Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / Superfarmacia. Le coop, la grande distribuzione e gli interessi farmaceutici

Superfarmacia. Le coop, la grande distribuzione e gli interessi farmaceutici

di Monica Di Bari, Saverio Pipitone - 05/05/2007


 

 

Coop è presente sul territorio nazionale con 1262 punti vendita, tra cui 130 ipermercati di superficie superiore ai 5000 mq. Si tratta di vere e proprie città mercato dove il consumatore trova tutti gli esercizi commerciali concentrati in un unico grande centro. Oltre al classico supermercato, con prodotti alimentari e per l’economia domestica, punti vendita di abbigliamento di ogni genere, negozi specializzati negli articoli sportivi, elettrodomestici e tecnologia, farmacie, erboristerie e punti di ristoro – tra cui Mc Donald’s e Spizzico. Non mancano servizi di vario genere: centro telefonia, edicola, sportello bancomat e vere e proprie agenzie finanziarie che vendono quote di fondi di investimento o polizze assicurative.

I 1262 punti vendita Coop vendono 1.626 prodotti (alimentari e non ) a marchio Coop, realizzati da 315 fornitori. A tutti i fornitori è richiesto di attenersi alle regole di comportamento stabilite dalla certificazione di responsabilità sociale SA8000: il rispetto dei diritti umani e delle condizioni di lavoro. Inoltre tutti i prodotti agroalimentari a marchio Coop sono certificati come privi di organismi geneticamente modificati. Tra i fornitori si trovano grandi nomi di multinazionali: Nestlé, Dole, Del Monte, Uniliver, Procter & Gamble, Kimberly-Klark.
Per esempio quando Kimberly-Clarck, multinazionale del settore cartario – produce per Coop, realizza fazzoletti con “cellulosa non proveniente da pratiche distruttive di foreste primarie e con almeno il 30% di cellulosa certificata FSC, ossia proveniente da foreste gestite nel rispetto di rigorosi standard ambientali, sociali ed economici” (Fonte Rosso Fiorentino, 1/9/2003). Ma la stessa azienda è accusata di emettere dai propri stabilimenti una quantità di sostanze tossiche superiore alla media delle altre aziende del settore. Procter & Gamble fornisce a Coop saponi e detergenti, nel rispetto delle norme per la salute e la sicurezza nell’ambiente lavorativo, garantendo la responsabilità sociale dell’impresa contro ogni forma di discriminazione. Nel marzo 2004 la stessa impresa, in seguito all’acquisto di Gillette, ha licenziato seimila lavoratori (circa il 4% della forza lavoro): la sovrapposizione delle attività in cui le aziende erano in precedenza dirette concorrenti – saponi e schiume da barba – ha consentito una drastica riduzione del personale.
Sebbene in Spagna e nelle Filippine la multinazionale Dole abbia ottenuto la SA8000, nel marzo 2002 in Honduras 17 guardie armate di Standard Fruit, filiale di Dole, hanno ucciso 4 contadini per aver occupato una terra comunale che l’azienda rivendicava come propria. Questi profili aziendali sono nettamente in contrasto con la responsabilità sociale di Coop, che continua a mantenerli come fornitori: l’acquisto di molti prodotti da queste multinazionali risulta competitivo e consente un contenimento del prezzo finale.

Medicinali al supermercato per una società sempre più malata
In seguito al Decreto Bersani sulle liberalizzazioni, convertito definitivamente dalla legge  n. 248 del 4 agosto 2006, tutti i farmaci non soggetti a prescrizione medica possono essere distribuiti da supermercati e centri commerciali. La proposta di legge era stata presentata da Legacoop alla fine della scorsa legislatura corredata da 800 mila firme raccolte nei supermercati. I corner della salute – angoli destinati alla vendita dei farmaci – sono stati allestiti all’interno di tre ipermercati Coop a Carpi, Ferrara e Bari.
L’insegna con la classica croce verde e turchese, un farmacista dietro il bancone e soprattutto i prezzi inferiori del 20-40 % rispetto alle farmacie, hanno indotto i consumatori alla grande scorta farmaceutica: aspirine, antidolorifici, antistaminici, antinfiammatori hanno visto l’impennata di acquisti presso gli ipermercati Coop. Immenso il profitto per la distribuzione e le case farmaceutiche, mentre le farmacie e Federfarma si oppongono da tempo a una riforma che per loro rappresenta la perdita di un ricco monopolio. I vertici Coop hanno definito la liberalizzazione come una forma di tutela per il consumatore: la possibilità di risparmiare, acquistando i farmaci a un prezzo ridotto. Un risparmio rischioso se si considera l’aumento degli acquisti e dei consumi a seguito della liberalizzazione. Grazie a questa riforma, la grande distribuzione organizzata può suggerire al consumatore una soluzione farmacologia al più leggero malessere: acidità di stomaco, mal di testa e allergie possono essere risolti grazie a una spesa conveniente.
L’induzione al consumo di farmaci ne comporta l’abuso dal quale possono derivare intossicazioni, reazioni allergiche e soprattutto assuefazione dell’organismo, il quale non è più in grado di reagire a diverse forme di malessere, anche le più leggere. Negli Stati Uniti, dove da tempo esiste questo tipo di liberalizzazione, presso i grandi centri commerciali vi sono angoli per consulenza medica gratuita. Giovani medici stagisti visitano il cliente-consumatore prescrivendogli come terapia i prodotti farmaceutici in vendita tra gli scaffali dell’ipermercato. Una delle conseguenze registrate negli ultimi anni è l’aumento tra la popolazione delle malattie iatrogene, le patologie causate dall’abuso dei farmaci.

Coop: la storia
È il 1854 quando a Torino l’Associazione Generale degli Operai apre il punto vendita “Magazzino di Previdenza”, inaugurando la prima cooperativa di consumatori in Italia. Un secolo più tardi, nel secondo dopoguerra, la realtà cooperativa è consolidata in tutto il nord e centro Italia: nel dicembre del 1947 viene fondata l'Associazione Italiana delle Cooperative di Consumo, nata per avviare la "pratica dell'acquisto collettivo" e per assicurare alle cooperative di consumatori migliori garanzie e condizioni nell'approvvigionamento delle merci. La sperimentazione del modello supermercato Coop, arriva solo negli anni Ottanta dopo un decennio di lenta evoluzione imprenditoriale e la costituzione di un’azienda unica: progressivamente i piccoli negozi vengono chiusi e le loro attività sono concentrate in centinaia di strutture moderne. Oggi Coop è un articolato sistema cooperativistico di imprese e associazioni di consumatori, che ha assunto un ruolo preminente nella grande distribuzione italiana. Nonostante molte insegne, un tempo nelle mani di imprenditori italiani, siano finite nell’orbita di multinazionali straniere – come Gs di del Vecchio e Benetton passata a Carrefour o La Rinascente compartecipata da Auchan – l’italiana Coop tiene in suo controllo il 17% della grande distribuzione organizzata del territorio nazionale.