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La roulette russa e la guerra all'Iran

di Ali Fathollah-Nejad - 30/04/2007

 
 
   

I motivi più reconditi di chi trarrà profitto da una potenziale guerra all'Iran - e i suoi rischi

Una guerra con l'Iran sarebbe catastrofica. Non è certamente una valutazione improbabile quella espressa dal Ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, l'11 aprile. Ma l'ex Ministro della Difesa di Mosca non è l'unico che nel suo paese suggerisce un imminente attacco nucleare degli Stati Uniti all'Iran, poichè lo scenario per la guerra è stato già preparato. Gli annunci fatti da importanti funzionari politici e militari russi come pure da esperti e commentatori durante gli ultimi giorni sull'alta probabilità di un'aggressione americana all'Iran, oltre ad essere fastidiosi per le orecchie occidentali, riflettono perfettamente il bivio davvero critico in cui ci troviamo attualmente. Ma quel "parlare di guerra" è fatto nella nobile intenzione d'impedire al nostro mondo un disastro terribile, quasi unico nel suo genere - o ci sono dei loro interessi ben definiti dietro ciò?

Segni di un Voltafaccia Russo?

È convinzione generale che Iran e Russia formino una stabile alleanza strategica diretta principalmente contro l'influenza globale degli Stati Uniti. Nonostante le sanzioni ONU poste su Tehran, Mosca ha insistitito a continuare la cooperazione con quel paese, particolarmente nell'area tanto contesa del nucleare. Nel gennaio 1995, l'Iran ha firmato un contratto da 800 milioni di dollari con il Ministero russo per l'energia atomica (MinAtom) per completare i reattori nucleari nella sua centrale di Bushehr sotto le misure di sicurezza della AIEA. Mentre il completamento del reattore era previsto per il luglio 1999, gli innumerevoli rinvii hanno fissato la data di completamento alla fine di quest'anno. Ma nonostante la comprensibile frustrazione dal lato iraniano su questo argomento, gli sforzi diretti a mantenere la partnership Russo-Iraniana non si sono interrotti.

Mentre Mosca è stata l'unica delle principali potenze globali a condannare subito il rapimento dei diplomatici iraniani nell'Iraq del nord quest'anno, i toni si sono acuiti non appena ha considerato una "provocazione" l'arresto da parte dell'Iran delle spie britanniche ed il suo successivo continuare le sue attività di ricerca sul nucleare nonostante l'ultima risoluzione del Consiglio di Sicurezza. Un importante commentatore dell'agenzia stampa statale russa, la RIA Novosti, ha persino concluso che è l'Iran che sta "provocando" una guerra. Un paio di giorni dopo, egli stesso ha ringraziato il cielo per l'abile rilascio da parte di Tehran dei soldati di Londra, impedendo così un possibile attacco degli Stati Uniti il 6 aprile. L'agenzia stampa statale di Mosca è stata inoltre la primissima a segnalare il pericolo immediato di un assalto nucleare degli Stati Uniti all'Iran per questo mese. Ma in giorni recenti, sembra frenare mentre cita fonti che affermano che un attacco americano all'Iran non sta per avvenire. Ma cosa possiamo concludere da questo poutpourri di messaggi e rapporti che echeggiano da Mosca?

I Desideri Segreti Della Russia

Molte prove puntano al fatto che nel caso di una guerra all'Iran, la Russia sarebbe molto probabilmente l'unico beneficiario strategico di un simile piano d'azione. Naturalmente, la stretta decisiva degli Stati Uniti sul centro mondiale dell'energia fossile è destinato a dotarli della più potente leva strategica permettendo a Washington di prolungare la sua supremazia globale. Ma ammettendo la continuità degli errati - se non addirittura amatoriali - calcoli dei neoconservatori sui risultati delle loro iniziative di politica estera e dell'evanescente probabilità che gli Stati Uniti restino padroni di una situazione imprevedibile in un Medio Oriente che si sta infiammando, chi trae profitto da un pantano così insanguinato va cercato altrove.

