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Trattative. L’Ue non vuole la pace, la Russia mette la pistola sul tavolo

di Alessandro Orsini - 13/05/2025

Trattative. L’Ue non vuole la pace, la Russia mette la pistola sul tavolo

Fonte: Alessandro Orsini

Zelensky ha riconosciuto che deve trattare con Putin. È un passo avanti: aveva giurato per tre anni che non sarebbe mai accaduto. Il Corriere della Sera scrive che l’apertura di Zelensky è una mossa per “sbugiardare” Putin, ma si tratta di un’interpretazione errata giacché Putin è sempre stato chiarissimo su richieste e metodo. Le sue richieste sono sostanzialmente tre. Non ci sono né bugie, né infingimenti. La prima richiesta di Putin è che l’Ucraina non entri nella Nato. È inutile che l’Europa perda tempo a trattare su questo punto. La seconda richiesta di Putin è il riconoscimento dei quattro Oblast annessi il 30 settembre 2022. Trump vorrebbe convincere Putin ad accontentarsi di una loro parte, ma le probabilità che Putin accetti sono vicine allo zero. Il 18 dicembre 2024 Zelensky ha dichiarato che l’Ucraina non ha le forze per riconquistare i territori perduti. Delle due l’una: l’Ucraina avanza oppure arretra. Siccome non può avanzare, è condannata ad arretrare. Nel caso della prima e della seconda richiesta, i rapporti di forza favoriscono la Russia. La terza richiesta di Putin è la demilitarizzazione completa dell’Ucraina. Qui la trattativa è possibile perché i rapporti di forza sono sfavorevoli alla Russia. Putin non può impedire che i Paesi europei diano armi a Zelensky. L’unico modo per impedirlo è conquistare Kiev e tutta l’Ucraina, ma Putin non vuole governare le regioni che odiano la Russia. L’Europa può sperare di ottenere che l’Ucraina conservi un esercito. Ma il pessimismo è doveroso perché Putin non concederà all’Ucraina di dotarsi di migliaia di missili della Nato a lunga gittata o di aerei di quarta e quinta generazione. Putin non sta trattando veramente perché non è disposto a rinunciare a nessuno dei suoi obiettivi strategici.
Nemmeno l’Europa vuole trattare veramente. L’Europa cerca la tregua per riarmare l’Ucraina. L’Europa non desidera la pace perché la pace tra Russia e Ucraina passa attraverso la sconfitta dell’Europa. Spegnere i cannoni significa accendere i riflettori su questa tragica realtà. L’Ucraina ha combattuto una guerra terribile per entrare nella Nato, ma non entrerà nella Nato; ha combattuto per entrare nell’Unione europea, ma non entrerà nell’Unione europea; ha combattuto per difendere la propria integrità territoriale, ma sarà smembrata; ha combattuto per difendere le proprie città, che sono rase al suolo; ha combattuto per difendere la propria indipendenza, ma adesso è sottoposta alla doppia sferza padronale di Russia e Stati Uniti. L’Ucraina ha perso tutto. Macron si vergogna di riconoscere che la guerra per sconfiggere la Russia si è trasformata nella guerra che ha smembrato l’Ucraina. Trump, invece, non ha nessun problema con la vergogna avendo ammesso immediatamente la sconfitta. Trump ha detto a Zelensky: “Non hai le carte”, “perderai il Paese intero”. Così dicendo, Trump ha riconosciuto la sconfitta dell’Occidente. Putin vuole bombardare l’Ucraina durante gli abboccamenti perché sa che l’obiettivo dell’Europa è riarmare l’Ucraina. Per tutti questi motivi e molti altri, procederà con la diplomazia della pistola in bocca. Macron è il Biden d’Europa e Merz è il suo Blinken, con molti mezzi in meno. Forse l’Europa dovrà attendere che Macron esca di scena per riconoscere la propria sconfitta. Per la Russia, la guerra in Ucraina è una guerra di popolo. Per l’Europa, è soprattutto la guerra di un’élite che deve nascondere il proprio fallimento. È la guerra di Draghi, non degli italiani. Gli europei non sono disposti a sacrificare una sola vita umana per l’Ucraina. I russi sono disposti persino alla guerra nucleare.



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