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Ma che significa vincere questa guerra contro la Russia?

di Fabio Falchi - 08/05/2022

Ma che significa vincere questa guerra contro la Russia?

Fonte: Fabio Falchi

"Bisogna vincere questa guerra contro la Russia". Questa ormai è la "parola d'ordine " non solo della élite dominante angloamericana ma pure dell'élite euro-atlantista e ovviamente dei loro lacchè (gazzettieri, “esperti”, funzionari pubblici ecc.). 
Ma che significa vincere questa guerra contro la Russia? Se s’intende che l’esercito ucraino, grazie agli aiuti che sta ricevendo dalla Nato, può impedire ai russi di conquistare Odessa o l’intera Ucraina orientale non si può escludere che questo possa accadere. Cambia però il discorso se s’intende che l’esercito ucraino possa infliggere una sconfitta decisiva all’esercito russo e riconquistare tutto il Donbass.
Certo, l'esercito ucraino è ancora in grado di opporre una valida resistenza all'esercito russo e le armi che sta ricevendo dall'Occidente potrebbero anche consentirgli di infliggere maggiori perdite all'esercito russo di quelle che quest'ultimo ha già subito.
D'altronde, l'esercito ucraino finora ha potuto contare sul fattore difesa, che è un moltiplicatore di potenza, tanto più che ha avuto otto anni di tempo per preparare delle solide difese, scaglionate in profondità e lungo un arco di fronte che si estende da Kharkov fino a Cherson. E si è dimostrato pure in grado di condurre contrattacchi locali e di sfruttare le informazioni che riceve della Nato e dai servizi di intelligence angloamericani. Del resto, inquietante per Mosca è anche il numero crescente di sabotaggi in territorio russo (in specie nella zona di Belgorod), compiuti probabilmente non solo da forze speciali ucraine (e forse anche occidentali) ma anche da russi che collaborano con Kiev e la Nato.
Tuttavia, per condurre una controffensiva su larga scala l'esercito ucraino avrebbe bisogno non solo di pezzi di artiglieria, droni, missili anticarro e antiaerei ma di un numero maggiore di soldati "regolari", di più mezzi corazzati (carri armati, veicoli da combattimento per fanteria ecc.) e soprattutto di una forte aviazione. 
Si tenga conto che attualmente vi sarebbero 81 piccole brigate ucraine che si oppongono a circa 90 battalion tactical groups (BTG) russi, e in particolare nel grande saliente (il cosiddetto “calderone”) tra Izyum e Popasna (caratterizzato dalla presenza di una fitta vegetazione e di numerosi corsi d’acqua) si troverebbero 48 brigate ucraine (schierate su tre “robuste” linee di difesa), che resistono agli attacchi di 60-65 BTG russi. Si tratta quindi di forze numericamente pressoché uguali (vi è una differenza quantitativa ma non decisiva), anche se i soldati russi, a differenza degli ucraini, possono contare sull’appoggio dell’aviazione (che conduce anche attacchi contro infrastrutture, linee di comunicazione e depositi di armi e carburante ucraini, di modo che alle brigate che combattono contro i BTG russi giunga il minor numero possibile delle armi che l’Occidente sta consegnando al regime di Kiev).
L'aviazione ucraina dispone, infatti, di pochi aerei da combattimento, che possono tutt'al più compiere qualche raid.  E gli unici aerei da combattimento che potrebbero arrivare in Ucraina sono aerei occidentali, che l'aviazione ucraina comunque non è ancora in grado di usare (infatti, oltre all'addestramento dei piloti, dovrebbe adeguare l'intero apparato di comando e controllo e comunicazione per poterli usare in operazioni belliche). 
In sostanza, senza l’appoggio di una forte aviazione è indubbiamente assai difficile riuscire a sfondare le linee difensive di un esercito come quello russo (che appunto in questo caso potrebbe contare anche sul fattore difesa). E in ogni caso l’esercito ucraino subirebbe perdite terribili per ogni metro quadrato di territorio conquistato, anche perché non potrebbe evitare di sottrarsi (come finora, almeno in parte, è riuscito a fare) al micidiale tiro di sbarramento della potente artiglieria russa.
Ovviamente gli angloamericani sono perfettamente consapevoli di questi limiti della potenza militare ucraina, che potrebbero essere superati solo se ci fosse un improvviso crollo dell'esercito russo o un “regime change” a Mosca favorevole all'Occidente. Che questo sia possibile è vero – dato che non è né logicamente né fisicamente impossibile - ma certo non è probabile.
D'altronde, è anche assai poco probabile che Mosca accetti di subire una disastrosa sconfitta in questa guerra, in cui sono in gioco degli interessi vitali per la Russia (non solo per il regime di Putin!), tanto è vero che nelle ultime settimane i russi hanno più volte fatto presente che all’Occidente non conviene sottovalutare la potenza nucleare della Russia (e indubbiamente sarebbe una follia pensare che la Russia sia una tigre di carta).
Ciononostante, l’obiettivo degli angloamericani è permettere all'esercito ucraino di condurre una guerra d'attrito e di logoramento contro l'esercito russo (non a caso gli angloamericani sostengono che la guerra potrebbe durare diversi anni), anche se, dato che la guerra si combatte in Ucraina, ciò comporterebbe un costo spaventoso soprattutto per l’Ucraina.
In definitiva, anche sotto il profilo militare si conferma ciò che è vero sotto il profilo geopolitico, ossia che gli angloamericani sono disposti a combattere questa guerra fino all'ultimo ucraino, contando pure sulla "miopia" politico-strategica degli ultranazionalisti di Kiev nonché su quella della Ue, resa ancora più grave dal fatto che per l’élite euro-atlantista la difesa dell’egemonia americana conta assai più degli interessi della stessa Europa continentale.