Le più grandi potenze al mondo - ad es. l'Unione Europea, l'India, la Cina e il Giappone - non hanno nulla da guadagnare, ma molto da perdere da una guerra con l'Iran, poiché prezzi del petrolio da record assoluto insidieranno vistosamente le loro economie così dipendenti dal petrolio. Ma la Russia, un'importante nazione produttrice di petrolio lei stessa, non disapproverebbe se un tale fatto divenisse reale. In quanto importante fornitore di energia per la Cina e l'Europa, Mosca dispone di un quarto delle riserve mondiali accertate di gas naturale (più di Iran e Qatar) e del 6 % del petrolio. Di conseguenza il ruolo della Russia come indispensabile fornitore di energia si rafforzerà come conseguenza della guerra, traendo inoltre beneficio dagli accresciuti prezzi del mercato mondiale sia per petrolio che gas.

Inoltre, le recenti vendite russe di sistemi di difesa militari all'Iran, in particolare 29 missili terra-aria TOR-M1 per una cifra presunta tra 700 milioni e un miliardo di dollari così come le torpedini della Marina Russa del tipo VA-111 Shkval ('squall'), dovrebbero permettere a Tehran di nuocere considerevolmente agli Stati Uniti se attaccati - un risultato molto desiderato da Mosca poichè farebbe rivivere le sue ambizioni di superpotenza. Ed anche durante la guerra, la Russia ha potuto accelerare le sue esportazioni militari in Medio Oriente. Il recente embargo ONU sulle armi all'Iran ha potuto impedire a malapena alla sua industria militare profitti enormi da tempo di guerra. Oltre a questi affari da miliardi di dollari, Mosca può speculare su un guadagno geostrategico di proporzioni tremende.

Come si può prevedere, una guerra all'Iran indebolirà considerevolmente l'aggredito (in quanto grande potenza regionale), ma anche l'aggressore (in quanto superpotenza globale). Il vuoto di potere che si sarà allora prodotto nell'intera regione del Medio Oriente sarà felicemente riempito dalla Russia. Così potrebbe guadagnare una porzione altamente significativa di terreno nella grande e sempre duramente contesa scacchiera Eurasiatica ed essere risarcita delle perdite geostrategiche che ha dovuto soffrire nel suo "immediato vicinato" - ad es. l'Asia Centrale - in conseguenza dell'11 settembre con la pesante militarizzazione delle ex-nazioni sovietiche da parte degli Stati Uniti.

Una Roulette Rischiosa

Ma tutto questo non significa che la Russia potrà occupare una posto tranquillo mentre fa importanti guadagni economici e strategici da una così tormentata lotta. Poichè è altamente probabile una guerra con tutti i mezzi a disposizione, la Russia potrebbe difficilmente rimanere a lungo un puro osservatore di un teatro di guerra che scoppia sul suo fianco sud. Dato che i vicini del Mar Caspio (soprattutto Azerbaijan e Georgia) potrebbero essere coinvolti in una guerra poiché ospitano basi militari degli Stati Uniti da dove potrebbero essere effettuati gli attacchi, l'amalgama con altri problemi di sicurezza regionali in quella parte geostrategicamente indispensabile del mondo che coinvolge la Russia non può essere eliminata. In questa luce, gli interessi della Russia nell'Asia Transcaucasica e in Asia Centrale possono essere compromessi dalle azioni militari degli Stati Uniti che provengono da lì. Ci sono segnali che gli alleati degli americani daranno luce verde per cercare i loro interessi nella regione, che in gran parte sono in contrasto con quelli russi. Washington, assieme alla NATO, ha potuto afferrare l'occasione per ridurre ulteriormente l'influenza russa in quella regione - un grave colpo allo status globale di Mosca. Detta in breve, non si ritiene che gli enormi effetti di destabilizzazione di una guerra all'Iran si possano fermare ai confini del nord dell'Iran. Con Tehran sotto assalto, Mosca perderà un'affidabile e stabile potere di status-quo sul suo fianco sud. Le conseguenze globali di una guerra all'Iran non escluderanno la Russia. Mosca, inoltre, perderà un promettente potere di cooperare in tutti i campi economici percettibili e aprire ulteriormente la strada per estinguere l'ordine mondiale unipolare. Anche l'ambizioso programma di creare un cartello del gas - impensabile senza la partecipazione dei paesi del Golfo Persico compresi Iran, Qatar ed Emirati Arabi Uniti (che esprimono opposizione ad un'"opzione militare" contro l'Iran rendendosi conto che anche loro potrebbero essere sotto tiro) - sarà danneggiato. Mentre è vero che Mosca non vuole un Iran nucleare, il prospetto di un controllo totale degli Stati Uniti su quella regione è più pericoloso per i suoi interessi in Eurasia.

