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La via per Chou: una leggenda cinese

di Edward Goldsmith - 24/04/2007

 

Dopo la caduta della dinastia Han, vi fu in Cina un secolo d’instabilità chiamato “il periodo degli stati in guerra”, nel quale il paese rimase iviso in molti stati indipendenti spesso in guerra fra loro. Il più importante era il regno di Wei, governato a lungo da un potente re Tsao Tsao che si faceva chiamare l’“Imperatore”, perché rivendicava la sua sovranità sull’intera Cina. Il suo primo ministro, Ki Leang, era un uomo saggio e retto impegnato soprattutto a mantenere la pace e farne apprezzare i benefici a un popolo che poteva così diventare sempre più civile.
Un giorno partì per un viaggio, ma dopo poche giornate di cammino fu raggiunto da un messo con la notizia che l’Imperatore aveva improvvisamente deciso di invadere il vicino regno di Han Tan. Ki Leang ritornò immediatamente alla capitale per la via più breve. Quando fu alla presenza
dell’Imperatore raccontò la storia seguente:

 “Maestà, oggi, quando sono arrivato alle mura della città ho visto una carrozza che prendeva la via del nord verso Min-Li. Senza ombra di dubbio era la più bella carrozza che avessi mai visto, costruita in ebano, intarsiata con pietre semipreziose lavorate in disegni di una delicatezza che solo i nostri maestri artigiani sono capaci di fare. Nel chiarore dell’alba sembrava una strana apparizione dal mondo degli spiriti. Ma, Maestà, anche i cavalli che la tiravano erano impressionanti: sei magnifici stalloni bianchi,
animali alti ed eleganti con corpi dalle forme meravigliose. E mi sono fermato per un po’, affascinato dallo spettacolo straordinario, quando ad un tratto la carrozza si fermò.

La occupava un uomo distinto che parlava come se fosse abituato ad essere trattato col massimo rispetto. Si affacciò al finestrino e mi chiese quanto distava la città di Chou. Risposi, ‘La città di Chou è a 200 miglia a sud, ma voi state andando dalla parte opposta’. Il viaggiatore non sembrò per nulla turbato da quello che avevo detto e replicò, ‘Ciò non ha nessuna importanza: ho i migliori cavalli di tutta la Cina’. Ripetei ‘Ma Chou è a sud e state andando a nord’. ‘Sì’ replicò il viaggiatore, sempre imperturbabile, ‘ma il mio cocchiere è il più abile di tutto il regno di Wei’. ‘Non lo metto in dubbio,’ risposi, ‘ma state andando dalla parte opposta’. ‘Ah’, rispose il viaggiatore con la solita mancanza d’interesse, ‘Ma ho scorte illimitate per un viaggio lunghissimo’.

Replicai: ‘Se andate a nord, più sono buoni i vostri cavalli, più abile il cocchiere e più abbondanti le vostre scorte, e più servono solo ad aumentare la distanza fra voi e la città di Chou, che è a sud’.

Poi, rivolgendosi all’imperatore Tsao Tsao disse: “Maestà, fin dall’inizio del vostro regno, il vostro unico scopo è stato accrescere la felicità e il benessere del popolo cinese. Se decidete di far guerra al popolo di Han Tan, più grande è l’armata che metterete in campo, più brillanti i vostri generali, più abbondanti le vostre scorte e più che vi allontanerete dal vostro scopo. È come andare a Chou per la strada del nord”.

L’intera civiltà occidentale è in marcia verso il “progresso”. Ma la nostra nozione di progresso è giusta? Se non lo fosse l’inventività scientifica, le capacità tecniche e gli sforzi umani impegnati in questa impresa andrebbero nella direzione sbagliata. Sta diventando sempre più evidente che si sta andando a Chou per la via del Nord.