Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / L'acqua: il bene primario che sta diminuendo

L'acqua: il bene primario che sta diminuendo

di Tatiana Genovese - 03/05/2007



Oramai è divenuto l’appuntamento dell’anno, si tratta dell’emergenza siccità che sta colpendo tutta l’Italia e gran parte dell’Europa. Il fatto che il clima si stesse modificando non era tuttavia una novità; i climatologi da diversi anno lo affermano a gran voce, ma sembra che le loro parole assumano un senso solo quando la contingenza diviene tale da decretare uno “stato di crisi”.
Sappiamo bene che anche in natura vige la legge fisica del “nulla si distrugge, ma tutto si trasforma”; tale principio è valido anche per quel bene primario rappresentato dall’acqua. L’acqua segue un ciclo ben preciso, detto “ciclo idrologico”, in base al quale il liquido, attraverso l’evaporazione e le successive precipitazioni, permette un continuo movimento dell’acqua: dall’idrosfera all’atmosfera e viceversa.
L’idrosfera, il cui volume supera il miliardo di metri cubi, è formata per il 97 % da mari e oceani, contenenenti acqua dura: l’alta percentuale di sali minerali (3,5 % in media) fa si che l’uomo possa usufruirne solo per la pesca, la navigazione e altri pochi impieghi. La piccola frazione restante (3%), costituita dalle acque dolci continentali, non solo viene utilizzata da animali e vegetali per la sopravvivenza, ma anche dall’uomo per l’alimentazione, gli usi agricoli, gli impieghi industriali e la produzione di energia elettrica.
Fino a più di dieci anni fa, il deflusso d’acqua che colmava laghi, fiumi e torrenti, riversandosi infine nei mari era calcolato in circa 40 chilometri di metri cubi all’anno; nelle attuali condizioni climatiche, venute meno le precipitazioni, la distribuzione dell’acqua è nettamente diminuita, decretando l’allarme siccità.
La siccità, ovvero il prolungato decremento dell’acqua disponibile in un particolare periodo e in determinate zone, in genere per insufficienti precipitazioni atmosferiche, è una normale e ricorrente caratteristica del ciclo idrologico e può verificarsi anche in aree non aride.
Esistono diverse tipologie di siccità, ciascuna delle quali è strettamente correlata ai tempi in cui si verifica l’evento siccitoso, e dà luogo a diversi impatti: di carattere ambientale, economico e sociale. L’impatto ambientale si valuta in base al danno provocato all’humus naturale, alla fauna e alla flora, alla qualità dell’aria e dell’acqua, all’erosione del suolo, agli incendi, alla degradazione della biodiversità. Alcuni danni possono avere carattere temporaneo e trovare rimedio dopo l’evento siccitoso. Altri, come l’erosione del suolo, hanno invece carattere permanente.
L’impatto economico è causato dalle conseguenze sulle attività primarie come l’agricoltura e la pesca che dipendono direttamente dalla disponibilità di riserve d’acqua superficiali e del sottosuolo.
L’impatto sociale è un altro aspetto determinante e quanto mai attuale del problema siccità, esso infatti si verifica in periodi di grave siccità e necessità un’adeguata gestione delle misure di sicurezza riguardo la salute pubblica e la disponibilità di riserve idriche di emergenza.