L'accelerazionismo: spinta al futuro o alienazione?
di Umberto Bianchi - 05/05/2025
Fonte: Umberto Bianchi
Quello di “Accelerazionismo”, è un termine che, sebbene indirizzato ad un
determinato indirizzo di pensiero, ha finito in verità, con il raccogliere una varietà di
significati e riferimenti, in grado di generare non poca confusione, in chi non fosse
ben addentro alla materia. Cominciamo con il dire che a premessa di questa tematica
di pensiero, stanno gli scritti di Gilles Deleuze e Felix Guattari che, negli anni ‘60,
partendo da un’analisi eterodossa del pensiero marxista, in base alla quale per
addivenire alla fine del capitalismo, anziché porsi in una posizione di scontro frontale
con esso, sarebbe stato invece molto meglio cavalcarne le contraddizioni,
intensificandone la pratica, sino a portarlo al collasso. Una teoria questa, che aveva
avuto un suo primo accenno negli scritti di Marx, che vedeva nella nascente
automazione delle macchine, un valido supporto alla liberazione del proletariato. Ma
se, quanto preconizzato da Deleuze e Guattari, rimane nel confuso e vago ambito
delle mai approfondite istanze, quanto invece accade con il contemporaneo
Accelerazionismo, è qualcosa di molto di più che un semplice auspicio.
Il tutto ha inizio all’università di Warwick (GB), nei primi anni ‘90, con la nascita,
proprio agli albori della digitalizzazione, della CCRU, acronimo per Cyber Culture
Research Unit, da parte di un gruppo di giovani ricercatori che, nel far proprie le linee
di pensiero di Deleuze e Guattari, sotto la guida della femminista Sadie Plant, iniziò
ad indagare i rapporti tra essere umano e cybercultura, arrivando così a preconizzare
un vero e proprio rapporto di osmosi ed interazione tra le due sfere. In questo quanto
mai composito ed eterodosso gruppo di studiosi, composto da musicisti, esperti di
marketing, filosofi, artisti, hackers emerge, ben presto, la carismatica figura di Nick
Land, docente di filosofia ed ex della fondatrice, che imprimerà alla CCRU quel suo
deciso carattere “accelerazionista”. Land, difatti, porterà agli estremi le tesi di
Deleuze e Guattari, preconizzando un capitalismo che, sciolto da qualsiasi freno
inibitorio, rappresentato dall’etica o dalla politica, avrebbe inevitabilmente condotto
ad una “cyber rivoluzione” delle macchine contro l’uomo. Il collante filosofico che
accomunerà tutti i membri della quanto mai composita e disordinata comunità della
CCRU, sarà il cosiddetto “Meltdown/ Collasso”, che è poi il titolo del loro manifesto
filosofico, dove con un linguaggio a metà strada fra narrativa e speculazione, si
immagina un futuro dominato dall’insanabile contrasto tra una iper tecnologica
dittatura globale e una continua guerriglia, combattuta a colpi di teconologie
informatiche “high tech”, in un contesto nel quale, il corpo umano è ibridato da
avveniristiche tecnologie, mentre intelligenze artificiali autonome, si ribellano alla
dittatura.
Una minima parte di quanto immaginato da Land e dai suoi, ha iniziato ad auto-
realizzarsi, le cosiddette “iperstizioni”: dal Metaverso, ai primi robot umanoidi, alla
creazione sintetica di embrioni umani, ribadendo in tal modo, il principio che, tutto
ciò che è immaginato a livello culturale, è destinato ad essere realizzato dalla tecnica.
Con il prematuro abbandono di Land e la fine dell’esperienza della CCRU, la dottrina
“accelerazionista”, si divide in due filoni: uno di “sinistra”, rappresentato da Mark
Fisher, Alex Williams e Nick Srnicek ed uno di “destra”, rappresentato da Nick Land.
Con la pubblicazione nel 2008 di Realismo capitalista, Fisher, contrariamente a
quanto afferma invece il suo maestro e mentore Nick Land, si fa portatore di una
impietosa critica del capitalismo. Se, difatti, Nick Land attribuiva ad esso una valenza
rivoluzionaria, Fisher lo considera quale causa di immobilità. Egli sostiene infatti,
che il capitalismo abbia totalmente monopolizzato ed inaridito le capacità
immaginative del genere umano, assumendo la valenza di unica soluzione possibile,
rendendo impossibile la nascita di nuove idee e quindi, la possibilità di
un’alternativa. Le prime vittime di questa logica, sono le «sinistre», che avendo
interiorizzato tali logiche, ne sono divenute totalmente succubi ed incapaci a
fuoruscirne.
