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Pecorelli e la "strategia della tensione" secondo i servizi segreti francesi. Una interpretazione

di H.S. - 11/07/2007


 
 
   
 

Nel numero di Osservatorio Politico del 18 febbraio 1977, il bollettino di Mino Pecorelli, giornalista piduista con ottime entrature nei servizi segreti italiani, comparve un articolo assai interessante che riportava il contenuto di un documento dello SDECE, il servizio francese, sulla "strategia della tensione" e sul coinvolgimento del MOSSAD, il servizio segreto israeliano. E' utile riportarne, punto per punto , il contenuto per comprendere quale fosse l'atteggiamento dei servizi segreti francesi (ma anche italiani) sull'argomento. Dopo aver analizzato ogni parte dell'articolo, procederemo ad un'interpretazione articolata ed autonoma della "strategia della tensione" in Italia. Veniamo ora a scoprire quanto Pecorelli scrisse a proposito…

Punto uno : il MOSSAD si dà una mano di rosso…

"In questo quadro (i servizi segreti attivi nel Mediterraneo), riteniamo utile ricordare che esiste un documento SDECE (lo spionaggio francese) che descrive la situazione italiana nel modo seguente: premesso che nel 1973 a Bruxelles dietro gli organismi ufficiali della IV Internazionale è sorta una centrale rivoluzionaria mondiale che i servizi politico – militari occidentali hanno indicato con la sigla T.T. (Think Tank) ; premesso che in questa struttura operano congiuntamente elementi trotzkisti filoamericani e israeliani del MOSSAD (l'agguerritissimo servizio segreto di Tel Aviv) al fine di impedire che in seno ai movimenti extraparlamentari europei possa prevalere la componente filoaraba".

Il fatto che il contenuto dell'articolo derivasse da un rapporto o documento dello SDECE, il servizio segreto francese, è assai significativo, perché , in quegli anni, Parigi era un osservatorio privilegiato dei fenomeni terroristici, sovversivi ed eversivi. Infatti in quegli anni era operativa la scuola di lingue parigina Hyperion dietro la quale, con ogni probabilità , si celava una centrale per il coordinamento o collegamento del terrorismo internazionale di ultrasinistra. Fondata da transfughi della lotta armata filobrigatista in Italia con il probabile apporto di giovani intellettuali francesi in odore di Sessantotto, è difficile non pensare che uomini dell'Hyperion non avessero rapporti con lo SDECE o altri organismi di sicurezza francesi. Quel che è più significativo, però, è che il documento avrebbe sfatato un luogo comune molto in voga in quegli anni e duro a morire e cioè che, fondamentalmente, la CIA o altri servizi segreti del Patto Atlantico si servissero del terrorismo di estrema destra anche contro la sinistra o l'estrema sinistra. Anche se l'estensore si concentrava sull'apporto del MOSSAD alla struttura descritta, appare chiaro che anche la CIA o altri servizi segreti americani vi fossero coinvolti. Insomma, almeno a partire dal 1973, sarebbe esistita un'area dell'ultrasinistra europeo occidentale, costituita da trotzkisti, anarchici e situazionisti, che poteva essere definita filoamericana e filoisraeliana. Terminata l'onda lunga del Sessantotto , fra i servizi segreti americani e quelli israeliani si ritenne di poter utilizzare quest'area di estrema sinistra in quanto, per buona parte, avversava l'URSS ed il Patto di Varsavia. In questo senso era possibile influenzare in senso filoamericano e "reclutare"… Da parte israeliana si voleva tentare di portare questi militanti di estrema sinistra su posizioni filoisraeliane ed allontanarli da quelle filoarabe e palestinesi certo molto diffuse. L'estensore sembrerebbe , quindi, suggerire che i servizi segreti americani e quelli israeliani – seppur concentrandosi su questi ultimi – agissero congiuntamente per obiettivi diversi ma convergenti. Come è noto, infatti, una buona parte degli stati arabi era su posizioni filosovietiche. Certo che ha scritto l'articolo tendeva a mettere un po' in ombra il ruolo degli americani, essendo forse filoamericano lui stesso, per sottolineare quello degli israeliani. E' certo che il MOSSAD si infiltrò massicciamente nelle file dei movimenti extraparlamentari usciti dal Sessantotto e non dimentichiamo che buone parte dei maggiori leader giovanili del "maggio francese" era di origine ebraica. Questo non per insinuare , ma soltanto per dare l'idea…

Altro punto importante: questa IV Internazionale o Think Tank avrebbe avuto sede a Bruxelles, cioè, precisamente, il Quartier Generale della NATO ; il che non era veramente il massimo per una struttura "rivoluzionaria" o presumibilmente tale e che, quindi, allora, avrebbe dovuto attestarsi su posizioni antiamericane ed antiNATO. Questo vorrebbe dire fondamentalmente due cose: primo che il T.T. non era veramente "rivoluzionario", ma una struttura al servizio della provocazione di matrice americana ed israeliana ; secondo che anche gli altri servizi segreti della NATO potevano aver facilmente avuto rapporti con il T.T. Da quanto scritto da Pecorelli sembrerebbe emergere la descrizione di un'area dell'ultrasinistra postsessantottina internazionale filoamericana, filoisraeliana e, in qualche modo, filoNATO. Ciò poteva essere funzionale sia al rafforzamento di una sinistra sempre più antisovietica, ostile ai partiti comunisti occidentali e su una linea progressivamente "demarxistizzata", sia alla creazione di un serbatoio utile ad operazioni di pura provocazione.

