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La risposta di Mosca

di Enrico Tomaselli - 04/06/2025

La risposta di Mosca

Fonte: Giubbe rosse

Come sempre, Mosca si muove con grande prudenza e cautela, ben sapendo che la guerra è una faccenda tremendamente seria e pericolosa, e lo sta confermando anche in occasione degli attacchi contro le basi aeree strategiche. La prima cosa, ovviamente, è capire qual è il livello di coinvolgimento occidentale nella pianificazione ed esecuzione degli attacchi. Considerato che stiamo parlando di una operazione assai complessa, che ha richiesto un tempo lungo per essere preparata (gli ucraini parlano di 12-18 mesi), è evidente che si tratta di un tema delicato. Banalmente - ma nemmeno tanto - se l'operazione è stata pensata e organizzata, almeno nella sua fase iniziale, con il coinvolgimento degli Stati Uniti, significa che tutto è cominciato sotto l'amministrazione Biden. E noi oggi sappiamo (lo dice l'ex consigliere per la sicurezza di Trump, Michael Flynn) che "sotto la precedente amministrazione volevano che [la triade nucleare russa] venisse distrutta". Anche se questa affermazione può inquadrarsi nello scaricabarile su Biden…
Diciamo quindi che è ragionevole pensare che l'idea e l'avvio di questa operazione siano avvenuti durante l'amministrazione dem-neocon; e che la parte organizzativa sia stata demandata al MI6 britannico ed al GRU ucraino. Presumibilmente, doveva essere pronta per passare alla fase esecutiva già da un po', e si attendeva il momento giusto (le indagini del FSB russo lo appureranno presto). Quel che resta da capire è quanto sapessero rispetto a ciò in USA (a Langley, quasi sicuramente, ma anche a Washington), e chi ha preso la decisione di passare all'azione.
Appare abbastanza chiaro che sono domande cruciali. E non solo per Mosca. Se infatti la CIA (o chi per lei) era al corrente del piano, e non lo ha comunicato alla Gabbard - quindi alla Casa Bianca - c'è un serio problema interno al sistema di potere statunitense. Se lo ha comunicato, e Trump lo ha taciuto ai russi, ce n'è uno assai più serio, a livello internazionale.
Bisogna tenere presente due elementi fondamentali. Innanzitutto, un attacco alla triade nucleare russa è nell'interesse strategico di una potenza nucleare avversa, ma molto poco in quello dell'Ucraina - se non sotto il profilo mediatico. E, non secondariamente, che l'attacco poteva avere conseguenze assai più significative, sul piano dei danni inflitti; se fossero andati a segno tutti gli attacchi, e non solo quelli su due obiettivi, l'impatto sulla capacità nucleare di Mosca sarebbe stato grave.
Questi due elementi fanno ovviamente parte della valutazione che si sta facendo al Cremlino.
Anche al di là di quanto previsto dalla dottrina nucleare russa - in base alla quale, già secondo il penultimo aggiornamento (2020), sarebbe possibile una risposta di tal genere - è abbastanza chiaro che stiamo parlando della necessità di valutare il tipo di reazione, e soprattutto di individuare contro chi indirizzarla. E su questo certamente Putin si consulterà con Xi Jinping, e probabilmente anche con i nordcoreani, ed informerà alcuni paesi amici (Iran, Venezuela…).
Quel che è certo è che con questo attacco si è chiusa qualsiasi possibilità di risolvere il conflitto per via negoziale. È possibile che resti formalmente in piedi, ma a questo punto demilitarizzazione e denazificazione (distruzione delle forze armate ucraine e rovesciamento del regime di Kiev), saranno conseguiti per via militare. Ed è a sua volta presumibile che ciò avvenga anche accelerando le cose sul terreno, poiché a questo punto diventa importante anche al fine di dare un significativo alert agli europei.
Se dovesse emergere una responsabilità statunitense, anche solo omissiva, è comunque improbabile che ciò porti ad una risposta militare diretta, che significherebbe aprire un conflitto mondiale. Ma, con ogni probabilità, azzererebbe ogni residuo barlume di affidabilità, e quindi porterebbe verso un raggelamento dei rapporti russo-statunitensi.
Per quanto riguarda invece l'UK, è assai possibile che arrivi una risposta dura, ma sul suolo ucraino.