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Rivoluzione Antitecnologica. Perché e come

di Guido Dalla Casa - 22/04/2022

Rivoluzione Antitecnologica. Perché e come

Fonte: Quaderni dell’Associazione EcoFilosofica

  Sono stati tradotti e pubblicati in italiano due libri di Theodore Kaczynski, meglio conosciuto come Unabomber, personaggio tristemente noto alla fine del secolo scorso. A distanza di quasi 30 anni, le sue previsioni si stanno rivelando esatte; del resto, da giovane era considerato un vero genio. Nel 1967, all’età di 25 anni, era già professore di matematica all’Università di Berkeley. In seguito, è scomparso e si è ritirato in mezzo a un bosco nel Montana. Peccato che poi abbia compiuto un mostruoso errore: usare la violenza, le bombe; in questo modo, oltre al male fatto direttamente, ha portato un danno enorme alle idee che voleva diffondere. Ci sono stati altri casi, forse meno evidenti, di questo tragico errore: i primi no-global (che sono stati poi chiamati il “popolo di Seattle”), si opponevano strenuamente alla globalizzazione, a quel fenomeno mondiale che ci ha portato, fra gli altri guai, a un miliardo di container, navi enormi che solcano tutti i mari, camion, strade, porti, miliardi di tonnellate di merci che attraversano la Terra; ha aggravato la distruzione della Vita, già insita nei processi della civiltà industriale. Invece dei pomodori del vostro orto, dovete comprare quelli che vengono dalla Cina. Tutto per far aumentare quei maledetti numerini dell’economia, primo fra tutti il PIL. Ma anche i no-global di allora hanno fatto un grave errore: spaccavano le vetrine. Così hanno danneggiato gravemente le idee che volevano portare avanti.
Una breve biografia dell’Autore dei due libri citati:
  Nato a Chicago nel 1942, “Ted”Kaczynski ha iniziato a frequentare l’università di Harvard all’età di sedici anni, divenendo in seguito professore a Berkeley, dove era considerato un matematico di altissimo livello. Ha dato le dimissioni dalla prestigiosa Università californiana dopo due anni, per trasferirsi in una remota area del Montana e vivere una vita autonoma e autosufficiente. Sta scontando una condanna all’ergastolo in un carcere di massima sicurezza per i suoi attentati dinamitardi.
  Ecco la descrizione della sua cattura:
Nell’aprile del 1996, gli uomini dell’FBI circondano una capanna sperduta tra i boschi presso Lincoln, nel Montana, con un enorme dispiegamento di mezzi e forze, ma l’obiettivo è un uomo solo, cioè l’Autore dei due libri: Kaczynski, identificato come Unabomber, che per quasi vent’anni ha spedito pacchi bomba a diverse università. Tre agenti in abiti borghesi si avvicinano al capanno in cui Ted ha trascorso buona parte della sua vita. Quando Kaczynski apre la porta, i tre agenti lo afferrano per le braccia e un nugolo di “teste di cuoio” in tenuta d’assalto sbucano dal bosco invadendo la radura su cui sorge la capanna. Finisce così l’epopea di Unabomber: il bilancio delle sue vittime era stato di tre morti e diversi feriti.
  L’anno prima, nel settembre del 1995, il Washington Post e il New York Times avevano pubblicato, su richiesta dello stesso Unabomber, l’articolo dal titolo The Industrial Society and its Future, un lungo scritto riguardante i danni inflitti dalla civilizzazione, dalle tecnologie e dalla società di massa, a tutto il mondo naturale e quindi anche alla specie umana. Questo scritto è il suo Manifesto, il primo dei due libri di cui daremo sotto qualche notizia.
Durante il processo, inizialmente gli avvocati di Kaczynski tentano di percorrere la via dell’infermità mentale, così da sventare il pericolo di una condanna a morte. Ma Theodore si oppone con tutte le forze e si autodenuncia in tribunale come un attentatore freddo e razionale. Riesce a scampare alla pena capitale, ma viene condannato all’ergastolo, con isolamento, in un carcere di massima sicurezza.
