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La cecità strategica Europea porterà l'Ucraina alla distruzione

di Antonio Terrenzio - 20/08/2025

La cecità strategica Europea porterà l'Ucraina alla distruzione

Fonte: Antonio Terrenzio

Il vertice di Anchorage oltre a segnare un primo ufficiale riavvicinamento tra Usa e Russia, ha posto le premesse non solo per arrivare alla pace in Ucraina, ma per ridisegnare il sistema di sicurezza internazionale che tenga conto dei nuovi equilibri e delle esigenze di sicurezza della Federazione Russa. Al vertice di Washington, nel trilaterale che ha visto coinvolti Trump, i leader europei e Zelensky, le posizioni sono ancora lontane, con un Europa che cerca di recuperare un ruolo sul tavolo negoziale, ma che rischia di rimanere la grande esclusa in una contesa geopolitica complicatissima. I non-leader Europei prendendo la parola a turno, hanno dissimulato una volontà di arrivare ad una pace, ma perorando di fatto condizioni irricevibili per Mosca. Le condizioni per un cessate il fuoco immediato caldeggiato da Rutte e Mertz, così come la necessità di sostenere l'Ucraina con contingenti ed armamenti, equivalgono a rimanere de facto sulle posizioni di partenza. Zelensky ha pensato di persuadere Trump con un accordo sul business militare: un rifornimento di armamenti americani per 100 miliardi di dollari, ovviamente finanziati dall' UE, ed una collaborazione nell'industria militare attraverso una joint venture americana su territorio ucraino nella produzione di droni. Un modo per creare un legame diretto con gli interessi occidentali, nonché di coinvolgerli esplicitamente nel conflitto. Ipotesi inaccettabile per il Cremlino, così come la proposta di attuare un accordo alternativo all'ingresso della NATO dell'Ucraina che dia garanzie di sicurezza e dove i paesi membri del patto offrirebbero un dispiegamento diretto dei propri eserciti in Ucraina occidentale. Nessun cenno da parte di Zelensky e dei volenterosi sulla cessione dei territori.
Adesso che il disastro sta per compiersi, l'Europa teme di rimanere fuori dal negoziato, di non avere voce in capitolo sul destino dell'Ucraina, dal momento che essa è solo il primo di una serie di nodi, dove la Russia vorrà ridiscutere il sistema di sicurezza nel suo estero vicino che va dal Baltico al Mar Nero. Lo ripetiamo, se l'Europa si è tagliata le gambe da sola, schiacciata dagli interessi geostrategici delle due grandi superpotenze, è perché ha rinunciato a pensarsi come soggetto indipendente in grado di riconoscere i propri interessi vitali. E di non considerare i legami storici, culturali e soprattutto di sicurezza che legano le relazioni tra Ucraina e Russia. Adesso, che alcuni governi parlino di autonomia tecnologico-militare, di "visione strategica comune", che la Germania vari un progetto da oltre 500 miliardi di riarmo, suona come pretestuoso, intempestivo e soprattutto pericoloso.
L'Ucraina oggi è una nazione distrutta, dove la guerra ha costretto oltre undici milioni di abitanti ad una diaspora. Continuare ad appoggiare il suo presidente delegittimato e corrotto, riempiendolo di promesse che possono essere mantenute solo al prezzo di una esposizione frontale dell'Unione, è una iniziativa folle oltre che dai costi umani ed economici enormi. Intestardirsi sull'integrità territoriale dell'Ucraina, sull'indisponibilità a cedere territori, è una retorica falsa e bugiarda che non tiene conto della realtà della storia, dei suoi cambiamenti e soprattutto della mancanza di sensibilità strategica nei riguardi degli altri soggetti statali, specie perché le conseguenze di quanto accaduto nell'Ucraina orientale, erano ampiamente prevedibili (si ricordi una intervista ad Eduard Limonov a inizio anni '90 disponibile su YouTube, per non scomodare le tesi presenti sui manuali di Huntington e Brezinsky) e i politici europei hanno deciso colpevolmente di ignorarle. Atto di servilismo atlantista e di cecità geopolitica diremmo noi.
Facile intuire che dal vertice di Washington non si perverrà a nulla di decisivo verso la risoluzione del conflitto. Men che meno un cessate il fuoco, promosso dagli Europei con Mertz in testa, dato che sarebbe solo un modo per ingannare Mosca, rifornendo Kiev di droni e missili. L'Europa ha già perso da un pezzo la prova della maturità (e della credibilità) accettando di sposare la causa dei nazionalisti ucraini e dei piani Neocon americani. Un' Europa finalmente credibile accetterebbe il verdetto delle forze in campo, salvando vite umane, cercando un compromesso accettabile per Mosca e concordando anche un piano di ricostruzione per l'Ucraina. A patto del riconoscimento del suo status neutrale e di non continuare a minacciare la Russia, cercando una pace fattibile per recuperare credibilità, e soprattutto per garantire la sicurezza dei cittadini europei. Adesso, non dopo, quando chiusa la guerra sul fronte ucraino, il conflitto potrebbe estendersi all'interno dei suoi confini. E dopo aver distrutto l'Europa sul piano industriale e politico, da questa classe di governanti inetti e irresponsabili è lecito aspettarsi di tutto.