I "narcos" e la dottrina Monroe 2.0
di Daniele Perra - 01/11/2025

Fonte: Daniele Perra
Se qualcuno crede che un eventuale (e molto probabile a questo punto) attacco USA al Venezuela sia legato alla lotta al narcotraffico, o ha seri problemi cognitivi, oppure è semplicemente un mero "propagandista", non diverso da quelli che credevano/affermavano che l'aggressione all'Iraq fosse legata alla presenza di al-Qaeda o alle armi di distruzione di massa di Baghdad. Se gli USA volessero davvero combattere il narcotraffico dovrebbero bombardare dal Messico fino all'Argentina. Senza considerare il fatto che la CIA ha spesso utilizzato lo stesso narcotraffico, e milizie ad esso collegate, per contrastare la guerriglia "comunista" (che, a sua volta, l'ha utilizzato come strumento di finanziamento) negli '70, '80 e '90. L'attuale processo di destabilizzazione del Venezuela (probabilmente, l'operazione si concluderà con attacchi mirati più azioni interne di nuclei armati e compagnie militari private - un qualcosa già tentato con l'operazione "Gedeone" del 2019/2020, sebbene questa volta il dispiegamento di forze è decisamente più robusto) è maggiormente legato alla piena applicazione di una rinnovata "Dottrina Monroe". Gli Stati Uniti non possono consentire che il Paese con le più ampie riserve petrolifere al mondo, all'interno del loro "patio trasero", finisca nelle mani di compagnie cinesi, russe o (peggio ancora) iraniane. Dopotutto, l'aggressione all'Iraq arrivò proprio per impedire che compagnie europee (francesi e tedesche in particolare) ottenessero un eccessivo peso specifico nell'industria petrolifera irachena (tra l'altro, Saddam aveva optato per utilizzare l'euro al posto del dollaro nelle transazioni petrolifere).
Detto ciò, se qualcuno volesse argomentare con un "ma Maduro...", ho già scritto sull'argomento in due articoli comparsi sul sito informatico di "Eurasia. Rivista di studi geopolitici" dal titolo "Scontro aperto USA-Venezuela" e "Il Nobel per la pace è una dichiarazione di guerra". Aggiungo che chi pensa che la signora Machado (ben conosciuta in Venezuela) possa essere meglio di Maduro, ha altrettanto seri problemi cognitivi. Ancora, la fine di questo "regime" non significherebbe affatto la fine del (presunto) ruolo dei narcos all'interno del Paese. Anzi.

