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La deriva nichilistica dell’Occidente

di Gennaro Scala - 04/03/2024

La deriva nichilistica dell’Occidente

Fonte: Italicum

Recensione del libro di Emmanuel Todd, La défaite de l’Occident, Gallimard 2024

Gli USA vivono in una fase di nichilismo avanzato, prodotto dalla scomparsa del protestantesimo che è stata la religione che ha dato vita al capitalismo moderno. Secondo Todd, vi è una prima fase in cui la religione viene osservata ed è determinante nel formare la mentalità collettiva. Seguita da una seconda, la fase “zombie”, che vede venir meno l’influenza morale della religione e il ruolo della formazione di una mentalità collettiva viene coperto dalle ideologie politiche. Vi è infine un grado zero della religione che corrisponde a quello attuale in cui la scomparsa dei valori è totale. 

Il libro in oggetto che è uscito in Francia lo scorso gennaio, fornisce al mondo occidentale forse la descrizione più completa della sua reale condizione. Il libro parte dal conflitto tra Ucraina e Russia, che, naturalmente, Todd descrive quale esso è, cioè un confronto tra l’Occidente e la Russia, ma poi il discorso si allarga a un’ampia analisi della condizione reale degli Usa e dell’Occidente di carattere economico, sociale, antropologico, e anche filosofico, visto il ruolo centrale che ha nel libro il concetto di nichilismo.

Vi sono state varie analisi critiche della politica occidentale, ma il pregio del libro, unico nel panorama attuale, è quello di fornire un quadro generale delle condizioni reali dell’Occidente che sono agli occhi di Todd disastrose. Per questo non esito a dire che si tratta di un libro fondamentale, e mi auguro che il libro scritto da un intellettuale del livello di Todd possa cambiare il dibattito in corso, e riportarlo a termini più realistici, poiché i grossolani errori di valutazione nel caso di un conflitto con una potenza nucleare come la Russia possono essere molto pericolosi, ma non c’è molto da sperare, dato lo stato pietoso del mondo politico, mediatico e culturale occidentale.

Non a caso nell’Introduzione vi è un sentito omaggio a John Mearsheimer, a cui si riconosce di aver coraggiosamente denunciato la follia del comportamento degli Usa, veri responsabili della guerra, ma secondo Todd è necessario andare oltre e capire proprio le ragioni di tale irrazionalità. Per dare una spiegazione delle ragioni “profonde” di alcuni comportamenti irrazionali sia degli Usa, sia per quanto riguarda l’Ucraina che l’Europa, il libro avanza talvolta delle ipotesi piuttosto ardite. Ma l’attenzione alla totalità delle società occidentali, e l’attitudine ad avanzare ipotesi e voler spiegare, diversamente da quanti propongono piatte analisi, presunte obiettive, fatte dal punto di vista di un “osservatore” distaccato dai fatti, sono i pregi di questo libro che fonda le basi per una diversa autocoscienza occidentale, lo dico senza timore di esagerare, e che può e dovrebbe essere di stimolo per ulteriori analisi, che partano dalla stessa consapevolezza di un sostanziale declino o meglio, disfacimento del sistema occidentale. Ma comunque queste analisi che l’autore stesso definisce “speculative” sono corredate da robuste analisi di carattere socio-economico e antropologico che fanno di questo libro un testo unico nel panorama delle pubblicazioni sulle questioni di attualità, dove spesso si nota un appiattimento sul dato immediato, senza rischiare ipotesi teoriche che guardino più in là.

