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Guerra liberale

di Maurizio Murelli - 29/10/2023

Guerra liberale

Fonte: Maurizio Murelli

All’ONU l’Italia sulla risoluzione presentata dalla Giordania si è astenuta. Perché, dice Meloni, si voleva evitare una escalation (sic! In che modo si sarebbe incorsi nella escalation se avesse votato a favore?) e "perché nella risoluzione non si definiva e condannava Hamas come organizzazione terrorista". Già che c’era poteva lamentare il fatto che in quella risoluzione non si citavano i boscimani colpevoli di non esaltare il valore universale della pizza napoletana. Il fulcro centrale di quella risoluzione era la richiesta di una tregua umanitaria, una sospensione delle ostilità per soccorrere la popolazione civile. Neutra nel non citare la prospettiva storico-cronachistica di Israele e di Hamas. Si richiedeva una tregua, come la richiedono anche non pochi ebrei.
Ma niente, la Meloni ha scelto la strada dell’asservimento alla linea USA piuttosto che assecondare quella di alcune nazioni europee, come la Francia e la Spagna. Perché questo è il melonismo: infingardo, servile, miope. E con quel voto, sia detto en passant, ha definitivamente seppellito il tanto sbandierato “Piano Mattei”, (si ricordi che Mattei finanziava la resistenza algerina… e dunque se lo assumi come “logo” ne devi far proprio anche lo spirito che sottende) già nato cadavere e che attendeva solo di essere inumato. Perché non è immaginabile che Meloni, presso i Paesi arabi e africani, dopo quel voto, possa apparire credibile e affidabile, svincolata dalla strategia imperialista dell’Occidente a guida USA. Sarà gentilmente mandata a quel paese.
Ma se il melonismo si manifesta sempre più come aborto politico, non è che a “sinistra” stiano molto meglio. Nelle manifestazione filopalestinesi che si sono svolte in varie città italiane, la componente di sinistra-sinistra estrema, relativamente alla guerra a Gaza, definisce Netanyahu, il suo governo – e anche Israele nel suo complesso – *nazista*. Si può essere antinazisti fino al midollo e assumerlo come “male assoluto”, ma quella guerra a Gaza, la modalità con cui viene condotta, è da definirsi GUERRA LIBERALE, come è inconfutabilmente certificato sul piano storico. Seve ricordare i liberali bombardamenti angloamericani di Norimberga, Amburgo, Dresda… e quelli in Italia, da Milano a Taranto, passando per Roma? Hiroshima e Nagasaki (che vuoi che siano due bombette atomiche)… e poi ancora: Serbia, Iraq, Afghanistan, Siria, Libia…  Quindi, quella di Israele è una GUERRA LIBERALE, nello stile militare e nell’assunzione del casus belli. E del resto Israele è stato edificato da una popolazione (quelli della così detta “diaspora”) essenzialmente occidentale introitando, stando in Occidente, la stessa “evoluzione” liberale per poi richiamarsi al “mito fondante” della Terra promessa… manipolando l’essenza dell’ebraismo. Ma glissiamo su questi aspetti, che è un discorso lungo e periglioso.
Israele ha di sé una specifica visione, come essenza e come missione, ma questa sua visione non collima con quella USA che concepisce Israele come un cuneo ostile e a sé fedele nell’universo arabo-musulmano. Il supporto USA a Israele è utilitaristico nel quadro della strategia imperialista USA, con il quale però condivide una certa quota parte di valori occidentale e la concezione del conflitto. E in questo contesto, la guerra che sta portando avanti Israele è una GUERRA LIBERALE, nello stile e nell’essenza. Altro che nazismo!
Quindi, come il melonismo non sfugge alla logica concettuale del liberismo e dell’imperialismo americano, allo stesso modo la sinistra che si declina filopalestinese e antisraeliana non sugge alla medesima logica, che è quella dell’infernale governo di Netanyahu e dell’insipiente governo Meloni.
Immagini: Dresda, Gaza. Bombardamenti liberali sulla popolazione civile, stessa logica, stesso stile.