Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / La Russia detiene il futuro dell’Arabia Saudita

La Russia detiene il futuro dell’Arabia Saudita

di Tom Luongo - 08/10/2017

La Russia detiene il futuro dell’Arabia Saudita

Fonte: Aurora sito

Il vertice tra re Salman e Vladimir Putin determinerà i prossimi 50 anni di geopolitica petrolifera. Oggi re Salman dell’Arabia Saudita e il Presidente Vladimir Putin iniziano un vertice di tre giorni al Cremlino. È la prima visita ufficiale di un re dell’Arabia Saudita a Mosca. La sua importanza non può essere sottovalutata. Era previsto da tempo. Il principe Muhamad bin Salman ha incontrato Putin diverse volte con altri alti funzionari sauditi. Lo scopo di questi colloqui per il satrapo fedele alleato degli statunitensi era provare a spingere la Russia a ridurre la produzione di petrolio o minacciare una guerra dei prezzi. Putin li aveva ripetutamente rispediti indietro con poco o niente. Ora, re Salman, probabilmente nel suo ultimo viaggio diplomatico, deve negoziare il futuro del Paese. Questi negoziati sono troppo importanti per lasciarli all’inesperto ed agitato principe. Come ho già sottolineato, i sauditi sono in difficoltà finanziarie. Il loro bilancio nazionale si basava su prezzi del petrolio molto più alti. Decenni di estrazione di ricchezze e di non condivisione con il popolo hanno lasciato i Saud in una posizione molto vulnerabile. Senza costruire un’infrastruttura economica sostenibile con una forza lavoro istruita e dinamica, sono costretti negli ultimi anni ad espandere semplicemente i finanziamenti “sociali” per reprimere i disordini civili. Con il petrolio a meno di 60 dollari nel prossimo futuro, l’Arabia Saudita è intrappolata dalle relazioni con gli Stati Uniti e il petrodollaro. Quindi, re Salman visita Mosca non per minacciare o estorcere. S’inginocchia a Putin, sapendo che la manovra siriana guidata dagli Stati Uniti in competizione con Gazprom per il mercato del gas europeo, è fallita. Il principe ha trascinato il Paese in bizzarrie diplomatiche e militari. E Salman deve ora tentare di sciogliere il nodo gordiano che la sua famiglia dominante s’è auto-inflitta.

“Petrodollaro che?”
I sauditi non possono cambiare marcia per salvare la situazione senza stringere forti legami con la Russia. La loro puntata valutaria sul dollaro statunitense, pietra angolare del sistema globale del petrodollaro su prezzi del petrolio e reimpiego delle eccedenze commerciali in dollari, esaurisce le loro finanze. L’Arabia Saudita potrebbe equilibrare il bilancio con più bassi prezzi del petrolio se fa ciò che fece la Russia alla fine del 2014, permettendo al riyal di fluttuare liberamente sul mercato. Questa mossa ha permesso a Putin e alla Russia di superare la tempesta finanziaria e permettersi d’intervenire in Siria. In questo processo la Cina ha iniziato a costruire le infrastrutture finanziarie e regolamentari per far uscire con successo dal commercio del petrolio, passo dopo passo, i dollari USA, spezzandone così il monopolio e indebolendo finanziariamente gli Stati Uniti. Ma i sauditi non possono farlo. Fa parte del loro impegno implicito con gli Stati Uniti esserne l’avanguardia in Medio Oriente. Ma la guerra fallita per abbattere Assad in Siria ha rivelato che gli Stati Uniti non possono proiettare potenza più di quanto fatto. La Siria sarà la Waterloo dello Stato profondo degli Stati Uniti; al culmine della capacità degli Stati Uniti di proiettare potenza all’estero. Il drammatico intervento all’ONU del 28 settembre 2015 di Putin, e il successivo intervento militare, furono la svolta. L’Afghanistan sarà visto così con l’imminente drastico collasso delle operazioni USA. Ma la Siria fu il momento in cui gli Stati Uniti si dimostrarono sovraestesi.

Ascesa della Russia
Perfino Bloomberg infine ammetteva che la Russia emerge padrona del Medio Oriente, “...israeliani, turchi, egiziani e giordani vanno al Cremlino nella speranza che Vladimir Putin, il nuovo signore del Medio Oriente, possa garantire i propri interessi e risolvere i loro problemi”. E i sauditi lo sanno. Così, re Salman va a Mosca per risolvere ciò che il suo principe ereditario ha rovinato sovrastimando l’impegno statunitense verso l’Arabia Saudita a danno del resto del mondo arabo. La tempistica dell’incontro è fortuita col presidente Trump e la maggior parte del governo USA concentrati sulla crisi interna dovuta ai tre degli uragani più grandi e alla peggiore strage nel Paese da Wounded Knee. Putin tira un carico pesante. Non si aspetta niente meno che la fine del blocco finanziario al Qatar e della guerra nello Yemen, che drenano il tesoro saudita e la pazienza degli Stati Uniti. Ma per tutto questo, Putin permetterà a re Salman di salvare la faccia. La diplomazia russa comprende questo imperativo. Non salverà i sauditi, che hanno ancora molto lavoro da fare, ma non avere la Russia nemica è il primo passo cruciale.Traduzione di Alessandro Lattanzio