Nell’Introduzione sono elencate le “dieci sorprese” di questa guerra, che sono il portato di tutte le guerre che regolarmente si rivelano “sorprendenti” nelle loro dinamiche ed esiti. Non sto a riportarle tutte, ma tra le sorprese più sorprendenti vi è l’accanita resistenza opposta da una “nazione fallita” come l’Ucraina, e la sua spiegazione sarà l’oggetto di un apposito capitolo. Che voglio riportare in sintesi. Secondo Todd, effettivamente l’Ucraina, che si è costituita come nazione in seguito alla dichiarazione di indipendenza del 1991, ha mostrato di una avere una cultura autonoma (in senso antropologico), soltanto che non è riuscita a costituirsi come Stato, non è riuscita a diventare stato-nazione, soprattutto per la carenza di una classe media concentrata nelle città, che, insieme al forte declino demografico ed economico, l’hanno trasformata in uno “Stato fallito”. Di fronte ad una Russia interessata soprattutto alla Crimea e alle regioni in cui è concentrata la popolazione di fatto russa, che poi sono anche le zone più industrializzate dell’Ucraina, la guerra è stata un modo per restare, in negativo, nella ex-sfera sovietica, e il modo in cui questo “stato fallito” ha trovato una ragion d’essere. Sarebbe stato il momento migliore per l’Ucraina per diventare un effettivo stato-nazione, con il consenso e l’appoggio della stessa Russia che richiedeva solo neutralità, ma non essendovi riuscita, per ragioni di composizione sociale interna, la guerra e il farsi strumento dell’Occidente, è stato un modo per ovviare a questo fallimento, ma preparandone uno catastrofico.

Un’altra sorpresa è stata la stabilità della Russia, ma questa non avrebbe dovuto esserlo per chi avesse letto ad es. un testo come quello di David Teurtrie, Russie. Le retour de la puissance, oppure avesse tenuto presente alcuni dati come il raddoppio della produzione agricola in Russia, che è diventata esportare netto, mentre gli Usa, che una volta “nutrivano il mondo”, sono sulla strada di diventare un importatore di prodotti agricoli.

L’ottava sorpresa riguarda gli Stati Uniti che si sono dimostrati incapaci industrialmente di fornire all’Ucraina l’armamento necessario, e questo rimanda ad una discussione successiva sull’effettiva potenza degli Usa e allo “sgonfiamento” del Pil statunitense, che Todd traduce da PIB (l’acronimo francese per il Prodotto Interno Lordo) a PIR (Prodotto Interno Reale) sfrondandolo di molte voci nei servizi che non sono indice di produzione reale.

L’analisi di Todd volta a definire la reale condizione delle società occidentali non esita a ricorrere a concetti “vetero” come quello di imperialismo, si richiama ad Hobson il quale parlava di una superalleanza tra paesi capitalisti volti a sfruttare tutto il mondo. Addirittura riprende alcune osservazioni di Lenin sull’“aristocrazia operaia”, ovvero il fatto che i superprofitti dovuti all’imperialismo consentivano di distribuire alcune briciole agli strati superiori della classe operaia che in tal modo perdeva il suo carattere rivoluzionario. A Todd interessa mostrare come le delocalizzazioni, e il drenaggio di ricchezza da tutto il mondo grazie alla supremazia finanziaria e del dollaro, abbiano creato negli Usa e nell’Occidente una plebe che vive della produzione che ormai avviene principalmente in Cina e in Asia. Egli riprende quanto scriveva Hobson (uno dei principali punti di riferimento di Lenin per quanto riguarda la teoria dell’imperialismo) secondo cui la situazione in prospettiva poteva venire a somigliare a quello del basso impero romano, dove ad una classe dominante proveniente da tutto il Mediterraneo si associava una plebe romana che viveva delle derrate alimentari provenienti dall’Africa. E avrebbe potuto citare a sostegno anche Sismondi: “il proletariato romano viveva a spese della società, mentre, la società moderna vive a spese del proletariato” (citato a sua volta da Marx ne “Il 18 brumaio di Luigi Bonaparte”). Ma non siamo ai tempi di Marx, siamo entrati in un contesto da basso Impero, il proletariato laborioso occidentale del dopoguerra, sopravvissuto fino agli anni ’80, si è trasformato in una plebe che vive alle spalle del lavoro di tutto di tutto il mondo, e in particolare di quello asiatico, anzi vivacchia nel terziario e di sussidi, ma rosa dalla mancanza di prospettive, dalla depressione tanto in senso economico che psicologico, dall’atomizzazione sociale e dal vuoto morale, è divenuta una plebe obesa e violenta contro se stessa e contro gli altri.