E' interessante anche il fatto che Pecorelli etichettasse i "militanti" della IV Internazionale come trotzkisti. Come è noto Trotzki fu uno dei più importanti leader della Rivoluzione bolscevica, poi perseguitato dalla dittatura di Stalin. Da allora, per i sovietici l'eresia trotzkista divenne sinonimo di "fascismo". Un teatro dello scontro fra i comunisti stalinisti e i trotzkisti – affiancati dagli anarchici – fu la guerra di Spagna (1936 – 1939). Lo scontro indebolì i repubblicani a vantaggio del fascismo franchista. Trotzki stesso fu assassinato per ordine di Stalin. Nel periodo della guerra fredda molti trotzkisti, perseguitati , si rifugiarono negli USA, dove, in un certo senso, Trotzki stesso aveva messo solide radici e Il Partito Comunista USA era rigorosamente trotzkista. E' verosimile pensare che, sfruttando la divisione ed il conflitto all'interno del comunismo internazionale, si volesse , da parte degli americani, utilizzare i trotkisti contro Stalin ? Certamente vi furono casi di seguaci di Trotzki che, delusi e perseguitati si misero a disposizione… Comunque sembrerebbe che, solo negli anni attorno al Sessantotto, il "reclutamento" fosse stato massiccio. Proprio agli inizi degli anni Settanta aumentò la diffusione del cosiddetto "neoconservatorismo" negli USA, in risposta proprio all'onda del Sessantotto e dei movimenti degli anni Sessanta. Non sorprende scoprire che il fondatore del neoconservatorismo fu Leo Strauss, un ex trotzkista , che sostituì al concetto di "rivoluzione permanente", quello di "guerra permanente". I cardini del neoconservatorismo americano continuano ad essere l'imperialismo globale degli USA e l'asse USA – Israele. Molti neoconservatori sono dei reduci degli anni Sessanta , del Sessantotto e delle loro lotte, ex trotzkisti, appunto, molti dei quali di origine ebraica. Costoro cominciarono ad avversare proprio le lotte per cui si erano precedentemente impegnati e la posizione filoaraba di gran parte dell'ultrasinistra. Furono loro a portare le fazioni trotzkiste di cui si è detto, su posizioni filoamericane e filoisraeliane ? Certo non è peregrino sostenere che il T.T. poteva costituire la fase di transizione dai sessantottini, trotzkisti, anarchici e libertari ai neoconservatori e neoliberisti , insomma dalla Nuova Sinistra alla Nuova Destra. Un altro dato di estremo interesse è costituito dal fatto che, in quello stesso anno 1973 in cui venne creato il T.T., venne anche fondata la cosiddetta Trilateral, organismo che raccoglieva politici, diplomatici, industriali , finanzieri, militari, giornalisti, ecc… uniti dal comune credo tecnocratico, neoliberista e filoccidentale. Il promotore dell'organizzazione fu David Rockfeller delle potente famiglia di magnati del petrolio e finanzieri e legato all'ala "liberal" del Partito Repubblicano USA. La Trilateral presentò un documento che lamentava l'"eccesso di democrazia" portato dal Sessantotto e, per la parte che riguardava il controllo di mass media e giornali vi si ispirò senza dubbio il Piano di Rinascita Democratica per l'Italia della loggia massonica coperta P2 e Licio Gelli, attestati su posizioni di oltranzismo filoamericano ed atlantico. Si trattava di demolire la presa che le sinistre avevano sulla cultura. Risulterebbe che, proprio in quegli anni, alcuni militanti ed intellettuali dell'estrema sinistra si fossero avvalsi di borse di studio della Fondazione Rockfeller. Fra questi il prof. Toni Negri , teorico di Potere Operaio, poi dell'Autonomia legata al cosiddetto Movimento del Settantasette che divenne anche un serbatoio del "terrorismo rosso" in Italia. Il prof. Negri era schierato su una posizione anti PCI molto forte. Secondo altre voci, la stessa scuola di lingue Hyperion sarebbe stata finanziata dalla Fondazione Rockfeller. Se queste notizie fossero confermate potremmo tranquillamente concludere che i "trilateralisti" neoliberisti ed i neoconservatori, dopo la fine della spinta dei movimenti giovanili del Sessantotto, tentarono, non si sa con quale misura di successo, di fare proseliti fra intellettuali e militanti della sinistra extraparlamentare. I servizi segreti stessi, probabilmente, non furono che strumenti che seguirono queste direttive. Lo stesso Pecorelli, in un altro articolo, insinuò che il prof. Negri seguiva un copione scritto dai servizi segreti italiani. Comunque si era in pieno periodo della "fine delle ideologie" con la crisi irreversibile dell'impero sovietico e la progressiva fine dei regimi fascisti in Europa. A pensieri orientati sulla "società" e sulla "comunità" subentrava il concetto di "individuo", forse vero terreno di incontro fra il neoliberismo di matrice "trilaterale" , il neoconservatorismo, l'anarchismo o libertarismo postsessantottino , l'anarcocapitalismo alla Nozick e l'edonismo consumista figlio della società del benessere. L'impasto che stette alla base del reaganismo dagli anni Ottanta. Ma questa è solo una mia opinione…

E' corretto precisare che, se le informazioni ricevute da Pecorelli provenivano dai servizi segreti francesi, il tutto và preso con le molle. Infatti , vista la presenza a Parigi di una presunta centrale del terrorismo internazionale come l'Hyperion, lo SDECE poteva occultare il suo ruolo e depistare verso la IV Internazionale, magari estranea al terrorismo di ultrasinistra. Lo SDECE poteva avere l'obiettivo di nascondere il proprio ruolo nei fenomeni di sovversione degli anni Settanta. Inoltre la stessa Hyperion poteva depistare i servizi segreti francesi verso i trotzkisti, magari perché legata ai sovietici oppure per una supposta linea filoaraba opposta a quella filoamericana e filoisraeliana del T.T. Allora si moltiplicano le domande: l'Hyperion e il T.T. erano due fenomeni diversi e addirittura opposti ed in conflitto fra loro nonostante le comuni basi ideologiche ? O l'Hyperion, fondata nel 1975, era una pura emanazione del T.T. e della IV Internazionale ?

