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Intermarium

di Danny Sguera - 19/09/2022

Intermarium

Fonte: Danny Sguera

La politica oltranzista e guerrafondaia della NATO e degli USA non è nient'altro che la riproposizione della strategia militare ideata nei primi del '900 dal generale polacco Piłsudski (conosciuto per il "Miracolo della Vistola") che evidenziava la necessità di convogliare un'unione di nazioni non russe al fine di accerchiare la Russia (vedi avanzamento NATO) che allora come oggi, dal post-guerra in poi, erano appartenenti alla sfera zarista o del Patto di Varsavia. Paesi che vanno dal Baltico al Caspio ed il Caucaso con il preciso compito di stabilizzarne la sovranità di questi paesi, comunque eterodiretti da diktat stranieri franco inglesi all'epoca e sotto l'egida statunitense ora (Il garante polacco dell'epoca era l'intesa franco inglese che abbandonò miseramente Piłsudski spingendo l'allora capo dell'etmanato ucraino di Skoropads'kij verso la Russia per ridimensionarne gli imperi germanico e austro ungarico).
Piłsudski riteneva attraverso i metodi INTERMARIUM e PROMETEICI  che fosse indispensabile la stabilizzazione del territorio ucraino al fine di contenerne le mire dell'impero zarista prima e del regime sovietico poi così da reciderne ogni relazione ad oriente e successivamente proclamandone la Polonia, porta di confine con il mondo slavo, depositaria di questo ruolo di primo piano. Piłsudski preferiva essere un cane sciolto diffidente sia dell' est che dell'ovest poiché consapevole di poter esser schiacciato dagli imperi dell'epoca, tra cui quello asburgico e tedesco in continua ascesa. Oggi come allora è possibile rintracciarne le assonanze con il ruolo assunto dalla Polonia in campo geostrategico che in coabitazione con altri stati vassalli (Ucraina, Finlandia, Lettonia, Lituania, Georgia, in parte Azerbaijan) esercita politiche di interesse reciproco ma particolarmente statunitensi.  Questi stati svolgono il ruolo di cani rabbiosi nei confronti della Russia sostenendo le politiche più militariste della zona Euro.... ma non solo. Infatti oggi come allora, la Polonia alla luce dei recenti testa a testa di carattere interno con l'Unione Europea può custodire ancora spazi di autonomia ottriati dall'egemone USA purchè essa sia subordinata ai piani geopolitici della superpotenza in cambio di un revanscismo nazionalista che porta in odio principalmente la Russia.
L'attuale politica miope degli USA punta, come qualche decennio fa e per l'intero corso del secolo scorso, a sperare in una graduale e provvidenziale caduta del sistema della Federazione Russa come già fatto con l'URSS per ragioni di carattere endogeno attraverso il crollo politico-economico per la corsa agli armamenti, l'ormai superato sistema economico di pianificazione contro l'econonia di mercato e qualche scorribanda qua e là degli stati dell'INTERMARIUM che ne esercitano una forza disgregatrice non realmente efficace ma utile a prender tempo affinchè le prime due cause già spiegate si realizzino nel tempo (oggi vedi impiego e sforzo militare in Ucraina più smottamenti tra Georgia e Nagorno Qarabag con il combinato sanzioni occidentali).
Queste teorie politiche del maresciallo polacco e ministro della guerra nel '15-'18 hanno lasciato un'impronta nel modus operandi euroamericano producendo le crisi che oggi rialeggiano sul nostro continente per le grandi similitudini con i conflitti del 2008 in Georgia  e del 2014 in Ucraina. Un'impostazione folle che allargando il fronte NATO ha chiamato a raccolta tutti i cosiddetti stati prometeisti che reiterando provocazioni nel tempo intendono osteggiare la forte ripresa della Russia nel mondo eurasiatico conseguenziale alle politiche di riaffermazione di Vladimir Putin.
Il punto è che intanto il mondo è  cambiato, la Russia non è più nè un impero nè l'URSS, anche se al mondo occidentale  conviene appiccicargli etichette del secolo scorso pur di non raccontare le verità o perlomeno i cambiamenti storici ai suoi cittadini. Le speranze di un crollo socio economico in stile URSS integrate da teatri di guerra per logorare la Russia rivelano un occidente vecchio, malato e fortemente colonialista ormai allo sbando che preferisce illudersi nello sfogliare le vecchie pagine del passato eludendo i cambiamenti strutturali internazionali che, tranne in caso di un conflitto globale, sono INEVITABILI.
È cambiato il sistema economico russo che oggi adotta un modello ibrido di mercato e sovrano. Ma è cambiato un mondo intero con i BRICS.  India ma soprattutto Cina offrono opportunità di mercato che frantumano le politiche vetuste e retrogradi di isolamento della Russia. La Russia girerà i tacchi e troverà porte spalancate ovunque tranne che in Europa che al contrario attraverso una propaganda immorale ha convinto i suoi cittadini che dall'altra parte ci sia un mostro e per precise decisioni politiche ha ottusamente scelto di mandare all'aria un'intera impalcatura economica e culturale, trincerandosi come fu allora per l'URSS  in un'economia chiusa (SEV/COMECON), che oltre a non avere sbocchi economici in politica estera rende gli stati membri dei soggetti politici assoggettati al potere ipercentralista di Washington. In breve degli stati fantoccio senza alcuna autonomia o reale potere legislativo in materia internazionale!