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La fine del culto della superiorità Occidentale

di Gianni Petrosillo - 01/11/2025

La fine del culto della superiorità Occidentale

Fonte: Gianni Petrosillo

L’Occidente si sente da sempre superiore perché ha inventato o reinventato la democrazia e la religione della libertà, per questo si arroga il diritto di esportare tali valori universali, che sono in verità relativi e parziali ovunque, anche scatenando guerre civili o bombardando chi si oppone. In realtà ci sono popoli con storie millenarie che non sanno che farsene di tali valori, che sono tutt’altro che universali in quanto esito di una stretta reinterpretazione della nostra cultura che si proietta all'assalto del pianeta.
Noi restiamo quasi inorriditi se qualcuno rifiuta libertà e democrazia o tutta quella serqua di diritti spesso inutili e pleonastici che andiamo inventando per moltiplicare cariche e incarichi, eppure non c’è proprio nulla di strano, perché per un altro popolo un valore più alto della libertà, che spesso coincide col più becero arbitrarismo individuale (peraltro sotto forma di teoresi), può consistere nella supremazia del collettivo in una accezione meno egoistica.
Così come la democrazia ridotta alla ritualità di un voto in cui si possono scegliere solo coloro che passano dalla selezione sistemica, altrove avviene attraverso una partecipazione più fattiva che va oltre l’inserimento di un foglio nell’urna a periodi prestabiliti.
Come afferma giustamente Dario Fabbri, l’Occidente pensa di essere il punto di arrivo della civiltà e crede di aver tracciato la via per tutta l’umanità, salvo che l’umanità non può essere ricondotta ad un’unica visione e lo ha dimostrato divenendo sempre più insensibile ai richiami del modello occidentale, che è ormai minoritario nel mondo e sempre meno temuto grazie all’avanzamento militare, economico e sociale di altre formazioni sociali che stanno rinascendo o nascendo, sfidandoci e rintuzzando le nostre sicumere e ubbie universalistiche.
Ciò implica che prima o poi si arriverà a nuovi scontri che ricacceranno l’Occidente sempre più indietro, con una progressiva messa in discussione della sua presunta superiorità anche valoriale.
Anzi, diciamolo una volta per tutte, non esistono valori universali, i valori sono un prodotto, per quanto abbastanza stabili, di convinzioni parziali di un'epoca che non valgono in assoluto e si modificano col cambiamento dei rapporti di forza e dell'evoluzione sociale.  Basti vedere come, finché non avevamo avversari nel mondo, ci rintronavano con quello della pace, che oggi invece diventa meno saldo perché bisogna di nuovo prepararsi alla guerra.
Fa dunque ancora più ribrezzo quando qualche cane politico che si sente un vero leader sale su palcoscenici vari e, con la sua supponenza, afferma che oggi la sfida è tra noi, le democrazie buone, e gli altri, le autocrazie cattive. Si tratta sempre di un’autodefinizione e di una autovalutazione che ci diamo per sentirci dalla parte giusta della storia, ma la storia non ha una parte e non è nemmeno giusta, la storia è conflitto, in cui chi vince ha ragione, non la ragione (che non esiste), e chi perde ha torto, almeno fino a che non ricominceranno gli squilibri che rimetteranno immancabilmente tutto in discussione.
Questo è una di quelle intuizioni che hanno la caratteristica delle verità, perché non sono la verità assoluta, ma un riscontro di quello che si è sempre verificato nel corso del percorso storico. La verità insomma non ha mai fatto cambiare idea alla storia.
Inoltre, per mantenere credibile la nostra narrazione secondo cui noi siamo nel giusto e sono gli altri a rompere questi equilibri delicati di permanenza di una specie di tranquillità e giustizia internazionali, dobbiamo sempre rimuovere le nostre malefatte e raccontare la storia dal punto in cui i nostri nemici reagiscono a tali aggressioni del mondo libero.
È quanto sta accadendo nei confronti dei russi, che accusiamo di aver invaso l’Ucraina, rimuovendo tutto quel che abbiamo combinato nel suo estero prossimo e nella sua precedente zona d’influenza dalla caduta dell’URSS. Chiamiamo quei sistemi autocratici o dittatoriali per questioni di propaganda e di legittimazione di noi stessi, che però funzionano sempre meno, perché un Paese che resiste e addirittura recupera forza ha ben altro da dare per convincere i suoi cittadini rispetto alle nostre vacuità verbose, dietro le quali si stagliano le nostre bombe sempre meno efficaci.
Anche in campo scientifico e tecnologico il nostro primato viene eroso, ma non volendolo accettare spargiamo bufale nella nostra opinione pubblica. I russi, che stanno combattendo contro tutto l’Occidente, altro che Ucraina che senza la Nato sarebbe già sparita, venivano dati per finiti e armati malissimo, addirittura rubavano i chip dalle lavatrici, ma ora annunciano e testano missili a propulsione nucleare a noi sconosciuti.
Della Cina sappiamo ancora meno, eccetto che ha smesso di copiarci invadendoci con i suoi prodotti ad alto impatto tecnologico, mentre solo qualche anno fa ci lamentavamo dei loro salotti a basso costo che avevano messo a dura prova il nostro settore del mobile imbottito.
Tra le propagande incrociate (nessun sistema ne è immune) è doveroso interpretare le effettive tendenze in atto, la lotta dei valori è solo la superficie dei problemi, quella che si vede di più ma quella meno decisiva.
Quando vedete qualche politico imbonitore che vi viene a raccontare che in ballo c’è la sopravvivenza della democrazia e della libertà, sapete che quello è il servo sciocco, in palio c’è l’egemonia di forza e poteri che, mutando, modificano anche quei principi che consideriamo acquisiti per sempre.
Nessuno detiene la ragione o la verità, perché esistono tante ragioni e tante verità, ma solo alcune emergeranno e si imporranno con la forza tramite la lotta. E chi si affermerà descriverà sé stesso come giusto e corretto, mentre gli sconfitti saranno trattati alla stregua di mostri. Almeno questo è quello che il nostro Occidente ha fatto finora e non possiamo dubitare che sarà trattato alla stessa maniera dai futuri predominanti, che tuttavia penso prima di giungere a rimbecillirsi del tutto come noi godranno di un lungo periodo di grazia.