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Talassocrazia

di Gabriele Germani - 07/03/2023

Talassocrazia

Fonte: Gabriele Germani

Gran parte del commercio mondiale (più dell'80% del totale) passa via mare.
Lo sviluppo delle rotte marittime ha rappresentato, a partire dal '500, il principale motivo di ascesa degli Stati europei sul palcoscenico mondiale.
I nascenti Stati-Nazione si sono affacciati sull'Atlantico alla ricerca di oro e spezie, di una via alternativa alle favolose Indie (ve ne erano tre nella tradizione europea, grossomodo corrispondenti: alla penisola indiana, all'Indocina e all'Insulindia), al Catai e al Cipango.
Luoghi di spezie, di seta, di giade, di incenso, oli, aromi e profumi, con a contorno la civiltà islamico-arabica che aveva ereditato i fasti persiani e inglobato il mondo nordaficrano, berbero e poi greco e turco.
L'Occidente, era solo appendice d'Eurasia, scossa da mareggiate e venti burrascosi dell'Atlantico. Il Mar del Nord pullulava di pescatori alla ricerca di merluzzo e balene, le cui scorte venivano poi trasportate in tutto il continente, fino al Meridione dell'Italia sul finire del periodo invernale, quando le riserve estive erano terminate e il nuovo raccolto non era ancora pronto. Probabilmente, da queste usanze derivò la tradizione pre-pasquale di mangiare pesce, dalla disponibilità del pescato nord europeo.
Le barche portoghesi veleggiarono lungo le coste africane e raggiunsero presto il Golfo di Guinea. Qui cominciarono subito ad importare ebano, avorio, schiavi e oro. I regni subsahariani, in particolare quello islamizzato del Mali, furono tra i principali produttori mondiali di oro fino alla scoperta dell'America.
Al contrario, gli europei vendevano sale e artigianato; lo scambio era alla pari o addirittura in perdita per gli europei.
Nel 1492, gli spagnoli con Colombo arrivarono in America; nel 1497, Vasco de Gama -per il Portogallo- arrivò in India.
Le sfere di influenza erano spartite: gli spagnoli occuparono la parte occidentale del mappamondo, i portoghesi quella orientale (arrivando veramente alle Indie).
Gli spagnoli presero le Filippine via Pacifico, dopo aver varcato lo Stretto di Magellano, e le accorparono al Vicereame del Messico.
Nel corso del '500, le potenze iberiche cominciarono a subire la concorrenza delle potenze nord europee: francesi, inglesi e olandesi si lanciarono alla conquista dei mari.
Furono organizzate compagnie di pirati (particolarmente dura la guerra condotta in queste vesti dagli inglesi ai danni degli spagnoli) o gruppi di monopolisti per gestire interi settori del globo (la Compagnia delle Indie, tanto per fare un esempio).
Gli olandesi sfidarono il dominio portoghese in Brasile e lungo le coste africane, stabilirono anche colonie in Nord America e nei Caraibi. Il predominio olandese nei mercati e nella produzione finanziaria si scontrò presto con il dominio inglese (in una guerra dei filati) in cui la produzione laniera inglese prevalse su quella dei Paesi Bassi.
Intanto ugonotti e riformati non anglicani di varia natura abbandonavano le rispettive madrepatrie prendendo la via del Nord America (la prevalenza demografica fu sempre nettamente a favore degli anglosassoni).
Nel corso del '700, col declino spagnolo, la riconferma dell'alleanza lusitano-inglese e la guerra dei sette anni (confermata poi dal fallimento napoleonico), il Regno Unito si imponeva come attore indiscusso a livello mondiale.
Il capitalismo avrebbe avuto un nuovo centro, un regolatore che aveva tutto l'interesse a dominare i mari, a imporre libere elezioni e libero mercato, fluidità dei costumi a favore degli affari.
Le potenze di terra continuarono a opporre tentativi terrestri o di bloccare le merci anglosassoni o di creare rotte alternative:
- Blocco continentale alle merci inglesi imposto da Napoleone;
- Collegamento ferroviario Berlino-Istanbul-Baghdad;
- Protezionismo prussiano;
- Autarchia italiana;
- Socialismo reale in URSS;
- Nuova Via della Seta Cinese.
Le potenze di mare (di matrice anglosassone) continuano invece a volere mari liberi, porti aperti e capitalismo.
Assistiamo a un confronto millenario tra talassocrazie e imperi di terra, tra costruzioni multi-razziali e multi-etniche (come la Russia, la Cina, l'antica Persia o l'Impero Moghul) e stati-mercantili che tendono a non amministrare direttamente i territori satelliti (non lo fece Atene, lo fecero meno Venezia e Genova, non lo fanno gli USA, lo fece controvoglia il Regno Unito).
Ad oggi, rimane il dubbio che la talassocrazia predisponga un mondo diviso per livelli: centro, semiperiferia, periferia; mentre gli imperi di terra (specie con capacità tecnologica) predispongano la possibilità di una gestione più equa delle risorse tra i territori (o che almeno ci provino con vasti programmi di colonizzazione e investimento interni).