Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / L'effetto Concorde e gli OGM

L'effetto Concorde e gli OGM

di Centro formazione ambientale Monferrato - 16/04/2007

Fonte: cfa-monferrato

Cari amici,
l'attuale situazione degli OGM in Europa vede nettamente contrapposte due
realtà. Da una parte i cittadini, agricoltori inclusi, che quando
correttamente informati esprimono con fermezza il loro rifiuto degli
alimenti e dei prodotti gm. Dall'altra le industrie biotech, che anche
davanti ai più clamorosi fallimenti commerciali e qualitativi dei loro
prodotti, insistono nel promuovere la commercializzazione dei vegetali, e
negli Stati Uniti, degli animali, modificati con l'intento ultimo di
pervenire al controllo del mercato alimentare. Una situazione in cui
possiamo leggere un esempio del cosiddetto 'effetto Concorde' (l'aereo
Concorde si era rivelato un fallimento molto tempo prima che ci si
risolvesse ad abbandonarlo), ovvero della 'perniciosa tendenza a persistere
in un'impresa, guardando non ai suoi vantaggi futuri, ma piuttosto agli
sforzi già investiti in essa nel passato'.
Su scala planetaria possiamo dirci tutti ostaggi di una forma di effetto
Concorde: quella che induce le industrie biotech a persistere in un'impresa
finora incapace di apportare alcun beneficio concreto ai consumatori e che,
al contrario, attenta sistematicamente alla salute umana e all'ambiente,
alla sovranità alimentare dei popoli e alla sopravvivenza delle comunità
economicamente più deboli. L'esempio dell'aereo, tuttavia, è calzante solo
in parte, in quanto gli OGM non costituiscono un investimento di tipo
convenzionale per le aziende ma sono dotati di un inedito potere di
accrescimento  legato  alla loro capacità di riprodursi e portare profitto
mediante la riscossione annuale dei diritti di brevetto (se il Concorde
fosse stato in grado di riprodursi, i suoi voli ad alto rischio non
sarebbero stati fermati ...).
Occorre ricordare, infatti, che l'errore primo degli Stati Uniti,
dell'Unione Europea e di tutti coloro che ne hanno seguito l'esempio, è
stato quello di consentire l'imposizione di brevetti sulla materia vivente,
trascurando il principio più basilare della democrazia: la tutela dei beni
comuni.
Molte sono le iniziative promosse dalla Società civile (movimenti di
agricoltori, consumatori, ambientalisti, animalisti) per la riconquista dei
diritti.
In Europa e in altre regioni del mondo si è rivelata vincente la strategia
delle zone libere da OGM. L'Unione europea, dopo aver emanato 3 direttive e
4 regolamenti tesi a garantire la 'libera scelta alimentare' dei cittadini
con norme sulla tracciabilità e l'etichettatura degli OGM ha rinunciato
all'ultima tappa del percorso programmato: l'elaborazione delle regole per
la coesistenza tra prodotti convenzionali e transgenici. Complice anche
l'opinione sfavorevole degli scienziati, certi dell'impraticabilità della
coesistenza, l'Unione ha così delegato questo compito agli Stati membri e
questi alle Regioni. A partire da questo vuoto normativo e decisionale si è
sviluppata la fortunata azione delle regioni libere da OGM.
In Italia promettente è la presentazione della legge di iniziativa popolare
per la sovranità alimentare cui hanno aderito diverse organizzazioni di
agricoltori, associazioni ambientaliste e personalità della cultura e
dell'arte.
Le risposte della Società civile e la maggiore ricettività di talune
istituzioni europee, ad esempio il Parlamento europeo, ci inducono a credere
che nonostante alcuni accordi politici, il dissenso agli OGM stia crescendo,
determinando la nascita di nuove prospettive.

La Sovranità Alimentare è il diritto di tutti i popoli alla sicurezza
alimentare, a cibo sano, nutriente e rispettoso dell'ambiente e della
biodiversità.
Legge di iniziativa popolare per la tutela del diritto contadino a produrre,
delle aziende agricole e allevatrici, del ciclo corto, dell'accesso al cibo,
dei valori culturali e tradizionali del cibo e della tutela agroambientale
del territorio finalizzati alla realizzazione della sovranità alimentare
FIRMATE
Per adesione:  legge@altragricoltura.net
Per informazione: www.sovranitalimentare.net
La Sovranità Alimentare  è il diritto di tutti i popoli alla sicurezza
alimentare, a cibo sano, nutriente e rispettoso dell'ambiente e della
biodiversità.
La Sovranità Alimentare, che riguarda sia i paesi sviluppati, sia i paesi
poveri è anche il diritto di decidere la propria alimentazione formulando
politiche agrarie che diano impulso ad una produzione sostenibile, basata
sulla produzione locale, al posto di un modello industriale dagli alti
consumi, scarsa qualità e dipendente da produzioni estere.
Per tali motivi:
i Contadini Italiani aderenti a Via Campesina e organizzati in
Altragricoltura, presentano una proposta di legge di iniziativa popolare e
costituiscono un Comitato Nazionale che entro giugno depositerà il testo
della legge e che si adopererà per raccogliere centinaia di migliaia di
firme in tutta Italia.
Nel nostro paese negli ultimi 40 anni, l'abbandono dell'agricoltura ha
riguardato circa sette milioni di ettari, un terzo della superficie
complessiva attuale e in montagna gli ettari abbandonati sono stati il 42%.
Ogni giorno 50 aziende agricole sono costrette a chiudere perché assalite
dalla speculazione finanziaria e dalle multinazionali agroalimentari.
La proposta di legge sulla Sovranità Alimentare che, per la prima volta,
viene presentata in un paese occidentale, è fondamentale per ricreare un
modello agricolo di produzione, distribuzione e consumo del cibo in cui è
centrale l'interesse dei consumatori, dei contadini, dei lavoratori e del
territorio.
Tutti i popoli hanno il diritto di coltivare seguendo le proprie culture e i
propri  saperi, in difesa della propria sicurezza alimentare e del proprio
ambiente ed alimentando in maniera salubre sia le campagne che le città.
FIRMATE PER VOI

