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La crisi sanitaria ha mostrato tutte le falle di questo sistema, e la risposta dovrebbe essere un rinnovamento delle forme di organizzazione politiche e delle categorie che utilizziamo per leggere la realtà

di Gennaro Scala - 21/10/2020

La crisi sanitaria ha mostrato tutte le falle di questo sistema, e la risposta dovrebbe essere un rinnovamento delle forme di organizzazione politiche e delle categorie che utilizziamo per leggere la realtà

Fonte: Gennaro Scala

Il problema esiste ed è innegabile, se la progressione di malati bisognosi a vario livello di cure ospedaliere dovesse continuare al ritmo attuale ci troveremmo nel giro di un paio di mesi di fronte ad un grave problema sanitario, che potrebbe diventare molto grave se il covid seguisse l'andamento delle influenze stagionali.
Si chiede dunque a tutti di fare dei sacrifici, ma  questi sacrifici sono minimi per alcuni, mentre ad altri si impone la chiusura delle attività con la prospettiva di non riaprirle, con un ridicolo risarcimento finanziario che per taluni non è sufficiente neanche per pagare l'affitto, per i quali non è stata fatta una moratoria con in altre nazioni. Mi dicevano, che persino in una nazione in dissesto finanziario come la Grecia gli aiuti a chi è stato colpito dalle misure anti-covid sono stati più consistenti e rapidi che in Italia. Le misure sanitarie aggraveranno la crisi economica, per affrontare  la quale nessuna forza politica ha un progetto, mentre per le fasce giovanili si accresce la prospettiva di un'esclusione a lungo termine.
Non è sorprendente quindi che vi sia chi nega il problema, di fronte all'ipocrisia di un governo che ha fatto ben poco per adeguare le strutture sanitarie, finora vi è stata meno della metà dell'incremento delle terapie intensive previste, di fronte ad una propaganda mediatica e a un presidente del consiglio che cerca di scaricare sulla popolazione la responsabilità e l'onere principale della risposta alla crisi sanitaria, di fronte al moraleggiare di chi è con le terga al caldo,
La negazione del problema è la risposta all'ipocrisia di chi fa appello alla responsabilità collettiva, ma poi di questa se ne infischia. La negazione è dire: no, non abbiamo nessun problema comune, se non riconosci le mie gravi difficoltà economiche, io non riconosco nessun problema collettivo. Tutto sommato, è una risposta più sana, anche se comporta una forma di alienazione dalla realtà, rispetto a chi semplicemente piega la testa, e subisce l'ipocrita discorso dominante. Tuttavia, è una risposta chiaramente subalterna e priva di prospettive. La crisi sanitaria ha mostrato tutte le falle di questo sistema, e la risposta dovrebbe essere un rinnovamento delle forme di organizzazione politiche e delle categorie che utilizziamo per leggere la realtà. Resto sempre disponibile nel mio piccolo, ma intendo prendere in considerazione come potenziale compagno di viaggio soltanto chi ritiene non separabile la crisi sanitaria dalla crisi economica e sociale.