Ipotesi da verificare, ma è pur vero che, a partire da un certo momento, molti soggetti transitarono dal trotzkismo e dal libertarismo al neoconservatorismo ed al neoliberismo e questo fenomeno e le sue radici andrebbero studiati. Tutto, a detta di Pecorelli, sembrerebbe aver comunque molto a che vedere con la situazione italiana e con la "strategia della tensione" in Italia.

Andiamo avanti…

… E ricorda che l'ananas và servito freddo

"Premesso che si fa risalire alla T.T. l'operazione più clamorosa compiuta in Spagna sotto Franco (ci riferiamo all'uccisione, da parte di manovali dell'ETA, del filoarabo Carrero Blanco), premesso che, in Italia , un'operazione da attribuire senz'altro al T.T. è quella dell'attentato alla questura di Milano (sette morti) compiuto dal terrorista Bertoli , addestrato in un kibbutz israeliano e fornito d'armi a Marsiglia".

Approfondiremo questa parte nel punto successivo. Per ora ci basta chiarire e sottolineare alcuni punti. Secondo Pecorelli (e presumibilmente secondo gli agenti dello SDECE) la filoamericana e filoisraeliana T.T. era una vera e propria centrale terroristica. Insomma CIA e MOSSAD avrebbero manipolato un terrorismo di marca "rossa". Pecorelli cita due operazioni. L'assassinio di Carrero Blanco, numero due, del regime franchista e fascista spagnolo in crisi irreversibile, viene ricondotto al conflitto fra fazioni filoisraeliane e quelle filoarabe. Il franchismo sarebbe stato schierato dalla parte degli arabi. L'attentato sarebbe stato voluto dagli israeliani che si sarebbero serviti dell'organizzazione terroristica basca ETA con funzioni di pura manovalanza. Insomma, indirettamente Pecorelli ribadisce un concetto: il terrorismo di questo movimenti , gruppi e gruppuscoli era o è semplice manovalanza al servizio di questa o quella parte politica o militare. Molto spesso, infatti, il fatto che vi sia un gruppo terrorista che rivendica un'azione serve ad occultare eventuali altre matrici. Si tratta di un concetto da tenere bene a mente per quanto riguarda operazioni terroristiche di un certo livello come ad esempio quella che coinvolse Moro.

L'altra operazione , quella in Italia alla questura di Milano, viene attribuita all'estremasinistra filoisraeliana, infatti Bertoli si professava anarchico e frequentava un medico milanese sedicente anarchico, agente di un servizio segreto israeliano. Aveva soggiornato in un kibbutz ed era in possesso di una bomba a mano di fabbricazione israeliana. Tuttavia la matrice "rossa" non è convincente: la stessa figura di Bertoli, informatore prima del SIFAR e poi del SID, era equivoca. Il suo nominativo comparve in una lista di "reclutabili" nell'organizzazione paramilitare atlantica GLADIO, inoltre frequentava gli ambienti dei terroristi neofascisti di Ordine Nuovo del Veneto. Come è emerso dalle inchieste sulla strage di piazza Fontana e di quella della questura di Milano, i neofascisti veneti erano ampiamente infiltrati dai servizi segreti militari USA. Inoltre fra questi elementi di Ordine Nuovo, nonostante l'ideologia neonazista, vi erano anche posizioni filoisraeliane. Sembrerebbe che un gruppo di militanti dell'organizzazione neofascista fosse stata addestrata nei campi libanesi sotto il controllo degli israeliani e delle milizie cristiane maronite. Inoltre Ordine Nuovo aveva un movente che è stato spiegato dal neofascista Vinciguerra e dal giornalista , collaboratore dei servizi segreti inglesi Bellini: il bersaglio doveva essere il Ministro degli Interni Rumor che, all'indomani della strage di piazza Fontana, non aveva proclamato lo stato di emergenza, vero e proprio preludio di un colpo di stato. Bertoli sarebbe stato istruito ed addestrato proprio dagli ordinovisti veneti. Se, quindi, un coinvolgimento israeliano potrebbe rimanere in piedi, la pista che porterebbe ai trotzkisti del T.T., data da Pecorelli per scontata, non appare molto convincente , dati i trascorsi dello stesso Bertoli. Il discorso sull'estrema destra lo approfondiremo nel prossimo punto…

Punto due: qui ci vuole un po' di nero contrastante

"Secondo lo SDECE, in Italia, oltre la centrale trotzkista, la CIA e il MOSSAD tramite strutture del Ministero degli Interni (Ufficio Affari Riservati ?), avrebbero creato organizzazioni di estrema destra spingendole a compiere attentati da attribuire all'estrema sinistra allo scopo di creare le premesse di un intervento dell'esercito per favorire l'avvento di una dittatura militare sul modello greco. In realtà (è sempre lo SDECE che parla) il vero scopo perseguito dal MOSSAD è stato quello di ricattare, intimidire, rendere inoffensivi quei circoli militari e della destra che si erano prestati a simile provocazione".

