La battaglia del Maghreb
di Christian Elia - 11/04/2007
Ancora un attentato in Marocco, ma si combatte in tutta la regione |
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E', per il momento, di 17 morti il bilancio dell'esplosione di un'autobomba davanti alla sede del governo ad Algeri e di altri due ordigni che sono stati fatti detonare in altre zone della capitale algerina. Sembra la risposta all'operazione dei militari algerini nei territori dove si nascondono i miliziani islamici. Ma è tutto il Maghreb a essere attraversato da una tensione senza precedenti.
La fuga di Mohammed Mentala, alias Uarda, che durava dal 2003, è stata interrotta ieri mattina nel malfamato quartiere di el-Fida, a Casablanca. Poco dopo l'alba, un agente dei corpi speciali marocchini gli ha sparato uccidendolo prima che Mentala potesse azionare la cintura esplosiva che portava su di sé.
![]() L'episodio di ieri segue di un mese la morte di Abdelfatah Raydi, l'uomo che l'11 marzo scorso si è fatto esplodere in un internet caffè a Casablanca, dopo una lite con il gestore, ferendo quattro persone. Secondo indiscrezioni della polizia di Casablanca, ancora prive di conferme ufficiali, il complice di Mentala che si è fatto esplodere durante l'incursione dei corpi speciali marocchini potrebbe essere Ayoub Raydi, fratello di Abdelfatah.
Un legame unirebbe insomma i due attentati e le forze dell'ordine del Marocco sono in fibrillazione da mesi, nel tentativo di eliminare la rete di jihdaisiti che attraversa il paese.
![]() Un legame che sarebbe stato sancito dall'ingresso dei 2 gruppi all'Organizzazione di al-Qaeda nel Maghreb, una sigla alla quale avrebbe aderito anche il Gruppo per la Predicazione e il Combattimento algerino e quello dei salafiti in Tunisia. Un'alleanza transnazionale insomma, finalizzata al rovesciamento dei governi di Algeria, Marocco e Tunisia, ritenuti dai fondamentalisti strumenti della politica statunitense nella regione e non solo.
Non a caso, quasi in contemporanea con le retate della polizia marocchina, il governo algerino ha lanciato l'operazione Amizour il 26 marzo scorso, la più grande iniziativa anti-terrorismo dall'inizio dell'anno. Elicotteri e mezzi corazzati con migliaia di uomini dell'esercito algerino hanno lanciato un'imponente caccia all'uomo e, l'8 aprile scorso, nove soldati algerini e almeno sei militanti islamici sono morti in una sparatoria a Ain Defla, 160 chilometri ad ovest di Algeri. Secondo fonti di stampa indipendenti algerine sarebbero almeno 20 le vittime, fino a oggi, di un'operazione ancora in corso. Stessa tipologia di un'azione condotta in grande stile, tra la fine di dicembre e l'inizio di gennaio, dai corpi speciali tunisini.
Sembrerebbe quasi di assistere a un'operazione congiunta dei governi di Algeri, Rabat e Tunisi, finalizzata allo sradicamento dell'Organizzazione di al-Qaeda in Maghreb.
![]() Il concetto pare chiaro: per continuare a fare affari con l'Unione europea e gli Stati Uniti, priorità dei governi del Marocco, dell'Algeria e della Tunisia, bisogna dare un segnale forte, per sottolineare da che parte dello schieramento si pongono nella “guerra globale al terrorismo”. Questo è utile anche per conservare il potere, visto che i partiti islamici sono in testa a tutti i sondaggi. Premiando chi si allinea lasciando la lotta armata e piegando tutti coloro che si oppongono, attaccandogli il comodo copyright di al-Qaeda. |