Non è una novità. La civiltà basata sul dominio, il profitto, lo sfruttamento di umani e natura, cioè la società in cui viviamo, non tollera altre civiltà, e chi sceglie di far crescere i propri bambini nell’affetto, nella libertà, nella natura, nella salute è, di fatto, un nemico della civiltà del dominio. E’ un nemico del sistema.
Il sistema progreditissimo dell’ignoranza e del conformismo servile veicolati da quella che chiamano “istruzione”; del bullismo fomentato da diseguaglianza, frustrazione, mancanza di affetto e attenzione nelle famiglie; delle malattie e dei miliardi procurati da vaccini e farmaci. Il sistema della competizione sociale a tutto spiano e del denaro come unico obiettivo e scopo della vita.
Non è una novità. Il sistema si difende dai buoni esempi, perché i buoni esempi sono contagiosi ed esiziali per un sistema cattivo. Non porta via i bambini dei boss mafiosi, perché i boss mafiosi fanno allegramente parte del sistema mafio-capitalista in cui viviamo. Strappa i bambini a chi vuole farli crescere in maniera alternativa al sistema. Costoro sono un pericolo, e tanto più sono un pericolo nel tempo attuale in cui disagio, scoraggiamento, repulsione verso la società in cui viviamo sono i sentimenti di molti, che cercano nuovi modelli di vita e guardano con attenzione e speranza a chi quei nuovi modelli li sta sperimentando e vivendo.
Non è una novità. La civiltà capitalista, colonialista, contronatura, per secoli ha rapito i bambini dei cosiddetti “selvaggi”.
Negli Stati Uniti e nel Canada, dall’ottocento fino alla fine degli anni settanta del secolo scorso, centinaia di migliaia di bambini indiani, inuit, hawaiani, sono stati strappati con la forza alle loro famiglie e comunità, rinchiusi in collegi, convertiti alla religione cristiana, costretti a non usare più la propria lingua, a non vedere mai più genitori, fratelli, nonni, amici, la loro terra e i loro animali: dovevano essere “plasmati”, educati a diventare come i loro conquistatori, con lo scopo dichiarato di cancellare cultura e tradizioni di popoli interi. (1)
Riuscirono solo a farli soffrire, farne morire una buona parte, storpiare l’anima e la psiche dei sopravvissuti.
Lo stesso è accaduto in Australia: dal 1910 agli anni settanta migliai di bambini aborigeni e melanesiani, la “generazione rubata”, furono strappati con la forza alle famiglie e alle loro comunità, separati per sempre dai loro affetti, rinchiusi in collegi dove venivano angariati, puniti crudelmente; dove non potevano più usare la propria lingua e dovevano abbandonare abitudini e tradizioni dei loro popoli.
In Danimarca anche, i governi hanno voluto sperimentare la “civilizzazione” degli inuit groenlandesi, perché i bambini inuit andavano trasformati in danesi, modificati intellettualmente e culturalmente, sottraendoli per sempre alla madre, alla famiglia, alla loro vita, per metterli nelle mani di educatori che non potevano essere che ottusi e malvagi.
Perché l’intento era “il loro bene”, il che voleva dire dare per scontato che il bene fosse quello della civiltà industrial-occidentale, e quindi che coloro che non ne facevano parte (e non volevano farne parte) fossero dei minorati, dei subumani; fossero “il male”.
Sono solo tre tra i tanti esempi di crudeltà, unita alla presunzione razzista, dei dominatori, che si è accanita nell’impadronirsi dei bambini per tranciare le radici e le speranze di popolazioni antitetiche al sistema in cui viviamo.
