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Sonnambuli

di Fabio Falchi - 22/09/2022

Sonnambuli

Fonte: Fabio Falchi

Com'era prevedibile le parole di Putin, anziché indurre ad una seria riflessione sui pericoli che si corrono cercando di mettere la Russia con le spalle al muro (che è ben diverso dal difendere i diritti dell'Ucraina), hanno scatenato una reazione delirante dell'Occidente che ormai sembra non conoscere altro linguaggio che quello guerrafondaio degli angloamericani.
L'Occidente, difatti, sembra un "blocco monolitico" a guida angloamericana, che ignora che la politica è l'arte del possibile e che sa solo alzare il livello dello scontro con la Russia, che a sua volta replica alzando il livello dello scontro, generando così una reazione a catena che rischia di non potere essere più controllata da nessun attore geopolitico.
Basta allora solo scostarsi minimamente dalla linea politico-militare decisa da Washington per essere subito accusati di “putinismo” o addirittura - e proprio da chi è un pupazzo al soldo della mafia oligarchica occidentale - di essere dei pupazzi al soldo di Mosca.
 Il dissenso, anche se ben motivato, nell’Occidente (neo)liberale non si tollera, a conferma che nel terzo millennio non c’è peggiore intolleranza di quella (neo)liberale. Gli slogan (autocrazia versus democrazia, società chiusa versus società aperta e via dicendo) hanno quindi sostituito l’analisi geopolitica, che in buona misura non dipende nemmeno dal sistema di politico di un attore geopolitico.
Che l’America – e in particolare la cosiddetta “anglosfera” - stia giocando la carta della potenza militare per fermare il declino della propria egemonia, ostacolando il più possibile la formazione di un mondo multipolare (che non è una ideologia, ma un processo storico che è sotto gli occhi di tutti), è una "verità scomoda" che quindi deve essere “censurata”, con la scusa che sarebbe una forma di pericoloso “putinismo” e di tradimento dei cosiddetti "valori occidentali”, quasi che l’Occidente non fosse sempre più simile a ciò che afferma di voler combattere.
Perfino una critica seria e motivata della politica del Cremlino, per avere dato inizio ad una “partita militare e geopolitica” che ben poco ormai ha a che fare con la difesa della popolazione russofona del Donbass e che non solo avvantaggia proprio la politica di "pre-potenza" dell’America ma rischia di trascinare l’intero continente europeo nell’abisso, quindi non basta. Occorre “credere, obbedire e (se necessario) combattere” contro gli “orchi russi” ossia dei “subumani” come li ha definiti lo stesso Zelensky, che non intenderebbero altro linguaggio che quello della forza.
All’inizio del secolo scorso furono i “sonnambuli” a trasformare l’Europa in un immenso campo di sterminio. Ripetere lo stesso errore un secolo dopo sarebbe non solo imperdonabile ma la tragica e paradossale fine di una civiltà che si è sempre vantata di avere sconfitto proprio il “sonnambulismo” in tutte le sue forme.