Come movimento contadino italiano che fa riferimento a Via Campesina, in un
lungo percorso di confronto e di iniziative maturato negli anni scorsi,
abbiamo deciso di lavorare alla presentazione di una proposta di legge che
indichi i principi e gli strumenti per sostenere il diritto contadino a
produrre e cittadino al cibo.
La sopravvivenza di decine di migliaia di aziende agricole e allevatrici
italiane è a rischio e, con loro, sono a rischio la tenuta ambientale,
sociale ed economica di intere aree del nostro Paese, centinaia di migliaia
di posti di lavoro, la qualità del cibo per i nostri cittadini ed un intero
sistema produttivo che si è determinato in millenni di produzione culturale,
cura del territorio, e relazioni umane e sociali.  In 40 anni sono stati
circa sette milioni gli ettari di superficie  abbandonati dall'attività
agricola, oltre un terzo della superficie complessiva attuale; in montagna
sono stati 1,3 milioni gli ettari abbandonati, il 42% della superficie
attualmente coltivata in queste zone. Un trend che ha avuto una
accelerazione negli ultimi 10 anni, nel corso dei quali solo  in montagna
sono stati abbandonati circa 540.000 ettari di superficie e oltre 160000
sono le aziende agricole che hanno abbandonato l'attività, sempre più spesso
per effetto di prezzi alla produzione che scendono ormai costantemente
sempre sotto i costi produttivi minimi mentre i prezzi al consumo aumentano
irresponsabilmente. Entro il 2012 è fondato il rischio di perdere il 40%
delle nostre aziende.
Gli effetti della globalizzazione dei mercati stanno piegando un intero
sistema produttivo, economico e sociale di relazione col territorio. I
rischi grandi sono che l'Europa diventi un grande mercato di consumi
agroalimentari senza il lavoro contadino e che l'Italia lasci il compito di
gestire il suo grande patrimonio di "made in Italy" alle multinazionali.
Occorre un cambiamento profondo delle scelte politiche e sociali. Un
cambiamento ormai non più rinviabile che sappia rispondere alla cresciuta
sensibilità della società ed ai rischi ambientali come segnala l'allarme
crescente per i cambiamenti climatici su cui la stessa agricoltura ha
pesanti effetti.
Noi, movimenti contadini impegnati in questi anni con le nostre pratiche e
le nostre mobilitazioni a cercare la strada di un'altra agricoltura
possibile, oggi assumiamo la responsabilità di avanzare la proposta,
partendo da quella della Sovranità Alimentare avanzata dai movimenti
internazionali di Via Campesina.
Proponiamo una legge di iniziativa popolare che impegni le istituzioni ad
assumere principi di indirizzo, obiettivi operativi ed a dotarsi di
strumenti concreti e che si riconoscano come centrali i diritti dei
contadini e dei cittadini e la tutela ambientale e della salute.
Chiediamo che, conseguentemente, si fissino obiettivi concreti e operativi e
strumenti per promuovere questi diritti e per favorire la tutela del nostro
patrimonio di culture e colture (lavoro, ciclo corto, qualità e sicurezza
alimentare, tutela e valorizzazione ambientale, sociale e culturale
dell'ambito rurale).
Lavoriamo alla realizzazione di spazi di coinvolgimento fra i cittadini, i
contadini e le istituzioni sia nazionali che territoriali per assumere gli
orientamenti e le scelte sulla base delle istanze di partecipazione
democratica che avanzano dalla società e che garantiscono il diritto
effettivo delle comunità di scegliere il proprio modello di produzione,
distribuzione e consumo del cibo.
Il 27 di Marzo daremo vita al comitato promotore per la presentazione della
proposta di legge aperto a tutte le realtà sociali e istituzionali italiane
che vorranno lavorare insieme. La nostra è la proposta che avanziamo come
movimenti contadini legittimati dalle nostre pratiche e le nostre
mobilitazioni. Sarà nel Comitato Promotore e nei territori che svilupperemo
il confronto con quanti condivideranno il nostro sforzo per scrivere il
testo definitivo della legge che presenteremo nelle sedi istituzionali e su
cui avvieremo nei prossimi mesi la campagna per la raccolta delle centinaia
di migliaia di firme necessarie.

Fonte divulgativa: CENTRO DI FORMAZIONE AMBIENTALE "MONFERRATO",


EDITORIALE. L'effetto Concorde e gli OGM. Il dissenso agli OGM sta crescendo
come dimostra la legge di iniziativa popolare per la sovranità alimentare
Fonte: Comitato Scientifico Antivivisezionista EQUIVITA  www.equivita.org