Oggi sembra che i “selvaggi” di cui strappare le radici e il futuro siano ritenuti coloro che il sistema lo rifiutano. Che scelgono di vivere e di crescere i loro bambini in mezzo alla natura, di non inquinare e di non sprecare, di lavorare la terra rispettandola e di insegnare tale rispetto ai loro bambini; di preservare la loro salute fisica facendoli respirare aria pulita, mangiare cibi sani, muoversi liberamente all’aperto, invece che imbottendoli di carrettate di vaccini tossici, “adiuvati” con metalli pesanti (2); di preservarne la salute mentale tenendoli lontani da scuole in cui si insegna lo spreco, la piaggeria, la competizione, il consumismo cibernetico e non.
Questi “selvaggi” sono poi particolarmente invisi al sistema sanitario-mafioso, che dalla dittatura pandemica in poi ci ha preso gusto e pensa di poter imperversare dettando legge in ogni campo della vita umana, con alle spalle il potere delle multinazionali del farmaco e delle finanziarie globali di cui esse sono parte, e con la complicità di un ceto politico criminale.
Sono due in questo momento gli episodi conosciuti di nostri “selvaggi” a cui sono stati strappati i loro bambini. (3)
Chiunque sia genitore, chiunque ha o abbia avuto bambini e li abbia amati può facilmente immaginare la disperazione di quei genitori.
Chiunque abbia la capacità di ricordare il sé stesso bambino può immaginare la disperazione totale e annichilente di un bambino separato con la forza da genitori amati, portato in un ambiente estraneo da persone ostili.
La prepotenza, l’arbitrio, la crudeltà vendicativa sono prerogative di un sistema di dominio, di un sistema capitalista e dei suoi Stati, e se e quando non ne fanno uso è perché non ne hanno bisogno o perché sono troppo deboli per l’avversario che si trovano di fronte. Gli Stati europei si possono ormai a stento considerare delle democrazie e quelli occidentali hanno come “tradizione” e cultura quella dei colonialisti e imperialisti che sono sempre stati.
L’Unione Sovietica metteva in convitto i bambini dei pastori di renne nomadi dell’Artico. Scuole-convitti che avevano terreni, renne, manufatti artistici dei loro popoli, e che chiudevano durante l’estate, quando i bambini tornavano alle loro famiglie. Tuttavia, i bambini scappavano per tentare di raggiungere le loro famiglie, le loro tende di pelli a quaranta sottozero, i loro “servizi igienici” che erano e sono la tundra, i loro bagni che erano tinozze d’acqua o ruscelli e fiumi ma utilizzati solo d’estate. Allora il governo decise che era meglio mandare gli insegnanti alle tende, invece che i bambini alle scuole, e capì che forse l’istruzione della vita, della natura e delle capacità tramandate era più importante di quella della scuola. (4)
Gli australiani, i canadesi, gli statunitensi, i danesi non hanno difeso i loro indigeni. Così hanno precluso a sé stessi la conoscenza di una vita alternativa e la possibilità di una scelta diversa.
Noi, se non difenderemo le scelte e la vita di queste famiglie neorurali, lasceremo che istituzioni dittatoriali eliminino qualsiasi possibilità di combattere il sistema con scelte concrete e coerenti di vita.
“… I poliziotti, gli assistenti
dissero: Dovete capire
noi gli daremo quello che voi non gli potete dare
gli insegneremo come bisogna vivere,
come bisogna davvero vivere
invece ci hanno umiliati,
insegnato questo e insegnato quello
e agli altri hanno insegnato il pregiudizio…
Avete portato via i bambini
spezzato il cuore della madre
ci avete separati…
Un giorno oscuro a Framingham
vennero senza dire una parola
mia madre gridò: Chiama il papà!
Arrivò correndo, lottando impazzito…
Poi ci portarono via dalla nostra famiglia…”
(Took the children away – Archie Roach)
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https://indigenouspeoplesatlasofcanada.ca/article/history-of-residential-schools/
2)https://www.neurology.org/doi/10.1212/WNL.0000000000207337
https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0147651323003676
https://pmc.ncbi.nlm.nih.gov/articles/PMC4318414
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/21568886
https://www.mdpi.com/2305-6304/10/9/518
4)https://arcticportal.org/ap-library/news/3403-nomade-schools