Mentre per quanto riguarda le classi istruite si sono spostate dagli studi in ingegneria a quelle in ambito economico e legislativo che servono solo a predare la ricchezza collettiva. Motivo per cui la Russia, con una popolazione che è la metà di quella statunitense ha un numero maggiore di ingegneri, necessari all’industria militare. Non sorprende quindi che gli Usa siano rimasti indietro riguardo allo sviluppo dei missili ipersonici, e non siano capaci di fornire agli Ucraini il munizionamento necessario.

Todd quindi procede alla “sgonfiamento dell’economia americana”. Se è vero che gli Usa sono egemoni nel settore informatico con i GAFA (Google, Apple, Facebook, Amazon) e che hanno ripreso la produzione di petrolio, vero è altresì che questi due settori si situano ai due spettri opposti, l’informatica in quello dell’astrazione, e il petrolio nelle materie prime, ciò che manca è il settore della produzione in senso tradizionale, per questo non sono capaci di produrre obici da 155 e missili da fornire agli ucraini.

La guerra, grande rivelatrice delle realtà, ha mostrato questa deficienza dell’industria americana. La globalizzazione orchestrata dagli stessi Usa ha minato la loro supremazia economica, nel 1928 la produzione americana rappresentava il 44% di quella del mondo, nel 2018 è caduta al 16%. Il declino americano nel campo dei beni tangibili è netto anche nell’agricoltura, mentre la produzione agricola russa passava da 37 milioni di tonnellate di grano nel 2012 a 80 nel 2022 quella statunitense cadeva da 65 milioni nel 1980 a 47 nel 2022. Il Pil americano è composto, in maggioranza, da servizi alla persona di cui non si capisce l’utilità, con medici che talvolta uccidono come nel caso degli oppioidi, avvocati e finanzieri predatori. Nel 2020 il Pil comprendeva gli stipendi dei numerosi e remuneratissimi economisti che sono dei “funzionari della menzogna”. Gli Stati Uniti sono dipendenti dalle merci importate, e questo mette in discussione il loro essere “isola del mondo” inattaccabile come afferma Todd, una convinzione generalmente condivisa in ambito geopolitico. Gli Usa vivono soprattutto di importazioni non coperte dalle esportazioni ma dall’emissione di dollari. Nella misura in cui procede la dedollarizzazione è a rischio la loro stessa indipendenza.

Per arrivare alle radici del disfacimento occidentale Todd mette in campo un concetto squisitamente filosofico: il nichilismo. Egli scrive soprattutto del nichilismo prodotto dalla scomparsa del protestantesimo che è stata la religione che ha dato vita al capitalismo moderno, soprattutto quello di marca anglosassone, secondo la classica analisi di Max Weber. Ma è chiaro che l’analisi si applica all’intero cristianesimo che è stato la base della civiltà occidentale. L’analisi è fatta in termini generalissimi e secondo il metodo della longue dureè, ovvero un’analisi che guarda alle dinamiche secolari ma ritengo sia la parte più significativa dell’intero libro.

Tre sono le fasi principali.

Vi è una prima fase in cui la religione viene osservata ed è determinante nel formare la mentalità collettiva.

La seconda è la fase “zombie” che vede venir meno l’influenza morale della religione, non si frequentano le chiese ma ancora se ne osserva il rito in occasione di nascite, matrimoni e morti. Il ruolo della formazione di una mentalità collettiva viene coperto in questa fase dalle ideologie politiche in generale. Mentre negli Usa la fase zombie della scomparsa del protestantesimo ha avuto un esito positivo con il rosveltismo e con il New Deal, nella Germania ha avuto un esito negativo con il nazismo. Todd non indica una ideologia specifica, ma certo possiamo includere il comunismo tra queste ideologie vicarie della religione. Potrebbe coadiuvare Todd Costanzo Preve, il quale nel “Convitato di pietra, Saggio su marxismo e nichilismo” portava alla luce il sottofondo nichilista del marxismo, nel suo carattere pseudo – religioso, che comportava un mito dell’origine e un mito del fine, l’avvento della società senza conflitti, il comunismo. Ma incapace di dare una risposta alla finitudine dell’essere umano, alla morte, un problema angoscioso e insolubile per l’essere umano che lo spinge ad unirsi con gli esseri umani, religione deriva appunto da religio, tenere insieme. Potrebbe coadiuvare l’analisi di Todd l’osservazione di Schmitt secondo cui tutte le categorie politiche moderne sono una secolarizzazione di categorie religiose.