Leggendo questa parte viene da chiedersi se, quanto scritto da Pecorelli fosse veramente il frutto di un rapporto dello SDECE francese o, se, in realtà riflettesse la visione dei fatti che ne avevano settori dei nostri servizi segreti. Quindi una realtà filtrata con la lente di una parte dei servizi italiani. Come è noto Pecorelli era molto vicino alle posizioni dell'allora ex direttore del SID Miceli, parlamentare del MSI, quindi schierato a destra e già sotto inchiesta per il golpe Borghese e per la Rosa dei Venti. Il tutto viene incentrato un po' semplicisticamente sulla divisione fra fazioni filoarabe (cui, si capisce, farebbero riferimento Pecorelli e Miceli) e quelle filoisraeliane. La visione di Pecorelli sembrerebbe piuttosto ricalcare un rapporto di Giannettini, l'agente neofascista del SID, già teorico della cosiddetta "guerra non ortodossa" e ufficiale di collegamento con il "gruppo nero" di Freda e Ventura coinvolto nella strage di piazza Fontana. Giannettini attribuiva la "strategia della tensione" al MOSSAD ed alle fazioni filoisraeliane interne ai servizi segreti NATO. Abbiamo già visto che, secondo Pecorelli , il numero due di Franco era stato assassinato dai baschi dell'ETA su mandato del T.T. filoisraeliano. In effetti si insinua, con una parte di ragione, che il MOSSAD e le fazioni filoisraeliane volevano liquidare i regimi fascisti in Europa occidentale, perché filoarabi , antisionisti ed antisemiti, magari servendosi di gruppi di tendenza ideologica opposta. A mio parere si tratta di una visione parziale dei fatti, visto da chi proviene, tendenziosa. Ma vediamo, in sintesi , cosa ha scritto il giornalista vicino ai servizi segreti: da una parte la CIA (questa volta viene chiamata direttamente in causa) ed il MOSSAD, servendosi dell'Ufficio Affari Riservati del Ministero degli Interni, alimentavano la "strategia della tensione" attraverso i gruppi trotzkisti filoamericani e filoisraeliani legati alla fantomatica sigla T.T., dall'altra creavano gruppi di estrema destra per compiere attentati da attribuire all'estrema sinistra e creare le premesse di un colpo di stato militare, tuttavia il MOSSAD perseguiva in realtà lo scopo di liquidare i militari e i gruppi di estrema destra – ed è sottinteso – per la supposta tendenza antiaraba ed antisionista di queste fazioni. Pecorelli aveva a lungo difeso Miceli quando era incappato nelle maglie della giustizia e attribuiva i suoi guai giudiziari ad Andreotti e alle fazioni filoisraeliane. A giudizio di molti, nella destra e nell'estrema destra, Andreotti era un traditore perché , dopo aver appoggiato i tentativi di golpe li aveva liquidati e si era avvicinato al compromesso storico fra DC e PCI. Le campagne di Pecorelli contro Andreotti sono sempre state violentissime e, in parte, hanno rispecchiato determinate posizioni di destra. Ma perché quel che è scritto convince solo a metà ? La prima cosa che non convince è il fatto che CIA, MOSSAD e Ufficio Affari Riservati avessero avuto il bisogno di creare delle organizzazioni di estrema destra per compiere attentati da attribuire all'estrema sinistra. Dal secondo Dopoguerra esisteva in Italia una miriade di gruppi riconducibili al clandestinismo neofascista e disponibili ad azioni terroristiche. E' già tutto documentato ! Gli americani, fin da subito, strumentalizzarono i neofascisti in funzione anticomunista e cercarono gli appoggi delle alte sfere dell'Esercito in cui venivano privilegiati coloro che erano su posizioni rigorosamente di destra o con un passato fascista. E questo certo non solo in Italia ! Le due maggiori organizzazioni dell'estrema destra extraparlamentare , poi coinvolte nella strage di piazza Fontana e nella "strategia della tensione", erano sorte da scissioni dal MSI, considerato troppo parlamentarista, dalla fine degli anni Cinquanta. Non c'era proprio alcun bisogno di "creare" organizzazioni di estrema destra agli inizi degli anni Settanta perché già da tempo erano disponibili. Il fatto che, poi, il giornalista, implicitamente, situasse la datazione della creazione di questi gruppi di estrema destra contemporaneamente alla nascita della centrale trotzkista è ulteriormente sospetto. Anche in questo caso è ampiamente documentato che i tentativi di golpe e colpi di mano con corredo di istigazione alla violenza ed al caos sono da retrodatare di qualche anno. Il colpo di stato dei colonnelli greci risale all'aprile del 1967 ed è stato, sin da allora, un modello per i neofascisti e per le alte sfere dell'Esercito, dell'Arma dei carabinieri e dei servizi segreti che simpatizzavano con la destra. I primi attentati dinamitardi di un certo peso attribuibili all'estrema destra e la strage di piazza Fontana risalgono al 1969. Procediamo con ordine: per come la conosciamo, nelle tecniche terroristiche, la "strategia della tensione" nelle sue basi teoriche ha inizio negli anni Sessanta, nel periodo della guerra in Algeria ove a colpi di attentati , si fronteggiavano l'FNL algerino e l'OAS francese. L'OAS era un'organizzazione formata da militari e coloni francesi, chiaramente di destra e colonialisti. Quando cominciò a profilarsi l'indipendenza algerina, militanti dell'OAS si rifugiarono nel Portogallo clericofascista e fondarono una (finta) agenzia di stampa l'Aginter Press, una sorta di "internazionale nera" come l'Hyperion e la fantomatica T.T. della IV Internazionale potevano essere considerate "internazionali rosse". In quegli anni l'OAS si rese responsabile di diversi attentati contro De Gaulle, colpevole di aver ceduto sulla questione algerina. Il fondatore dell'Aginter Press Guerin Serac era un cattolico tradizionalista che aveva combattuto da partigiano a fianco degli angloamericani contro i nazisti, guadagnandosi la Bronze Star. Convinto colonialista, filoccidentale e filoamericano Guerin Serac, come ufficiale aveva combattuto in Corea , Indocina e nella guerra per il canale di Suez , in cui