Un’idea ribadita ed ulteriormente approfondita da Alex Williams e Nick Srnicek,
autori di Manifesto Accelerazionista, Inventare il futuro e Per un mondo senza
lavoro. Sulla falsariga di quanto preconizzarto da Toni Negri in Impero, con l’idea di
“masse desideranti”, Fisher, Williams e Srnicek, concordano sulla idea di un percorso
di liberazione dall’alienazione capitalista, tramite il desiderio, visto che, in base a
quanto precedentemente detto, non si può fare riferimento ai parametri ideologici del
passato. Pertanto è necessario considerare l’accelerazione del progresso tecnologico
quale inedita possibilità, in grado di di migliorare la qualità della vita umana. Lo
sviluppo tecnologico, sulla falsariga dell’esempio rappresentato dall’efficiente
funzionamento della rete logistica di Amazon, dovrebbe quindi essere collettivizzato,
per essere messo al servizio delle esigenze umane. In questo modo, attraverso
l’automazione di molti settori lavorativi, si arriverebbe alla liberazione dell’uomo
dalla fatica e dall’alienazione del lavoro, permettendo a quest’ultimo di sostentarsi
tranquillamente grazie alla garanzia di un reddito universale. Il tutto, chiaramente
supportato da tecnologie “green”, cioè a basso impatto ambientale…
Collocatosi fuori dal giro per diversi anni, a causa delle sue dipendenze da droghe
varie, Nick Land prenderà un’altra strada, totalmente diversa da quella dei suoi
succedanei allievi. Sempre rimanendo attaccato all’idea della necessità di accelerare,
sino ad arrivare ad esasperare il processo Tecno Economico, non per liberare l’uomo
dalla schiavitù e dall’alienazione capitalista, bensì per arrivare a far sì che sia la
stessa Tecno Economia o, se volete, il Capitalismo, a sbarazzarsi dell’elemento
umano, facendo di se stesso, un “iperoggetto”. Il che tradotto in poche parole,
facendo della Tecno Economia un “Pensiero Pensante”, una vera e propria eggregora
materiale, che sopravvive autonomamente e che prescinde dall’esistenza e
dall’umano pensiero. Non per niente, in questa sua “seconda vita” intellettuale, Land
si è trasferito in quella Cina capital comunista, nella quale egli ravvisa l’inizio della
realizzazione della sua “distopia”, nella quale concepisce un mondo composto da
tante città-stato, realizzate sulla falsariga di tante Silicon Valley.
Qui si è realizzata la cosiddetta “singolarità tecnologica”, ovverosia quel punto del
progresso scientifico in cui l'innovazione è esponenziale e autogenerata dagli
avanzamenti stessi della tecnica. La stessa democrazia, divenuta oramai d’ostacolo
allo sviluppo di queste realtà, è stata sostituita da consigli di amministrazione, a loro
volta retti da amministratori, posti a vie di mezzo tra informatici e “re-lucumoni”,
nella fattispecie di una teocrazia tecnologica.
Ciò che Nick Land preconizza costituisce il cosiddetto “Dark
Enlightement/Illuminismo Oscuro”, una vera e propria distopia che trova il suo
fondamento nel già citato concetto di iperstizione che rompe la linearità spazio
temporale classica della futurologia: ciò che succede, è già successo nel futuro.
L'iperstizione si fa così praxis della distopia, intendendo esasperare il presente,
poiché questo si faccia profezia autoavverante del futuro. Quanto preconizzato da
Nick Land, costituisce il cosiddetto “Accelerazionismo Oscuro”, ovverosia l’ala di
“destra” di questa nuova istanza ideologica. Tant’è che, ad interessarsi ad esso, oltre a
personaggi del calibro di uno Steve Bannon o di un Peter Thiel, (per intenderci, il
fondatore di Pay Pal, sic!), sono anche tutti quegli ambienti, in qualche modo
ricollegabili alla destra radicale suprematista americana, la cosiddetta “alt right”.
Nelle sue elucubrazioni, lo stesso Land, sembra sia stato influenzato da suggestioni
esoteriche e da richiami a certo (confuso...) tradizionalismo.