Vi è infine un grado zero della religione che corrisponde a quello attuale in cui la scomparsa dei valori è totale. Esso corrisponde all’azzeramento anche delle ideologie, scompare ogni forza capace di dare forma ad una moralità collettiva e compare il vuoto, che comporta anche l’incapacità di azione collettiva. Tale questione schiettamente religiosa e filosofica, ha dei risvolti “tormentosi”, (termine usato da Todd) molto reali e pratici. Si pensi alla questione dell’elevato utilizzo degli psicofarmaci, degli oppiodi, al problema dell’obesità, all’elevato tasso di suicidi, alla frequenza delle stragi di massa. Cito da un articolo di Emanuel Pietrobon: “Nel complesso, tra il 1999 e il 2022, la Great Depression, intesa come l’epidemia di suicidi e overdosi letali da antidolorifici e antidepressivi, ha cagionato la morte di poco più di due milioni di persone – tre volte la popolazione dell’Alaska. Numeri che parlano di una società in fase di zombificazione, diretta, a meno di una radicale inversione di tendenza, verso la piena liquefazione.” Tutto ciò configura un enorme problema morale che secondo Todd è dovuto a questo grado zero della religione e quindi dell’ethos, della moralità collettiva. Il segnale più evidente della ormai completa assenza di influenza della religione sulla moralità collettiva è il “matrimonio per tutti”. L’autore precisa che egli non intende dare giudizi di valore e di essere a favore della libertà sessuale, tuttavia bisogna guardare al fatto oggettivo che il protestantesimo era una religione che incarnava un determinato modello di famiglia, è un suo aspetto basilare, che possa piacere o meno, e il matrimonio per tutti significa la sua fine come religione che orienta la moralità collettiva. Ritengo che la stessa cosa valga per il cattolicesimo, che l’autore non menziona. Mi viene da pensare inoltre al Pci quando era ancora un vero partito di massa negli anni ’50 e ’60, e a come la sua morale fosse simile a quella cattolica nell’ambito dei rapporti sessuali, come esempio di quella che Todd chiama fase zombie della religione, che viene sostituita dalle ideologie per quanto riguarda la formazione della mentalità collettiva.

Secondo Todd può sembrare ingiusto definire gli Usa nazione nichilista, poiché ciò richiama alla mente il nazismo, visto che il nazismo lo hanno combattuto, l’antisemitismo è assente negli Usa e ammira ciò che gli Usa hanno rappresentato nel passato, cioè una cultura effettivamente democratica. Tuttavia non si può non parlare di nichilismo. Egli si richiama al testo Hermann Rauschning, “La rivoluzione del nichilismo”, relativo alla Germania nazista. In entrambi i casi, la politica funziona senza valori, e ciò porta alla violenza ed appunto in questo modo Rauschining caratterizzava il nichilismo. L’ossessione esclusiva attuale degli Usa sono la potenza e il denaro, e questo denota un assenza di valori. Non conosco il testo di Rauschining ma è chiara l’influenza nicciana. La morte di Dio (grado zero della religione) e fine di tutti i valori.