Israele, Gran Bretagna e Francia attaccarono l'Egitto di Nasser. Generalmente si ritiene che proprio in quell'occasione Guerin Serac maturò un'ammirazione verso Israele e una posizione filoisraeliana. Secondo documenti rinvenuti nella sede dell'Aginter Press a Lisbona Israele doveva essere considerato un baluardo nella difesa dell'Occidente dal comunismo. L'Aginter Press era un punto di riferimento internazionale per i gruppi di estrema destra e ciò vuol dire che aveva anche la funzione di influenzare tali organizzazioni in senso filoisraeliano. Insomma ciò che la T.T. faceva nell'estrema sinistra, l'Aginter Press lo faceva nell'estrema destra: portare da posizioni filoarabe o, comunque, antisraeliane a quelle filoisraeliane. Ma ciò smentisce anche la convinzione che l'estrema destra fosse in blocco antisionista ed antisemita. Già, a proposito dell'attentato alla questura di Milano, abbiamo visto come esistesse una fazione filoisraeliana in Ordine Nuovo. Torniamo a Guerin Serac: egli mise la sua esperienza a disposizione della crociata contro il comunismo e divenne il teorico della "guerra non ortodossa" o guerra rivoluzionaria". I punti principali della sua visione delle cose erano i seguenti: 1) Il comunismo costituiva un complotto internazionale che si dispiegava innanzitutto nelle guerre di liberazione dalla colonizzazione nel Terzo Mondo. 2) Occorreva opporsi a questa espansione internazionale del comunismo adottando metodi terroristici. 3) Bisognava ricorrere a tecniche di infiltrazione per creare situazioni di caos, disordine e violenza. 4) Data l'urgenza della guerra al comunismo, bisognava abbandonare la pregiudiziale nei confronti dei fascisti, e renderli alleati organici. In Italia, a Roma all'hotel Parco dei Principi si tenne, nel 1965, un convegno organizzato da un istituto legato ai servizi segreti e allo Stato Maggiore dell'Esercito e fondato sui principi della "guerra rivoluzionaria" da applicare in Italia. E' a partire da questo convegno che, convenzionalmente , viene fatto datare l'inizio della strategia della tensione in Italia. Quel che è certo è che gli uomini dell'OAS prestarono le loro preziose "consulenze" in materia terroristica. Secondo lo studioso Giannuli sull'Aginter Press vige ancora il segreto NATO, il che la dice lunga sulle sue attività e sui suoi rapporti. Il colpo di stato militare in Grecia nel 1967 fu forse il risultato più eclatante dell'attività degli ex OAS. Sempre in quel 1967 la CIA attivò l'operazione CHAOS , operazione di spionaggio, infiltrazione e provocazione nei gruppi trotzkisti, filocinesi ed anarchici non solo negli USA ma anche nei maggiori paesi europei aderenti al Patto Atlantico. Direttore ne fu James Jesus Angleton, ex agente dell'OSS durante la guerra. Anticomunista paranoico, fu tra i primi a servirsi dei neofascisti contro i comunisti. Liberò il principe Borghese, comandante della X MAS fra cui, alcuni uomini,vennero reclutati nell'organizzazione paramilitare atlantica GLADIO. Angleton collaborò, inoltre, con gli israeliani per creare il MOSSAD e da ciò si dovrebbe dedurre che aveva ottimi rapporti con gli israeliani. D'altronde, militari neofascisti della X MAS furono utilizzati per operazioni a favore degli israeliani. Tra i maggiori collaboratori di Angleton c'era il mitico Federico Umberto D'Amato , eminenza grigia dell'Ufficio Affari Riservati del Viminale. Gia a capo dell'Ufficio Sicurezza Patto Atlantico, e, quindi, uomo di una certa autorità nello schieramento atlantico, D'Amato si vantò di essere stato sempre un uomo della CIA. Da più parti venne accusato di essere il vero regista della strategia della tensione in Italia e manovratore si dei gruppi di estrema sinistra e di estrema destra. Sembrerebbe la stessa tesi di Pecorelli che, tuttavia, mise in ombra eventuali implicazioni del SID di cui, appunto, era stato direttore Miceli. Naturalmente l'Ufficio Affari Riservati poteva essere stato coinvolto nella "strategia della tensione". Nel tentativo di spingere i gruppi di estrema sinistra a radicalizzarsi e creare disordini i militanti di estrema destra, per la loro disponibilità, offrivano una risorsa per l'infiltrazione. In questo senso l'Aginter Press si potrebbe considerare come uno strumento per l'infiltrazione di tali militanti. Erano, infatti, gli anni dello strano, torbido abbraccio fra estrema sinistra ed estrema destra, fra neonazisti e maoisti, gli anni del cosiddetto "nazimaoismo". I gruppuscoli maoisti e filocinesi erano strumentalizzabili in quanto antisovietici. Insomma era il tentativo di inserirsi nel conflitto fra comunisti vicini alle posizioni sovietiche e quelli maoisti. In Italia, con l'istigazione dell'Ufficio Affari Riservati, fu l'organizzazione neofascista di Delle Chiaie Avanguardia Nazionale a prestarsi a questa operazioni di provocazione con camuffamenti da "filocinesi". Uno strumento, a livello internazionale, potrebbe essere stata l'organizzazione di estrema destra di Thiriart Jeune Europe che aveva agganci con l'OAS e coltivava rapporti con i comunisti cinesi e filocinesi. Il tutto all'insegna di uno slogan "terzoforzista" fra USA e URSS. Per un certo periodo anche nei movimenti studenteschi del Sessantotto estrema sinistra ed estrema destra convissero, poi , con gli attentati del 1969, vennero alla luce i tentativi di "inquinamento". Se non c'è una verità giudiziaria sulla strage di piazza Fontana e gli attentati del 12 dicembre del 1969, esiste un'ampia documentazione che permette di affermare come vi fossero coinvolti neofascisti di Ordine Nuovo e di Avanguardia Nazionale e, a livello internazionale, l'Aginter Press. La parabola dell'"agenzia stampa" dell'OAS finì nel 1975 con la Rivoluzione dei Garofani in Portogallo e la caduta dei regimi fascisti nell'Europa Occidentale. Il panorama internazionale era cambiato : l'amministrazione Nixon era stata travolta dal Watergate e la guerra del Vietnam era giunta al termine.