Le teorie accelerazioniste di Land, sono viste quale forma di sintesi post moderna tra
niccianesimo e futurismo, animate da una potente fascinazione per la Tecno
Economia. Teorie queste, che sembrano avere un passato parallelo con il Cosmismo
russo di Fiodorov e di Bogdanov, che tramite la tecnica puntavano
all’immortalizzazione dell’ “uomo nuovo”, il proletario sovietico, attraverso la
conquista e l’espansione nello spazio. Ma di “Accelerazionismo” si può parlare anche
in un senso più lato, intendendosi con questo, la prassi di portare il modello
capitalista e globalista occidentale alle sue più estreme contraddizioni, al fine di
innestare un processo rivoluzionario di sinistra o di destra, che dir si voglia. L’idea
landiana di “neo reazione”, imperniata su un concetto di profonda diseguaglianza tra
gli esseri umani, non dovrebbe, però trarre in inganno chi pensasse di trovarsi di
fronte al tentativo di ricostituire un modello sociale, fondato su una scala gerarchica
costituita da valori spirituali, nella fattispecie di una specie ordinamento esoterico ed
iniziatico post moderno, all’insegna di una predominante dimensione tecnologica.
Questo perché, l’assegnare al capitalismo il ruolo centrale di motore per il
cambiamento, significa porre sic et simpliciter, al centro della riflessione
l’economicismo, rappresentato dal più materiale di tutti i beni: il denaro. Pertanto se
da una parte, con l’accelerazionismo di Nick Land, si rischia di perorare l’avvento di
una società gestita con i parametri di un’azienda, incentrata su un’idea di assoluta
centralità e predominio della Tecno Economia, dall’altro lato, quello progressista, si
ricade nuovamente nell’inganno dell’utopismo che, nel preconizzare un’umanità
finalmente libera dagli obblighi del lavoro, prepara invece, un futuro di
assoggettamento ed omologazione globali, ad un unico modello di sviluppo, ben
rappresentato dall’idea di un salario universale di cittadinanza.
Il concetto di “Accelerazionismo” può essere indicativo di una prassi volta a
stravolgere definitivamente, mettendone in risalto, le contraddizioni del sistema
capitalista globale, nel ruolo di vera e propria metafora d’azione. Ma non può
divenire il mezzo per veicolare e fare della Tecno Economia, il centrale punto di
riferimento dell’intera civiltà umana. La spinta al futuro, il volersi proiettare oltre la
sin troppo limitante condizione umana, devono vedere nell’ utilizzo della Tecnica e
dell’Economia, un semplice ed aleatorio mezzo e non un fine, perché in questo caso
ne va della perdita di quella “humanitas”, di quella centralità spirituale dell’uomo,
che dovrebbe essere la priorità assoluta di qualsiasi narrazione ideologica ed invece,
come abbiamo avuto modo di riscontrare, non lo è affatto. Con tutti i rischi annessi e
connessi.
Quello dell’”Accelerazionismo” deve essere considerato uno spunto ed in quanto tale,
può anche non esser colto nel suo attuale significato ideologico, bensì essere soggetto
ad una interpretazione più estesa. Come abbiamo guià visto, l’ idea di “accelerazione”
può anche esser interpretata quale spinta allo stravolgimento del tempo unilineare
globale, finalizzato al dominio universale della Tecno Economia. Un momento volto
ad accelerarne le evidenti contraddizioni, senza per questo, arrivare alla completa
alienazione e perdita di specificità della umana natura. Oggi, più che mai, l’Occidente
e l’umanità intera, sono affacciati sull’orlo di un abisso, dalla natura di vero e proprio
bivio ontologico, tra l’ alienazione tecno-economica e la possibilità di addivenire ad
un superiore stato di esistenza, attraverso il superamento di quei limiti e di quelle
chiusure mentali che ne hanno, sinora letteralmente tarpato le ali. A questo compito di
risveglio è deputato, in primis, l’Occidente, là dove il sole va a cadere, per poi
rinascere a nuova vita, in nome di una plurimillenaria vicenda. A noi tutti e ad un
moto di collettivo risveglio delle coscienze resta, dunque, la scelta.
BIBILIOGRAFIA DI RIFERIMENTO:
Umberto Bianchi-Alle Origini della Globalizzazione, Nuove Idee, Roma, 2005
Nick Land,Collasso, trad. Valerio Cianci, Luiss University Press, Roma, 2020
Nick Land,Illuminismo oscuro, GOG, 2021
Nick Srnicek e Alex Williams, Inventare il futuro. Per un mondo senza lavoro, traduzione di Fabio
Gironi, Roma, Nero Editions, 2018