Per fare un esempio di “nichilismo applicato”, egli riporta l’esempio della questione sanitaria, osservando come, in realtà, gli Usa spendono più delle altre nazioni per quanto riguarda la sanità, ma ciononostante hanno visto un abbassamento importante dell’età media di vita che è 76,3 anni, molto più bassa rispetto a quella europea che è superiore agli 80 (tra l’altro anche guardando a questo indice Todd aveva previsto il crollo dell’Unione Sovietica). Ancora peggiore è il tasso di mortalità infantile (5,4 per 1000), più alto di quello della Russia (4,4), altro indice importante, “annunciatore dell’avvenire” che denota secondo Todd lo stato complessivo di una società. Questi elevati tassi di mortalità sono in stridente contraddizione con il fatto che vi è la più elevata spesa sanitaria nel mondo in rapporto al Pil, e questo è dovuto al fatto che una parte importante della spesa sanitaria è “consacrata alla distruzione della popolazione” (e in merito cita lo studio Anne Case e Angus Deaton, “Morti per disperazione e il futuro del capitalismo”). E qui basta rammentare il caso degli oppioidi. Ebbene, nel 2016 le lobbies hanno fatto votare un Atto che interdice alle autorità sanitarie di impedire l’utilizzo degli oppioidi. Come non parlare di nichilismo?

Anche il modo in cui viene trattata la questione sessuale denota il nichilismo, poiché una questione è il diritto degli omosessuali a non essere discriminati, anche se molti a ragione trovano errato centrare i problemi politici sulle questioni sessuali, un’altra questione è l’ideologia transgender, secondo cui un uomo può diventare donna e viceversa. Questa è una negazione della realtà, che è lo stadio più alto del nichilismo. Possiamo aggiungere a quanto scrive Todd il fatto che oggi ai transgender maschi viene consentito di gareggiare nei tornei femminili, vincendo a man bassa. Negazione grottesca della realtà.

Per quanto riguarda l’Europa l’ipotesi di Todd è che l’Europa voglia “suicidarsi” ovvero sia spinta dall’inconscia volontà di porre fine al “progetto europeo” che ormai apertamente fallito, va avanti per sola inerzia. Questa sarebbe la ragione profonda del fatto che ha seguito così pedissequamente gli Usa, mentre durante la guerra contro l’Iraq c’era stata una decisione opposizione delle nazioni europee in particolare della Germania, seguita della Francia. Ancora una tesi “speculativa”, ma il comportamento autodistruttivo dell’Europa non si può ignorare e va spiegato.

Per quanto il libro sia molto pessimistico e definisca come irreversibile lo stato di declino e decadenza degli Usa e insieme ad esso del cosiddetto occidente allargato, secondo me il libro contiene una sorta di apertura di credito nei confronti della Germania. Per quanto sia stata “sorprendente” la mancanza di reazione della Germania nei confronti della distruzione di Nordstream, secondo Todd il comportamento della Germania è “attendistico” e la conclusione della guerra, che secondo la sua previsione vedrà una vittoria della Russia, comporterà il ripristino delle relazioni tra Russia e Germania.

Todd non fa previsioni a lungo termine, preferisce occuparsi di “ciò che è imminente”. Ma chi scrive è convinto che se si creasse davvero un frattura tra gli Usa e una delle principali nazioni europee, essa potrebbe essere seguita da altre nazioni come la Francia, potrà rinascere una diversa politica nelle nazioni europee, che metta fine al mostro Ue, e rifondi su nuove basi una politica europea che potrà sorgere solo da una rinnovata sovranità nazionale, sulle cui basi progettare una nuova alleanza tra le nazioni europee che possa invertire un destino di declino e disfacimento sociale qualora continuasse la cieca obbedienza alla folle politica statunitense.

In una delle tante interviste rilasciate dopo la pubblicazione del libro, Todd non nascondeva di essere seriamente “preoccupato per figli e nipoti” dato che il declino, anzi il vero e proprio disfacimento occidentale, appare ai suoi occhi irreversibile. Inoltre, se il problema di fondo è la scomparsa della religione, visto che una nuova religione “non si crea in 4-5 anni e nemmeno in 20-30”, il problema appare in tutta la sua radicalità. Ma guardando alla religione Todd non faceva che osservare da un’angolazione particolare la crisi di civiltà dell’Occidente. Ma se davvero siamo arrivati al capolinea, la fine di questa civiltà non è la fine di ogni civiltà, e anche nel passaggio di una civiltà ad un’altra si continua a vivere.