Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / Idola Trump

Idola Trump

di Daniele Perra - 25/02/2024

Idola Trump

Fonte: Daniele Perra

So perfettamente che queste considerazioni mi faranno guadagnare l'antipatia di molti dissenzienti (certe operazioni di guerra psicologica - si veda QAnon - hanno fatto molti più danni di quanto si possa immaginare), tuttavia credo sia opportuno superare il "mito" che vuole la passata amministrazione Trump come meno incline ad iniziare "nuovi conflitti".
In realtà, volendo individuare una data precisa per l'inizio dell'attuale "guerra mondiale a pezzi" (processo ben noto alla storiografia) la si potrebbe indicare nel giorno in cui gli Stati Uniti (guidati proprio da Trump) hanno scelto di assassinare il generale Qassem Soleimani in missione diplomatica in Iraq. Questo episodio, infatti, alla pari dell'uccisione dell'Arciduca Francesco Ferdinando a Sarajevo, ha rappresentato una sorta di spartiacque nella storia: un evento scatenante. Da quel momento in poi, Paesi come Russia, Iran e Cina (si pensi alla propaganda sul "virus cinese") hanno realizzato in modo (forse) definitivo l'impossibilità di assecondare il declino della potenza nordamericana (l'impossibilità di negoziare con essa lo sviluppo di un ordine  multipolare) e la necessità di agire. Cosa che, inevitabilmente, comporterà una moltiplicazione delle aree e situazioni di conflitto e non una sua riduzione (a prescindere dall'esito delle prossime presidenziali statunitensi). Certo, si potrà obiettare che parte dei conflitti tutt'ora in fase avanzata (Siria, Yemen, Ucraina e così via) sono stati ereditati dall'amministrazione Trump. È altrettanto vero che suddetta amministrazione ha fatto (letteralmente) nulla per risolverli e tanto per intensificarli. Solo un esempio. Con il celebre discorso del Cairo, Obama inaugurò una nuova fase della strategia nordamericana per il Medio Oriente. Questa strategia consisteva nel stabilire l'egemonia atlantica sul mondo arabo, coinvolgendo i Paesi regionali in un ampio fronte anti-iraniano. La realizzazione di tale fronte comportava la collaborazione degli Stati arabi con il regime sionista. Esattamente ciò che Trump ha cercato di fare con l'accordo/truffa del secolo che avrebbe condannato il popolo palestinese all'insignificanza: all'accettazione di uno stato di subumanità. Di non minore rilievo sono alcune considerazioni concernenti il conflitto in Ucraina, dove sempre l'amministrazione Trump (con il rafforzamento dell'Iniziativa Tre Mari e l'uscita unilaterale dal Trattato INF), nonostante un approccio più economicamente e politicamente interessato agli aiuti a Kiev, ha di fatto posto Mosca con le spalle al muro.
Ancora una volta, qualcuno obietterà che una prossima amministrazione Trump sarà così forte da non dover scendere a patti (o semplicemente farsi ricattare) dal cosiddetto "Stato profondo". Bene, questo tipo riflessioni rimangono decisamente nell'ambito della fantageopolitica e di chi considera Elon Musk un esponente della "rivoluzione conservatrice americana".