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I morti a Gaza sono 300 mila, 5 volte i numeri ufficiali. Ecco perchè

di Jonathan Piccinella - 15/06/2025

I morti a Gaza sono 300 mila, 5 volte i numeri ufficiali. Ecco perchè

Fonte: Inside Over


 

La conta esatta dei morti all’interno della Striscia di Gaza è qualcosa di difficile, complesso ma che testimonia un fatto: i numeri ufficiali sono al ribasso. Del prestigioso lavoro di The Lancet rispetto a ciò che accade a Gaza dal punto di vista della mortalità aveva già parlato il direttore Fulvio Scaglione qui. Dalla fine di febbraio 2025 è accaduto di tutto nella Striscia di Gaza: era iniziata una fragilissima tregua che Tel Aviv ha deciso di rompere, è partita la fase finale del genocidio con l’operazione Carri di Gedeone, Netanyahu ha confessato di armare una milizia dell’ISIS all’interno della Striscia (notizia che Inside Over ha pubblicato prima di molti giornali italiani) e la nuova Ong che opera nella Striscia, la GHF, è uno strumento di Tel Aviv per continuare ad affamare i palestinesi. Ciò che non si è fermato da febbraio 2025, e questo in maniera incessante dal 7 ottobre 2023 dopo le stragi di Hamas nel Sud di Israele, è la mattanza, la costante uccisione di civili

I numeri reali degli uccisi? Almeno 5 volte i numeri ufficiali. 

Gli uccisi a Gaza sono almeno 300.000. Ossia una città italiana come Bari, Verona, Catania.

Uno studio di Yaakov Garb, professore di Sociologia per l’università Ben Gurion del Negev, nell’analizzare la distribuzione degli aiuti umanitari a Gaza tramite la Gaza Humanitarian Fundation, la GHF, per il dataverse di Harvard riscontra ciò che si vede in queste mappe.

L’IDF conterebbe all’interno della Striscia di Gaza nel pianificare la distribuzione minima di aiuti umanitaria una popolazione rimanente di 1 milione e 850 mila persone distribuita in tre centri: 500 mila a Mawasi, 350 mila nella zona di Deir al Balah e 1 milione nel Nord a Gaza city.

Questi dati confermerebbero gli studi compiuti da The Lancet in questi 20 mesi. La prestigiosa rivista medica riportava in uno studio del 2024: “Nei conflitti recenti, i decessi indiretti variano da tre a 15 volte il numero dei decessi diretti. Applicando una stima prudente di quattro decessi indiretti per ogni decesso diretto ai 37.396 decessi segnalati (dati di maggio 2024, ndr), non è improbabile stimare che fino a 186.000 o anche più decessi possano essere attribuibili all’attuale conflitto. Utilizzando la stima della popolazione della Striscia di Gaza del 2022 di 2.375.259 abitanti, ciò si tradurrebbe nel 7,9% della popolazione totale della Striscia di Gaza”.

Oggi vorrebbe dire che i 62 mila uccisi palestinesi certificati dal Ministero della Salute della Striscia di Gaza in realtà sono 5 volte tanto: 300 mila persone, il 15% della popolazione palestinese.

Il genocidio non ha bisogno della conta degli uccisi

La Convenzione sul Genocidio, redatta nel 1948 ed entrata in vigore con l’approvazione del Consiglio di Sicurezza dell’ONU nel 1951, al suo interno non pone “l’importanza” del numero di morti. L’articolo 2, che è il vulnus della norma, contiene tutt’altro: le fattispecie e la volontà sono i fattori chiavi affinché delle condotte compiute in essere da stati – individui possano rientrare nel termine giuridico di genocidio. 

“Nella presente Convenzione, per genocidio si intende uno qualsiasi dei seguenti atti commessi con l’intenzione di distruggere, in tutto o in parte, un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso, in quanto tale:

(a) Uccidere membri del gruppo;

(b) Causare gravi danni fisici o mentali ai membri del gruppo;

(c) Sottoporre deliberatamente il gruppo a condizioni di vita volte a provocarne la distruzione fisica, in tutto o in parte;

(d) Imporre misure volte a impedire le nascite all’interno del gruppo;

(e) Trasferire forzatamente bambini del gruppo a un altro gruppo.”

Perché è importante l’uso della parola genocidio e non il semplice “sterminio”?
Perché il genocidio come condotta può essere conseguita anche senza lo sterminio di un’intera popolazione.

Per lo statuto della Corte Penale Internazionale, il crimine di sterminio rientra nei crimini di guerra e precisamente:

per «sterminio» s’intende, in modo particolare, il sottoporre intenzionalmente le persone a condizioni di vita dirette a cagionare la distruzione di parte della popolazione, quali impedire l’accesso al vitto ed alle medicine.

Come riportato prima il genocidio è un altro grado di crimine, il massimo crimine per il diritto internazionale e pure se ci fossero “poche morti” ma l’intento di compiere un genocidio fosse ricavabile, ciò basterebbe ai tribunali internazionali per incriminare i responsabili di tali atti, come è avvenuto per ciò che è avvenuto a Srebrenica nel 1995, con la mano armata di Ratko Mladić (il macellaio della Bosnia) e l’omissione di intervento dei Caschi Blu sul posto.

Riportare il numero esatto di uccisi nella Striscia di Gaza significa dare dignità umana a chi non c’è più, dignità che il giornalismo main stream per anni ha dimenticato, anche in questi 20 mesi.
Riportare il numero esatto di uccisi nella Striscia di Gaza significa provare a smuovere le coscienze di chi avrebbe davvero il potere di cambiare le cose, a partire dal nostro governo fino ad arrivare ai vertici europei.