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Ma il WHO non ci aveva avvertiti!

di Pierluigi Fagan - 15/05/2020

Ma il WHO non ci aveva avvertiti!

Fonte: Pierluigi Fagan

Tra qualche mese staremo qui a commentare il disastro economico e sociale nel quale ci troveremo e qualcuno darà la colpa a chi non ci ha avvertito per tempo. Ma come al solito, si tratterà di pura presa per i fondelli, “per tempo” è oggi e già oggi sappiamo perfettamente come andranno le cose. Anzi non da oggi, noi ne abbiamo parlato qui già più di un mese fa. Di cosa? Del fatto che per mesi non avremo domanda a sufficienza per sostenere l’offerta.

A parte il fatto che la “normalità” materiale non sappiamo quando mai tornerà stante che ieri abbiamo parlato di prospettive ancora lunghe per la diffusione del virus e stante che lo stesso WHO (13.05 Mike Ryan, capo del programma emergenze sanitarie WHO) avanza l’ipotesi possa diventare endemico, molto più tempo impiegherà la normalità psichica. La normalità psichica impiega molto più tempo ad esser recuperata perché la paura consiglia di rimanere all’erta anche dopo lo scampato pericolo. A volte impiega anni come nelle patologie da stress post-traumatico.

La “domanda” è la nostra propensione a spendere soldi per comprare cose. Sul piano materiale è data dai soldi che guadagniamo e dall’ammontare di quelli che abbiamo in banca, più un fattore decisivo: l’aspettativa. Se le nostre aspettative sono buone, spenderemo anche più di quanto abbiamo, l’indebitamento si basa su questo. Ora, sul guadagno mensile, molti hanno ed avranno difficoltà per vari motivi che potete ben immaginare. Alle difficoltà dirette, si sommano quelle indirette, “cosa succederà a mio figlia/a?” o altri verso i quali si sentono responsabilità e vincoli. Il deposito bancario già è ritenuto una garanzia in tempi normali, in tempi turbolenti diventa inattingibile perché aumenta il “non si sa mai”. Le aspettative, dato il quadro noto su gli sviluppi dell’epidemia, consigliano prudenza estrema.

La “domanda” non è una fatto da ragionieri, prescinde il calcolo razionale stante che già il calcolo razionale sconsiglia avventure. Nella “società dei consumi” è una attitudine psichica e sociale e questo traino al consumo rimarrà paralizzato per mesi e mesi.

Infatti, già da tempo (all. 1) c’è chi ha parlato ad esempio di “carmageddon”, il collasso dell’industria automobilistica dove già numerose navi portacontainer erano bloccate al largo delle coste californiane, impossibilitate a scaricare le merci perché i parcheggi di terra sono pieni, poiché i concessionari non vendono. Solo un imbecille 4x4 può credere che i concessionari non vendono perché la gente è chiusa a casa in lockdown e quando riavrà “la libertà” tornerà tutto come prima. Da cui il pigolare "riapriamo!" "riapriamo!" col quale i lungimiranti hanno pensato di svicolare il problema.

Così oggi (all.2) scopriamo che Volkswagen interromperà alcune linee di produzione anche utilizzando orario di lavoro limitato (all. 3), per eccesso di produzione. E già tutti sanno che questo varrà anche per l’intero circuito del petrolio e per decine e decine si produzioni industriali di prodotti ma anche nei servizi che non superano la linea della necessità, ponendosi come “acquisti rimandabili”, a quando non si sa. Tutti questi ictus della domanda si ribalteranno sull’offerta e porteranno ulteriori shock su i redditi da lavoro che diminuiranno ulteriormente la domanda. Ovvio.

Si è allora detto ormai da quasi due mesi, che tocca letteralmente inondare il bacino sociale di denaro. Non solo e non tanto perché il consumo risponde alle leggi della ragioneria sebbene avere in tasca quattrini aiuti senz’altro, quanto perché seda l’ansia, l’ansia che fa nera l’aspettativa che blocca i consumi. Tra l’altro, sappiamo da decenni che i consumi sono per lo più voluttuari, compressi, stimolati ormai come si fa con gli elettrodi piantati nei cervelli dei topolini di Pavlov, cosa ci si aspetta che in “tempi di morte e dolore” la gente perpetui l’idiozia come criceti impazziti? Il consumismo è una bolla, quando la realtà buca la bolla con la paura, per un bel po’ la festa è finita.

E dov’è questo denaro a pioggia, dagli elicotteri o distribuito dalle provvidenziali mani del dio del denaro come la manna per gli affamati israeliti del deserto? Non c’è (all.4). O dove sono piani di investimenti pubblici europei per far passare il denaro tramite lavoro? Non ci sono. E dove sono i progetti di denaro complementare almeno per tener botta con l’aspirina per la polmonite, ma insomma meglio che niente? Nei cassetti. E dov’è la ridistribuzione del lavorare meno ma tutti? Boh! Ma neanche uno straccio di tassa su i patrimoni per sversare un po’ dal troppo al troppo poco? Maddai!

Intrattenetevi con Silvia Romano o con le colpe dei cinesi, litigate su i morti con ed i morti per, terrorizzatevi con le agghiaccianti previsioni sul futuro distopico in cui Bill Gates controllerà anche quando andate in bagno, anche l’acconciatura della Botteri ha il suo appeal, soprattutto perdete tempo. Il tempo è denaro e ogni giorno che passa perdete denaro, fiducia, aspettativa, tenore di vita, potere sociale, sicurezza e tranquillità. Poi quando vi sveglierete nel peggiore dei mondi possibili, arriverà qualcuno a piagnucolare: “…. ma, ma il WHO non ci aveva avvertiti, è colpa dei cinesi, le cavallette, non è stata colpa mia!”.

1. https://it.businessinsider.com/larmageddon-dellauto-travol…/

2. https://www.agi.it/…/fase-2-volkswagen-blocca-produzione-…/…

3. https://www.facebook.com/pierluigi.fagan/posts/10221026136578685

4. https://www.facebook.com/pierluigi.fagan/posts/10220559898083014