Dopo aver illustrato sommariamente questo "panorama storico", è chiaro che la "versione" data da Pecorelli (e/o dallo SDECE) è parziale. Certo non significa che sia falsa. Emerge, all'interno, della CIA e dei servizi segreti dei paesi NATO una divisione fra filoisraeliani e filoarabi, ma anche fra prospettive orientate più a "destra" e quelle orientate più a "sinistra". In particolare si può ipotizzare che queste divisioni si manifestassero anche all'interno dello stesso MOSSAD e dei servizi segreti israeliani. Abbiamo visto come, intorno all'Aginter Press gravitasse anche un'area di estrema destra che guardava ad Israele con simpatia. Quindi se una parte dei servizi segreti israeliani riteneva pericoloso l'abbraccio con i neofascisti, un'altra, invece, poteva coltivare rapporti con l'estrema destra che poteva essere un'alleata preziosa contro gli arabi per la salvaguardia dell'Occidente e dei suoi valori. Inoltre l'URSS coltivava ottimi rapporti diplomatici con diversi paesi arabi. Quindi credo si ragionevole pensare che , ad un certo punto, nei servizi segreti americani, della NATO e israeliani che avevano promosso la "strategia della tensione" si produsse una frattura. Negli anni Sessanta la divisione fra i soggetti politici , economici e militari coinvolti nella "strategia della tensione" correva fra coloro che ambivano ad un colpo di stato alla "greca" , militare e fascista e quelli che si definivano gaullisti sostenendo una revisione decisa della Costituzione e coloro, invece, che puntavano al semplice spostamento elettorale a "destra". La divisione passava anche attraverso l'atteggiamento da tenere nei confronti dei neofascisti e dell'estrema destra, tra coloro che avevano un semplice atteggiamento strumentale e consideravano i neofascisti solamente come manovalanza per operazioni di provocazione e coloro che, invece, come gli uomini dell'Aginter Press, reputavano l'estrema destra un alleato organico. Non ci si divideva, invece, sulla linea strategica di contenimento dell'avanzata anche elettorale dei partiti comunisti e delle sinistre attraverso la manipolazione dei gruppi più radicali dell'estrema sinistra da infiltrare con agenti provocatori e militanti di estrema destra. Il Sessantotto forniva un'area antagonista che poteva essere utilizzata per operazioni di provocazione. L'intento era, quindi , quello di strumentalizzare i gruppi più estremisti e violenti dell'estrema sinistra per attizzare il caos la cui responsabilità sarebbe stata fatta ricadere sulle sinistre e, quindi, procedere alla repressione di tutta la sinistra, sia istituzionale che extraparlamentare. Nonostante le divisioni sulle prospettive politiche la frattura vera e propria si consuma agli inizi degli anni Settanta, quando una parte dello schieramento anticomunista, resosi conto che i movimenti degli anni Sessanta e del Sessantotto avevano perso lo slancio "rivoluzionario" degli anni precedenti, optò per cooptare almeno parte di quell'area della Nuova Sinistra per indirizzarla in senso filoamericano (e filoisraeliano) anche perché c'era la consapevolezza che quest'area era anche molto antisovietica. Si veda l'atteggiamento tenuto con l'invasione dei carri armati sovietici a Praga e anche la diffusa simpatia per il maoismo e la Rivoluzione Culturale cinese. Inoltre cresce la diffidenza verso i neofascisti e per varie ragioni. Innanzitutto si erano dimostrati inaffidabili anche nella gestione della "tensione", poi una dittatura militare e fascista come quella dei colonnelli greci era impopolare anche a livello internazionale ed era stata condannata dal Consiglio d'Europa. L'Europa non era il Sud America e un regime come quello dei colonnelli greci non poteva reggere come quello cileno di Pinochet. In realtà il fascismo in Europa era in crisi irreversibile come si è poi visto. Un'altra ragione risiede nel fatto che la "destra" economica, neoliberista e tecnocratica non poteva accettare lo statalismo ed il dirigismo di marca fascista. Infine gran parte dell'area di estrema destra rimaneva antisionista e filoaraba e ciò non era gradito a quella che, probabilmente, era la fazione più forte nei servizi segreti israeliani. E' forse con il tentativo di golpe del principe Borghese che si comincia a manifestare questa divisione che sfocia nel conflitto. Secondo una versione accreditata il golpe sarebbe saltato perché mancò l'appoggio di Andreotti. Schematicamente si potrebbe dire che la parte "moderata" che aveva in un primo tempo dato l'avallo al golpe, poi, preoccupandosi per la partecipazione dei neofascisti m, si tirò indietro. In sostanza si potrebbero distinguere tre fazioni, che, in questa fase, nonostante la comune condivisione dell'anticomunismo, sono sempre più in contrasto fra loro. La vecchia destra con venature fasciste da una parte e una Nuova Destra più sofisticata, tecnocratica ed egemonizzata dai neoliberisti della Trilateral che, non a caso venne fondata proprio in quegli anni e i neoconservatori che miravano ad assorbire almeno parte della Nuova Sinistra. In genere questi soggetti guardavano con simpatia alla corrente autonomista del PSI poi sfociata nel craxismo ed ai gruppi dell'estrema sinistra sempre più orientati in senso filoamericano e filoisraeliano. Non è forse un caso che il programma della Trilateral assomigliasse, in alcuni punti, al Piano di Rinascita Democratica della P2. Fra queste due fazioni che tagliavano ambienti politici, finanziari, economici, militari , massonici, imprenditoriali, dei servizi segreti, ecc.. ve ne era una terza: quella dei "golpisti bianchi" o presidenzialisti come Sogno, Pacciardi, Cavallo e Fumagalli che miravano a una revisione in senso presidenziale della Costituzione attraverso un colpo di mano , ma con l'appoggio dei partiti di centro ed il PSI per ridimensionare il PCI e eliminare le ali estreme. Ormai è noto quale fosse la destra destinata a prevalere e, probabilmente, non è un caso che , nel giro di poco tempo caddero tutti i regimi fascisti in Europa (Spagna , Portogallo e Grecia) e con essi l'Aginter Press che da loro – oltre che dalla CIA e da altre strutture della NATO – era protetto. Come abbiamo visto, nello stesso lasso di tempo, vennero costituite le "internazionali rosse" T.T. e l'Hyperion con il probabile apporto della Nuova Destra. Ricordiamo che se negli USA si produsse una divisione fra il Segretario di Stato di Nixon Henry Kissinger sempre meno propenso a consentire l'appoggio ai neofascisti, membro della Trilateral e con agganci nel CSIS e l'ambasciatore USA a Roma Graham Martin che finanziava la destra italiana e i gruppi politici più visceralmente anticomunisti. In Italia si produsse la cosiddetta "guerra dei servizi" nel SID fra il capo dell'Ufficio D, il controspionaggio, generale Maletti, filoisraeliano, uomo di fiducia di Andreotti dopo aver abbandonato le posizioni di destra e in rapporti con Mancini, deputato socialista autonomista con buoni agganci nella Nuova Sinistra italiana e il direttore del SID generale Miceli filoarabo, poi parlamentare del MSI, il partito della destra italiana e già coinvolto nelle inchieste scottanti sul golpe Borghese e sulla Rosa dei Venti. Pare che lo stesso Miceli fosse il destinatario dei finanziamenti dell'ambasciatore Martin.

