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La libertà e i suoi nemici

di Marcello Veneziani - 26/07/2021

La libertà e i suoi nemici

Fonte: Marcello Veneziani

Ma chi mette in pericolo la libertà e chi la difende? Destra e sinistra si scambiano di continuo i ruoli e le accuse. Di giorno l’accusa reciproca è di essere repressivi, autoritari, totalitari; di notte invece l’accusa si capovolge e diventa quella di essere permissivi, anarchici, eversivi. Cambiano gli ambiti e le accuse si rovesciano: in tema di sanità, ad esempio, la destra rappresenta la libertà, il diritto al lavoro, alla ricreazione e alla libera circolazione e la sinistra invece rappresenta la sorveglianza, le restrizioni e le chiusure. In tema di liberazione sessuale e di riconoscimento dei desideri soggettivi, invece, i ruoli s’invertono: la sinistra appare libertaria, dalla parte dei mutanti e la destra si fa identitaria, pone freni e limiti di natura e tradizione. Anche in tema di ordine pubblico e sicurezza, la destra esige più tutele, punizioni esemplari e controlli severi, mentre la sinistra è garantista, libertaria e comprensiva verso chi compie reati comuni, soprattutto se migranti. Si ribaltano invece i ruoli quando la questione riguarda le violazioni ai danni di alcune minoranze ideologicamente protette, reati d’opinione in tema o in odore di fobie, sessismo, fascismo o razzismo; la sinistra qui esige condanne esemplari e auspica punizioni, mentre la destra è contraria a leggi e misure speciali, soprattutto se colpiscono le opinioni. Viceversa di fronte alle occupazioni abusive, agli sbarchi clandestini, agli immigrati irregolari, la sinistra tutela chi li compie e reclama protezioni e indulgenze; invece la destra esige fermezza a tutela dei cittadini italiani, degli immigrati regolari e delle vittime di quegli abusi. Poi torna alla libertà la destra quando si tratta di garantire autonomia e possibilità d’iniziativa alle attività commerciali, private, ludiche mentre la sinistra esige controlli, pressioni fiscali, limitazioni e chiusure.

Insomma la libertà è un gioco a ruoli mobili e rovesciati. Viene tirata da tutte le parti, e diventa a turno il bene supremo o il bene secondario rispetto alla salute o alla sicurezza, all’ordine o all’uguaglianza. E sul piano della legalità, la sinistra tende a difendere l’operato dei magistrati e attaccare le forze dell’ordine; viceversa la destra.

Fa un po’ ridere leggere osservatori di sinistra denunciare l’egolibertà della destra, la dissociazione tra libertà e responsabilità, l’irresponsabilità civica dei nazional-populisti e sovranisti (Ezio Mauro dixit); questa è storicamente l’accusa che la destra rivolge alla sinistra, incline a cavalcare i desideri sprigionati, la volontà illimitata dei singoli e dei movimenti, la deriva relativista e soggettivista, i diritti separati dai doveri, la libertà senza responsabilità che caratterizza l’ideologia civile della sinistra dal ’68 fino a oggi. Quando la natura, la storia, la realtà non contano ma sono io a decidere chi sono, cosa voglio essere e come voglio mutare, non si esalta l’egolibertà? Ed è pure curioso che la sinistra ideologica accusi la destra di dare risposte ideologiche in tema di libertà, salute e sicurezza. Vi possono pur essere pregiudiziali ideologiche in alcune posizioni assunte dalla “destra” su quei temi; a patto però di aggiungere: “da quale pulpito viene la predica”, perché la sinistra, abitualmente, fa prevalere l’ideologia sulla realtà nel nome del politically correct e altri canoni simili.

Non si può poi accusare la destra di cavalcare l’infantilismo e la credulità popolare in tema di virus e misure anticontagio e tacere che lo stesso infantilismo e lo stesso abuso di credulità popolare sono oggi imperanti nelle campagne pro-vaccino, nel nascondere i dati reali al popolo “bambino”, nel terrorismo psicologico verso chi non si adegua ai canoni sanitari imposti. Stiamo vivendo una fase civile e perfino istituzionale di regressione puerile.

Insomma, fluida e indefinita è la libertà e liquidi sono i confini della destra e della sinistra, esposti a tutte le correnti e maree… Peraltro anche il richiamo al passato, alla storia, non aiuta a definire meglio i ruoli. Alla destra si addice la libertà e alla sinistra l’uguaglianza, e ciascuna è disposta a sacrificare l’una per l’altra. Ma è anche vero che la destra rappresenta l’ordine, l’autorità, la sicurezza e la sinistra il movimento, la rivoluzione, la liberazione. Certo, si può pure distinguere nell’ambito della destra e della sinistra la componente liberale da quella radicale, ritenendo che la libertà sia garantita dalle prime e sacrificata dalle seconde. A questo punto però la destra e la sinistra diventano definizioni secondarie e relative, mentre si fa preminente e centrale l’opzione liberale. Però diventa pericoloso ridurre l’universo delle priorità e dei valori a un solo valore, usato per altro a intermittenza e ad libitum da ambo le parti. La libertà è uno dei beni essenziali da tutelare, o se vogliamo, è la precondizione per pensare o agire. Ma non è l’unico bene, assoluto, supremo, infinito. La libertà assume qualità, importanza e valore se viene correlata a qualcos’altro che ne dà un senso, una misura concreta e una delimitazione: il rispetto altrui, l’identità, la dignità e la responsabilità, il senso del limite, l’ordine, la qualità, la bellezza, i meriti, e si potrebbe continuare. Insomma la libertà indefinita, illimitata, assoluta sconfina in caos e anarchia e si rovescia nel suo contrario, in dispotismo, affermazione del più forte, tirannia dei desideri.

In questa fase storica, sembra evidente che il tema della libertà sia più a cuore alle forze di destra e meno a quelle dei sinistra: anche quando la sinistra si pone a tutela di alcune minoranze, ritenute fragili o malviste, si preoccupa più di punire, censurare e perseguire chi ha opinioni difformi che di proteggere le categorie ritenute maltrattate.

Tutto sommato, alla destra si addice la libertà e alla sinistra la liberazione. Ma non lasciamole mai nelle mani di teologi pelosi e di inquisitori con un occhio solo.