde de la Russie au secrétaire général de l’Onu », par Sergueï Lavrov , Réseau Voltaire, 27 septembre 2025.

[6] Procès-verbal des réunions du conseil de sécurité des 19 et 26 septembre 2025. Nations unies S/PV.10001 et S/PV.10006.

[7] « Le secrétariat général rétablit les sanctions contre l’Iran », ONU (secrétariat général), Réseau Voltaire, 27 septembre 2025.

[8] « La Russie demande à l’ONU de retirer ses sanctions contre l’Iran prises en violation des décisions du Conseil de sécurité », par Vassily Nebenzia , Réseau Voltaire, 29 septembre 2025.

[9] “La Germania e l’ONU contro la Siria”, di Thierry Meyssan, Traduzione Matzu Yagi, Al-Watan (Siria) , Megachip-Globalist (Italia) , Rete Voltaire, 28 gennaio 2016.

[10] “A Clean Break: A New Strategy for Securing the Realm”, by Institute for Advanced Strategic and Political Studies, Voltaire Network, 1 July 1996.

[11] « Extrait du discours de Donald Trump à la 80° session de l’assemblée générale de l’ONU », par Donald Trump, Réseau Voltaire, 23 septembre 2025.

[12] Actes du colloque organisé par le Carr Center for Human Rights Policy : American Exceptionalism and Human Rights, Michael Ignatieff, Princeton University Press (2005).

[13] “È agli Straussiani che la Russia ha dichiarato guerra”, di Thierry Meyssan, Traduzione Rachele Marmetti, Rete Voltaire, 7 marzo 2022. “Il colpo di Stato degli straussiani in Israele”, di Thierry Meyssan, Traduzione Rachele Marmetti, Rete Voltaire, 7 marzo 2023.

[14] “Il velo si squarcia: le verità nascoste di Jabotinsky e Netanyahu”, di Thierry Meyssan, Traduzione Rachele Marmetti, Rete Voltaire, 23 gennaio 2024.

[15] “Chi sono i nazionalisti integralisti ucraini?”, di Thierry Meyssan, Traduzione Rachele Marmetti, Rete Voltaire, 15 novembre 2022.