  Al momento dell’acquisto del capanno nel Montana da parte di Kaczynski, nel 1971, era trascorso appena un anno dal primo Earth Day. Dovranno trascorrere altri otto anni (!) prima che si tenga la Prima Conferenza Mondiale sul Clima. Già nel 1965, tuttavia, Frank Ikard, presidente dell’American Petroleum Institute, aveva spiegato in un documento ufficiale che l’anidride carbonica, “aggiunta all’atmosfera terrestre in seguito alla combustione di carbone, petrolio e gas naturale”, avrebbe finito col causare, attorno alla fine del 20° secolo, “marcati mutamenti climatici, la risoluzione dei quali sarebbe stata nettamente al di là delle possibilità delle amministrazioni locali, e persino nazionali”.
Ecco gli estremi dei due libri pubblicati in italiano:
Theodore Kaczynski
-Manifesto di Unabomber. La società industriale e il suo futuro – War-Wave Editore, 2021
-Rivoluzione Antitecnologica. Perché e come – Ortica Editrice, 2021
  Nel 2015 viene pubblicato in inglese Anti-Tech Revolution: Why and How?, il secondo dei due libri. Si tratta di uno scritto dedicato alle teorie del caos e all’analisi dei sistemi complessi. Fin dal primo capitolo del libro, Kaczynski ribadisce la propria posizione radicale, consistente sostanzialmente in questi punti (in parte già contenuti nel Manifesto):
- Le società complesse sono impossibili da gestire e dirigere secondo le aspirazioni dei governanti e neppure di una volontà di maggioranza: l’andamento di una società complessa è soggetto a moltissime variabili, su molte delle quali gli esseri umani non hanno alcun potere. Tra le società più complesse (e in continuo aumento di complessità), vi sono le società tecnologiche.
- Le società tecnologiche sono dominate da andamenti caotici e distruttivi che causano sofferenze. Tali andamenti, nel caso della società industriale, hanno ormai ampiamente dimostrato di condurre al collasso ecologico, un fenomeno che causerà (e causa già ora) innumerevoli vittime tra gli umani e gli altri esseri senzienti.
- Le società complesse non possono essere gestite, né modificate dolcemente. Non è possibile predire alcun miglioramento di ordine generale, mentre è prevedibile il peggioramento e persino il collasso. La società industriale deve sparire.
Facciamo qualche considerazione su quanto accaduto negli ultimi vent’anni:
-Nel 1996, anno della cattura di Kaczynski, sono trascorsi appena quattro anni dal Rio Earth Summit, e manca solo un anno agli Accordi di Kyoto (che entreranno in vigore solo nel 2005). Nasce lo scambio commerciale di emissioni, un fenomeno che apre le porte a un nuovo mercato, senza contribuire in alcun modo a ridurre le emissioni di CO2 nell’atmosfera. Anzi, dal 1992 in poi abbiamo assistito ad un aumento notevole e incontrollato delle emissioni.
-Il progresso tecnologico ci sta portando verso la catastrofe, le crisi ecologiche ed umane sono il risultato inevitabile della tecnologia stessa e solo l’eliminazione della società tecnologica potrà evitare il disastro. Si tratta di modificare le basi intellettuali di una visione del mondo che fa del “progresso” un mito. Per Kaczynski la Natura (che comprende l’umanità) è fondamentalmente incompatibile con la crescita tecnologica. L’autore fornisce la sua visione diretta e rivoluzionaria sulle dinamiche della storia e sull’evoluzione della società, lanciando un’accusa ai valori e ai presupposti fondamentali del mondo guidato dalla tecnologia.
-Dal 2018 in poi, sempre più ricerche e rapporti mostrano come il Pianeta si stia avvicinando a una serie di punti di non-ritorno, ciascuno dei quali contribuirà a produrre retroazioni positive che accelereranno ulteriormente i processi di riscaldamento (ad esempio, la possibile fuoriuscita del metano che si trova sotto il permafrost siberiano e costituisce un potente gas-serra).
In riferimento a chi invoca soluzioni politiche, economiche e tecnologiche alla crisi climatica, Kaczynski scrive, in gran parte nel Manifesto, che:
- La Rivoluzione Industriale e le sue conseguenze hanno rappresentato un disastro per la razza umana.                                             
- L’origine antropica dell’incombente catastrofe climatica è ormai assolutamente certa, come pure l’entità del danno inferto agli spazi incontaminati e alla natura selvaggia e il massacro dei non-umani, schiavizzati in nome della produzione.
- Se il sistema finirà col collassare, le conseguenze saranno, anche in tal caso, molto dolorose. Ma più il sistema crescerà, più disastroso sarà l’effetto di tale collasso. Ne deriva, pertanto, che è di gran lunga più desiderabile che esso collassi prima, piuttosto che poi.
