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Intervista a José Bové, contadino noglobal e falciatore di OGM

di Monica Di Bari - redazione@ilconsapevole.it - 27/01/2006

 

Riportiamo alcune domande dell’intervista che si può leggere per intero, insieme alle ultime avventure di Bové, nell’ultimo numero della rivista ilCONSAPEVOLE di gennaio-febbraio 2005

 

José Bové ha partecipato ai negoziati della sesta Conferenza ministeriale dell'Organizzazione mondiale del Commercio (WTO) a Hong Kong svoltasi dal13 al 18 dicembre 2005 dove si è deciso un’ulteriore liberalizzazione dei mercati per favorire appieno il processo di globalizzazione. Ho contattato telefonicamente José Bové, al suo rientro da Hong Kong, per fargli qualche domanda in merito ai negoziati e in generale sulla situazione economica internazionale.

 

Che aria si respira a Hong Kong. Dopo questi negoziati cambierà qualcosa per i contadini del Sud e del Nord del mondo?

Quello che è successo a Hong Kong è la continuazione del processo di liberalizzazione voluto dalle multinazionali. L’obiettivo di Stati Uniti e Unione Europea è stato quello di costringere i paesi del Sud ad aprire le frontiere al mercato dei servizi. La situazione dei contadini non è migliorata, in particolare i benefici ai contadini del Sud sono totalmente inesistenti. I paesi del sud hanno resistito, ma sfortunatamente sono stati costretti nella negoziazione e alla liberalizzazione.

 

In Italia la comunità montana della Val di Susa si sta opponendo al progetto del treno ad alta velocità, che dovrebbe favorire rapidi spostamenti delle merci in Europa. Cosa ne pensa?

In questi ultimi mesi non ho seguito personalmente la mobilitazione, ma l’ho compresa e condivisa. Sostengo le esigenze degli abitanti della Valle, attraversata già da altre infrastrutture e il rischio amianto. Per chi sostiene la realizzazione del progetto il vero problema non sembra essere quello dello spostamento più rapido dei cittadini da un luogo all’altro, quanto piuttosto quello di far viaggiare in modo più sicuro i camion e di come trasportare le merci sui treni! Per me questo treno non risponde ai bisogni reali.

 

Nel giugno 2005 ha partecipato con Serge Latouche alla marcia per la decrescita. In Italia  esponenti della sinistra hanno giudicato questo pensiero reazionario. Secondo lei cos’è la decrescita?

Penso che ci siano diversi approcci. Io l’affronto da un punto di vista concreto. Il modello di sviluppo che c’è nei paesi occidentali porta con se la sua stessa condanna e risulta inapplicabile all’insieme degli abitanti del pianeta. Allo stato attuale di distribuzione delle risorse ci vogliono 4 pianeti affinché tutti gli abitanti, in particolare quelli del Sud, possano vivere allo stesso livello materiale degli occidentali! La rimessa in causa dell’attuale modello di sviluppo attraverso l’idea di una decrescita economica è essenziale per il futuro delle prossime generazioni. Credo che questo pensiero sia criticato dalla sinistra per il fatto che molti vedono l’importanza del progresso materiale come soddisfazione dei bisogni che si moltiplicano. Bisogna capire che oggi anche l’ideologia del benessere è al servizio del mercato.