La situazione , se è possibile, è più complicata di quella illustrata da Pecorelli e Giannettini. Il fatto che, poi, Pecorelli distinguesse fra la posizione della CIA e quella del MOSSAD che, secondo il giornalista, strumentalizzava la destra per ricattarla, dimostra che, come molti altri, egli si attestasse su posizioni atlantiche, anticomuniste ma anche di sostanziale avversione ad Israele.

Il panorama della "strategia della tensione, quindi, si fa più ampio, complesso e frastagliato.


Il KGB mangia la foglia e comincia il compromesso

Lo SDECE giunge fino a quantificare gli attentati politici compiuti nel nostro paese dal '60 ad oggi. Il 70% degli attentati sarebbero stati compiuti dalle centrali trotzkiste ispirate dal T.T. di Bruxelles e da quei gruppi di destra mossi dal MOSSAD attraverso apparati degli Interni. Il restante 30% va attribuito a emanazioni del KGB che, compreso il disegno di americani e israeliani, ha cercato di esasperarlo per trarne giovamento smascherando (beninteso, solo in parte) fini e mandanti tramite Lotta Continua (Vedere per esempio Strage di Stato).

In questa parte Pecorelli illustra il quadro generale degli attentati compiuti dagli anni 60 in Italia secondo i servizi segreti francesi. In Questo caso occorre precisare che è un'operazione assai discutibile quantificare gli atti di terrorismo in Italia per attribuirgli una matrice internazionale , perché il modus operandi dei servizi segreti di qualsivoglia tipo è troppo indiretto per poter risalire in maniera certa alle responsabilità. Vi sono certo più passaggi fra i reali mandanti e gli esecutori. Poi è discutibile che si voglia appioppare ad ogni atto di terrorismo un'etichetta meramente internazionale, perché, sicuramente, è sempre esistito un terrorismo puramente endogeno. In ogni caso secondo Pecorelli (e, probabilmente, lo SDECE), la CIA e il MOSSAD, quindi gli americani e gli israeliani, sarebbero responsabili della maggioranza degli attentati compiuti in Italia.

