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Viviamo tempi interessanti, non lo avremmo voluto ma tant’è, non siamo noi a scegliere

di LZ - 26/10/2020

Viviamo tempi interessanti, non lo avremmo voluto ma tant’è, non siamo noi a scegliere

Fonte: Diorama letterario

Viviamo tempi interessanti, non lo avremmo voluto ma tant’è, non siamo noi a scegliere. A volte, mi domando cosa avrebbero scritto di questi tempi Celinè, Ernst Juenger, Albert Camus, Curzio Malaparte o Carl Jung (ognuno, naturalmente, aggiunga l’autore che gli piace di più). Quale spettacolo avrebbe fatto Giorgio Gaber (Far finta di esser sani 2.0?) o come ne avrebbe riso Totò.

 Questi personaggi non ci sono più, hanno avuto e raccontato il loro tempo, mentre a noi oggi toccano intellettuali del calibro di Andrea Scanzi, Selvaggia Lucarelli e Massimo Recalcati, per pescare fior da fiore: davvero altre menti e altre epoche (Alessandro Baricco non è pervenuto, ma non dispero…), quelle andate.

 Tempi interessanti, davvero. Nei quali non puoi azzardarti neanche per scherzo a dire che questo continuo, ossessivo tormentone della necessità di privarci della libertà per proteggere gli anziani, i deboli, gli immunodepressi e chissà quale altra categoria umana -- ripreso dal coro di vocianti che ci circonda -- non ti quadra, perché intorno non vedi l’agguerrita avanguardia del cambiamento in meglio dell’umanità, la filantropia e la solidarietà come cifra dell’esistenza, ma solo esseri impauriti che, come gli zombie del film di Romero, si agitano mossi dall’egoistico desiderio di proteggere la propria vita, ad ogni costo e gli altri si arrangino. Il monito per chi osasse dire cosa pensa davvero è nel trattamento riservato, tra gli altri, a Giorgio Agamben i cui argomenti sono stati alterati contraffatti sviliti per fargli dire quello che non ha mai detto e poterlo ridurre ad una specie di caricatura, da mettere alla berlina sui social network. Il tutto da parte di soggetti che stanno ad Agamben come i rumori gastro intestinali stanno ad una canzone di Edith Piaf.

Tempi interessanti nei quali è vietato esprimere dubbi sulle statistiche relative al Covid -- facendo notare, per esempio, come sia stato possibile che per mesi in Italia si sia morti solo di virus, senza nessuno che trapassasse per un ordinario infarto, cancro o incidente stradale -- oppure sulle soluzioni di contrasto del fenomeno, magari notando che se i più esposti sono gli anziani non è del tutto chiaro cosa c’entrasse il bonus per il monopattino, anche perché a Milano di vecchietti su questi trabiccoli non ne ho mai visti, ma magari mi sono perso qualcosa.

Un tempo nel quale è impossibile anche solo ipotizzare a voce alta che la campagna di terrore mediatico che ci martella senza tregua in questi ultimi giorni, con l’obiettivo del panico, è il tentativo del sistema politico (centrale, regionale e locale), burocratico e sanitario di nascondere ritardi inefficienze e corruzione nei mesi da aprile ad ottobre (e quelli a venire, ovviamente), scaricando nuovamente le responsabilità sul cittadino reo, ad esempio, di avere fatto le vacanze estive, avere bevuto qualche aperitivo o frequentato palestre o piscine, colpevolmente confidando sul fatto che il sistema amministrativo si sarebbe preso cura del potenziamento delle terapie intensive o sulla somministrazione dei tamponi eccetera.

 E nessuno, giornalista politico di opposizione, maggioranza, destra, sinistra, sopra o sotto che alle macchiette come De Luca, Toti, Speranza, Boccia, nelle pause dai loro impegni per dirette Facebook o interventi in talk show, chieda mai con vera insistenza e senza pausa sino alla risposta: “voi che chiedete in continuazione sacrifici agli italiani, rimproverandoli per i loro comportamenti, voi cosa avete fatto da aprile ad oggi?”

 Tempi interessanti dove gli scienziati ed i medici -- virologi, immunologi, anestesisti, pneumologi, pediatri, veterinari eccetera -- travolti da un fenomeno che non hanno previsto e che non sanno come affrontare, invece di ammettere umilmente il loro fallimento (che è poi quello della scienza, che ormai da un po' ha dimostrato che non riesce a portarci verso quelle sorti magnifiche e progressive tanto promesse) e chiedere ai cittadini di aiutarli ad affrontare un ostacolo invisibile passano il tempo con il dito alzato a mettere voti agli italiani, colpevoli di non volere vivere come topi impauriti chiusi tra le mura di casa. E prova a ricordare le solenni sciocchezze di volta in volta snocciolate in Lombardia da quel monumento di scienziato di Pregliasco (tipo spiagge vuote in estate o le linee guida sul sesso in tempo di Covid…), dal professorone Galli (che qualche giorno fa ha dichiarato di non vedere gente morire di fame per strada, mentre in ospedale sì), dall’esperto in zanzare Crisanti e compagnia cantante per essere marchiati indelebilmente come negazionisti, moderna edizione del concetto di eretico.

E poi devi anche sopportare il chiacchiericcio di esperti immunologi, virologi ed economisti (specializzazioni a volte cumulate nella stessa persona) laureati all’università di Mediaset o Sky, che con sicumera discettano di nuove cure (il plasma, ad esempio) scimmiottando i Santanchè, Porro, Gruber e Capezzone da talk show, ai quali vorresti urlare, con il titolo di un romanzo di Boris Vian, “Sputerò sulle vostre tombe”. E nel frattempo, angosciante il silenzio della città ogni notte cresce di più, svegliando paure e incertezze.

 

Nella malinconica scena finale di Mediterraneo, l’ex sergente Lorusso parlando agli altri due protagonisti del suo fallimento di partecipare al cambiamento dell’Italia dice più o meno così: “gli ho detto avete vinto voi, ma almeno non riuscirete a considerarmi vostro complice(…)”, e sullo sfumare delle ultime immagini appare la scritta “dedicato a quelli che stanno scappando”: chi lo avrebbe detto che nell’anno di grazia 2020 ci sarebbe stata rubata, oltre la libertà, anche la speranza di un altrove dove fuggire?