- Ci rifiutiamo di credere che le crisi convergenti dei nostri tempi possano essere ridotte a un insieme di “problemi”, in attesa di “soluzioni” tecnologiche o politiche.
- Riteniamo che le radici di tali crisi affondino nelle storie che abbiamo raccontato a noi stessi. Intendiamo sfidare quelle storie, sulle quali poggia l’intera civilizzazione: il mito del progresso, il mito della centralità umana, il mito della nostra separazione dalla Natura. Miti divenuti ancora più pericolosi nel momento in cui abbiamo dimenticato che essi sono tali.
- L’essere umano non è né l’apice, né lo scopo finale dell’esistenza di questo pianeta. Le nostre arti si fonderanno su un tentativo di uscire dalla bolla umana. Con rispetto e attenzione, ci riaccosteremo al mondo non-umano.
- La fine del mondo per come lo conosciamo, non equivale alla fine del mondo e basta. Insieme, troveremo una speranza posta al di là della speranza, un sentiero che conduca al mondo ignoto che si staglia all’orizzonte.
- La visione del mondo di gran parte degli appartenenti alla classe medio-alta, inclusi parecchi intellettuali, dipende strettamente dall’esistenza di una società su larga scala, organizzata in modo rigoroso, culturalmente “avanzata”, e caratterizzata da un elevato grado di ordine sociale. Per tali individui sarebbe estremamente difficile, da un punto di vista psicologico, riconoscere che l’unico modo per non andare incontro al disastro consista proprio nel collasso totale della società organizzata.  Essi, pertanto, si aggrappano a tutta a una serie di schemi, per quanto irrealistici, capaci di preservare la società in cui vivono, e dalla quale dipende la loro stessa visione del mondo. Un fatto che induce a sospettare che le minacce rivolte alle loro visioni del mondo, siano di gran lunga più importanti di quelle rivolte alle loro stesse vite.
- Un movimento che desideri esaltare la Natura e opporsi alla tecnologia dovrebbe porsi nettamente in contrasto con la sinistra, evitando ogni genere di cooperazione con essa. L’ideologia di sinistra è, nel lungo termine, nociva per la natura selvaggia e la libertà umana, perché impossibilitata a tagliare i ponti con il moderno apparato tecnologico.
- L’avvenimento più importante nella storia della razza umana è l’emergenza del moderno sistema tecnologico. Le conseguenze sociali di quest’evento sono però quasi completamente escluse dal dibattito pubblico dai politici, dagli intellettuali e dai mass media. I pochi intellettuali che affrontano questo problema lo fanno in modo semplicistico, dal momento che ciò che pensano è circoscritto dai valori e dalle consuetudini dello stesso sistema tecnologico, da cui non riescono a liberarsi. Soprattutto, non riescono ad affrontare il fatto che il sistema tecnologico è incontrollabile e che ci annienterà, se non saremo noi i primi a distruggerlo.
Una citazione che troviamo nei suoi scritti:
La fine della razza umana consisterà nel perire a causa di un eccesso di civilizzazione.
                                                                                                             Ralph Waldo Emerson
Infine, ecco il parere, espresso più di 50 anni fa, di un personaggio molto più “tranquillo”:
   Non vorrei sembrare troppo catastrofico, ma dalle informazioni di cui posso disporre come Segretario Generale si trae una sola conclusione: i Paesi membri dell’ONU hanno a disposizione A MALAPENA DIECI ANNI per accantonare le proprie dispute e impegnarsi in un programma globale di arresto della corsa agli armamenti, di risanamento dell’ambiente, di controllo dell’esplosione demografica, orientando i propri sforzi verso la problematica dello sviluppo. In caso contrario, c’è da temere che i problemi menzionati avranno raggiunto, entro il prossimo decennio, dimensioni tali da porli al di fuori di ogni nostra capacità di controllo.                         U Thant (Segretario Generale dell’ONU) – ANNO 1969

Le notizie sulla vita di Theodore Kaczinsky sono tratte in gran parte dalla copertina dei due libri e dall’articolo di Claudio Kulesko riportato in
www.machina-deriveapprodi.com/post/eco-pessimismo-radicale
da: Quaderni dell’Associazione EcoFilosofica – n. 64 di aprile 2022