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Ricordate che Netanyahu è il moderato del suo governo

di Matteo Martini - 08/06/2025

Ricordate che Netanyahu è il moderato del suo governo

Fonte: Matteo Martini

Ricordate che Netanyahu è il moderato del suo governo.
I ministri delle altre fazioni della sua maggioranza dichiarano apertamente la necessità della pulizia etnica del popolo palestinese.
Quindi trattare Netanyahu come un caso isolato, una meteora nel panorama politico israeliano, è una maligna operazione di marketing per mascherare un problema che invece è strutturale e riguarda le aspirazione storiche di chi ha fondato quello Stato. Uno Stato etnico ebraico in un territorio non ebraico si può ottenere solo in due modi, entrambi di pulizia etnica: lo sterminio di chi lo abitava precedentemente, o la sua espulsione più o meno coercitiva (e nel concreto un mix delle due cose). Anche la soluzione dei due Stati è abbastanza illusoria, fatto salvo il caso, piuttosto remoto, che la società israeliana non ripensi completamente la sua percezione di cosa siano i confini dello "Stato ebraico" -  concetto, per quanto laico, indissolubilmente legato alla memoria biblica, perché l'identità ebraica è basata unicamente sulla Bibbia (persino la lingua ebraica è una ricostruzione moderna, e gli ebrei dei vari paesi non la conoscono).
Questo dramma storico sta in piedi dai tempi del primo conflitto arabo-israeliano e della Nakba. Anzi anche da prima, dal terrorismo sionista nel mandato britannico di Palestina, con violenze contro la popolazione araba e contro le autorità inglesi.
Pensare ora che il problema sia Netanyahu perché di destra, è una vera ingenuità perché lo Stato sionista ha seguito esattamente la stessa linea di negazione dell'identità e di uno Stato palestinese anche nei decenni passati di governi laburisti (Dayan, Meir) o centristi.
Quello che cambia è la componente ideologica, più etnico-laica nel caso del nazionalismo "di sinistra", più religiosa nel caso dei partiti della destra. Rimane una convergenza nell'essenza razzista di quello Stato.
L'"unica democrazia" del Medio Oriente, potrebbe essere accostata alla Siria di Assad o al Libano, in cui minoranze e gruppi diversi sia per religione che per etnia, hanno convissuto (sciiti, sunniti, alawiti, ebrei, cristiani di varie Chiese, drusi, yezidi, curdi). Tutti tentativi interessanti di coesistenza. Nel caso della Siria baathista e socialista attraverso uno Stato laico, nel caso libanese attraverso una strana costituzione che prevedeva una sorta di "confederazione religiosa" pluriconfessionale, con un'architettura istituzionale un po' barocca ma che ha permesso al Libano, fino ai primi anni settanta, di essere un piccolo paradiso, la Svizzera del Mediterraneo. Prima che venisse infiltrato e devastato dalla guerra portata dalle esigenze strategiche dei soliti noti.
Anche la storia, tutta occidentale, di questa "unica democrazia" è un bel pacco di marketing politico. Spesso in Medio Oriente le "non democrazie" hanno rappresentato esempi di convivenza e tolleranza più umani e costruttivi.