La corruzione è diventata una epidemia in Europa?
di Leon Vermeulen - 05/12/2025
Fonte: Giubbe rosse
L’ultimo scandalo di Bruxelles pone una domanda che l’UE non può più evitare. Il nuovo scandalo di corruzione che ha travolto alti esponenti della Commissione europea ha scatenato ben più di un semplice dramma a Bruxelles: ha portato alla luce una domanda più ampia e molto più scomoda:
La corruzione non è più un’eccezione in Europa, ma un’epidemia crescente all’interno delle sue istituzioni?
Ciò che un tempo sembrava un comportamento scorretto isolato, ora assomiglia sempre più a un modello strutturale.
- Il Qatargate ha messo in luce la vulnerabilità del Parlamento europeo alle influenze straniere.
- Il caso Pfizergate ha rivelato fino a che punto contratti multimiliardari possano essere negoziati in totale opacità.
- Frontex è stata travolta dalle accuse di cattiva gestione e di copertura politica.
- Le capitali nazionali sono teatro di propri scandali, dalla Francia alla Germania, fino alla Slovacchia.
E ora i vertici della Commissione stanno affrontando accuse abbastanza gravi da poter essere paragonate al crollo della Commissione Santer nel 1999.
In questo contesto, per Bruxelles diventa ancora più difficile ignorare una contraddizione:
il suo incessante sostegno politico e finanziario all’Ucraina, un Paese dai cronici problemi di corruzione che hanno spinto l’UE a richiedere da tempo delle riforme, ma di cui ora evita in gran parte di discutere.
Se l’Europa fatica a contenere la corruzione al suo interno, quanto può essere credibile nel pretendere integrità all’estero?
UN SISTEMA BASATO SULLA FIDUCIA, ORA IN VIA DI EROSIONE
L’UE è una struttura di governance globale insolita:
Dipende molto più dalla fiducia e dall’autorità morale che da poteri forti. La sua influenza deriva dalla convinzione che sia più pulita, più trasparente e più responsabile rispetto alle grandi potenze che la circondano.
Questa convinzione si sta ora erodendo.
Il secondo mandato della von der Leyen è stato segnato da ripetuti interrogativi sulla trasparenza, sul processo decisionale centralizzato e sulla riluttanza della sua Commissione a sottoporsi a un controllo rigoroso.
L’ultimo scandalo conferma ciò che i critici denunciano da anni:
L’Europa ha creato un’architettura politica dotata di un’enorme discrezionalità esecutiva e di una supervisione sorprendentemente debole.
LA NORMALIZZAZIONE DELLA CORRUZIONE È PIÙ PERICOLOSA DELLA CORRUZIONE STESSA
Ogni sistema politico deve affrontare il problema della corruzione. Ciò che distingue le democrazie resilienti da quelle fragili è se la corruzione sconvolge l’opinione pubblica o se i cittadini iniziano a scrollare le spalle.
In Europa, scrollare le spalle sta diventando un’abitudine comune. Si sta verificando una lenta normalizzazione:
- Gli “scandali di Bruxelles” non sono più una sorpresa.
- Le indagini si trascinano per anni senza conseguenze.
- I funzionari coinvolti in controversie spesso ricompaiono in altri ruoli di alto livello.
- E le riforme etiche vengono annunciate con grande clamore, ma attuate nel silenzio.
Allo stesso tempo, il sostegno incondizionato dell’Europa a Kiev ha creato una dinamica scomoda:
L’UE esige dall’Ucraina riforme dello Stato di diritto, mentre ha difficoltà a mantenere gli stessi standard tra i propri alti funzionari.
Bruxelles non può dare lezioni di governance ai paesi candidati mentre si mostra vulnerabile alle stesse debolezze.
UNA CRISI DI CREDIBILITÀ CON CONSEGUENZE GEOPOLITICHE
La credibilità dell’Europa è più che simbolica: è strategica. Quando gli scandali di corruzione si moltiplicano all’interno delle istituzioni dell’UE e quando Bruxelles sembra tollerare la corruzione in Ucraina per convenienza politica, ne conseguono tre conseguenze:
- I cittadini perdono fiducia nel progetto europeo. I movimenti populisti acquisiscono un vantaggio narrativo.
- I paesi candidati mettono in dubbio la sincerità delle condizioni imposte dall’UE. Se Bruxelles non è in grado di controllare sé stessa, perché dovrebbero prendere sul serio i suoi standard?
- Le grandi potenze rivali sfruttano questa contraddizione. Russia, Cina e persino i politici statunitensi evidenziano sempre più spesso le incongruenze della governance europea.
La forza dell’UE nella politica globale si basa sulla percezione che essa sia più pulita di coloro che critica. Se tale percezione crolla, crolla con essa anche l’influenza strategica dell’Europa.
L’EUROPA DEVE ATTUARE UN VERO E PROPRIO RIPRISTINO DELLA GOVERNANCE PULITA
Questo momento richiede più di semplici annunci simbolici sull’etica. Richiede riforme istituzionali di una portata a cui Bruxelles si oppone da decenni:
1. Un’autorità etica dell’UE veramente indipendente
- Non nominato dalla Commissione.
- Non composto da personale interno.
- Non dipendente dalla buona volontà politica.
2. La trasparenza dei contratti, degli appalti e delle negoziazioni come obbligo giuridico. L’era dei mega-contratti riservati e dei messaggi informali deve finire.
3. Responsabilità della Commissione in linea con le norme democratiche nazionali. I cittadini europei devono disporre di meccanismi, diretti o parlamentari, per indurre i funzionari di alto livello a rispondere del proprio operato.
4. Un approccio coerente verso la corruzione all’estero. Il sostegno all’Ucraina deve rimanere fermo ma condizionato, trasparente e professionalmente verificato.
L’Europa non può pretendere ciò che non mette in pratica.
CONCLUSIONE: IL MOMENTO DELLA VERITÀ
La domanda che emerge da Bruxelles è chiara e inevitabile:
Questi scandali sono sintomi di un’epidemia di corruzione e, se sì, l’Europa è pronta ad affrontarla con onestà?
La risposta determinerà molto più del destino della Commissione von der Leyen. Essa plasmerà la credibilità stessa dell’Unione Europea, la legittimità delle sue richieste nei confronti di partner come l’Ucraina e il suo ruolo di attore globale in un mondo in rapida evoluzione.
L’Europa ha ancora tempo per ripristinare la fiducia.
Ma gli scandali per sopravvivere si stanno esaurendo.
leonvermeulen.substack.com — Traduzione a cura di Old Hunter