Come sostiene il principale pensatore strategico Russo, il Generale Leonid Ivashov, " è difficile immaginare un cielo calmo sotto cui uno possa nascondersi dall'immanente disastro." Non si possono calcolare le conseguenze di vasto raggio di una guerra all'Iran, quindi ci sono buoni motivi perchè Mosca non ceda al vago sogno di emergere come il solo vincitore. È chiaro che intraprendendo una guerra nucleare con l'Iran, Washington terrà presente il suo obiettivo strategico generale di evitare qualsiasi rivale globale, naturalmente prestando attenzione speciale al peso massimo eurasiatico, la Russia. Ed ha tutte le ragioni per farlo, poichè le sue forze armate sono ben ancorate in posti cruciali per Mosca.

Dopo tutto, rimane alle riflessioni strategiche della Russia se agganciarsi o distanziarsi dall'Iran. La seconda opzione, accoppiata alla convinzione che i profitti di guerra eccederanno le occasioni in tempo di pace, può abbassare in modo decisivo l'ostacolo internazionale ad intraprendere una guerra con l'Iran. Tuttavia, una certezza rimane: "Subito dopo il primo scoppio nucleare, l'umanità si troverà in un mondo interamente nuovo, assolutamente inumano." (L. Ivashov)

NOTE

1 Goncharov, Pyotr (2007), “Should Iran rush into war?,” RIA Novosti, March 28. URL: http://de.rian.ru/analysis/20070328/62757212.html

2 Goncharov, Pyotr (2007), “Bravo, Iran!”, RIA Novosti, April 6. URL: http://en.rian.ru/analysis/20070406/63267934.html

3 See e.g. http://en.rian.ru/world/20070330/62861432.html.

4 BP (2006), Statistical Review of World Energy 2006, June.
http://www.bp.com/liveassets/bp_internet/globalbp/globalbp_uk_ english/reports_and_publications/statistical_energy_review_2006/ STAGING/local_assets/downloads/pdf/statistical_review_of_world_energy_full_report_2006.pdf

5 Russian President Putin expects $7.5 million from military exports for the next year. In 2006, his country made arms sales worth of $6 million with India and China being its top customers. (Deutschlandfunk, April 20, 2007)

6 ABDOLVAND, Behrooz & Feyzi Shandi, Nima (2007), “Iran: Das nächste Vietnam,” Blätter für deutsche und internationale Politik, No. 04/2007, pp. 389-392.

7 Cf. Areshev, Andrei (2007), “US Blows Up Caucasus,” Strategic Culture Foundation online magazine, April 3.

http://en.fondsk.ru/article.php?id=655

8 Cf. Tomberg, Igor (2007), “Gas Cartel: A De-facto Establishment,“ Strategic Culture Foundation online magazine, April 14.
http://en.fondsk.ru/article.php?id=672

9 RIA Novosti (2007), “Qatar strongly opposes war against Iran – foreign minister,” April 12.
http://en.rian.ru/world/20070412/63512273.html

10 Adomeit, Hannes (2007), Russlands Iran-Politik unter Putin, SWP-Studie 2007/S 08 (Stiftung Wissenschaft und Politik – German Institute for International and Security Affairs, Berlin), April, 44 pages.

11 Ivashov, Leonid (2007), “Iran: the Threat of a Nuclear War,” Strategic Culture Foundation online magazine, March 30. http://en.fondsk.ru/article.php?id=647

Ali Fathollah-Nejad è un ricercatore sul Medio Oriente reisdente in Germania. È l'autore di uno studio dettagliato sulla crisi dell'Iran intitolata "l'Iran nell'occhio della tempesta - perchè è iniziata una guerra globale" (pdf). ali_fna@yahoo.de

Fonte: http://www.globalresearch.ca/
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21.04.2007

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di FILMARI