Correttamente, poi, Pecorelli rivela come i sovietici del KGB tentassero di smascherare le trame golpiste nel nostro paese. La preoccupazione, infatti, era montata dopo il colpo di stato dei colonnelli greci del 1967 che aveva messo fuori legge il partito comunista e, in genere, i partiti di sinistra. Sempre nello stesso anno e, precisamente a pochi giorni dal colpo di stato greco, i giornalisti Scalfari e Iannuzzi rivelavano, con un autentico scoop, il piano SOLO del generale dei carabinieri De Lorenzo, un piano golpista che sarebbe dovuto scattare nell'estate del 1964. Anni dopo Iannuzzi avrebbe confessato che le informazioni erano state passate dal KGB. Evidentemente le preoccupazioni dei sovietici erano autentiche e si intendeva mettere in guardia coloro che rigettavano qualsiasi tentativo di colpo di stato militare o fascista. E' certo che il KGB fu una miniera di informazioni che girò, naturalmente, la PCI ma anche a gruppi dell'estrema sinistra come Lotta Continua. Il pamphlet Strage di Stato non sarebbe stato possibile senza informazioni passate da qualcuno bene addentro ai giochi di potere dei servizi segreti. Naturalmente l'interesse sovietico non era tanto quello di difendere la fragile democrazia italiana, quanto quello di proteggere i suoi interessi in Italia che, in parte, erano difesi dal PCI e un colpo di stato avrebbe certo messo fuori legge i comunisti. Pecorelli, poi, avverte : il KGB non è riuscito a smascherare tutte le infiltrazioni e noi possiamo pensare che, mentre individuare gli infiltrati di estrema destra nell’estrema sinistra fosse stato relativamente facile, altro discorso andrebbe fatto per le manipolazioni più sofisticate attuate con le centrali tipo T.T. e Hyperion. E' possibile poi che i paventati colpi di stato – che, ricordiamolo, erano realmente temuti dal PCI e dalle sinistre , fossero, in realtà, semplicemente dei colpetti stabilizzatori, all'italiana che, pur mantenendo in tensione e ricattando le sinistre , servissero anche a liquidare le vecchie destre ormai divenute impopolari. In questo quadro è possibile che i sovietici, al momento di ritenere superato il pericolo di un colpo di stato, avessero giocato esasperando il pericolo o, meglio, la sua percezione. Una cosa è certa : la liquidazione definitiva del fascismo in Europa era ormai, a metà degli anni Settanta, un obiettivo che accomunava la fazione più forte dei servizi segreti americani e NATO, il KGB e il MOSSAD. Per ciò che riguarda il coinvolgimento del KGB nel terrorismo italiano, la questione è controversa. Sicuramente i sovietici, con il supporto dei cecoslovacchi, fin dalla fine degli anni Sessanta, supportarono con addestramento e contatti Feltrinelli, i GAP e la BR. Allo stesso tempo curarono l'addestramento di alcuni militanti del PCI. L'obiettivo era certo quello di creare una sorta di resistenza contro i tentativi golpisti. Tuttavia l'atteggiamento del KGB, come quello del PCI , era doppio, perché al di là della considerazione dei gruppi o gruppuscoli della lotta armata come strumenti nel senso spiegato, c'era una diffidenza verso organizzazioni e uomini che, magari, poi accusavano l'URSS di "socialimperialismo". Le fazioni "ereticali" come i maoisti ( e i cinesi erano storici nemici dell'URSS), i trotzkisti e gli anarcosituazionisti attaccavano spesso duramente l'imperialismo sovietico. Esagerando i sovietici pensavano che il Sessantotto fosse una gigantesca congiura della CIA, ma non avevano tutti i torti pensando alle centrali filoamericane e filoNATO che manipolavano i gruppi dell'ultrasinistra europea. In conclusioni l'apporto dei sovietici alla lotta armata ci fu, ma tutto sommato in entità modesta, infatti anche Secchia , il comunista stalinista che più guardava con simpatia alla violenza di certi gruppi dell'ultrasinistra, accusò i sovietici di non fare abbastanza. La linea sovietica era quella di privilegiare il rapporto con il PCI che non aveva simpatie per la lotta armata e favorire all'interno la fazione più filosovietica. Se il "contributo" sovietico fu modesto, posiamo, invece, dedurre legittimamente che quello americano, inglese e NATO alla "strategia della tensione" fu in invece essenziale. Anzi è all'interno di questa sfera che la "strategia della tensione" viene concepita e con fratture e nuove dinamiche si sviluppa nel corso di un decennio.

Proseguiamo…

Ma arrivano i nostri e comincia la terza fase

Ora questa "strategia della tensione" dei servizi segreti delle grandi potenza sarebbe entrata in una nuova fase. Negli anni Sessanta è servita a stabilizzare il centro – sinistra secondo il volere delle multinazionali, colpendo prima l'estrema sinistra poi la destra, per impedire che potessero prevalere ad ogni livello tendenze antiebraiche. Poi (svolta del 1972) ha cercato di creare un'intesa democratica tra DC e PCI , nell'illusione di sottrarre il PCI all'area sovietica per imporlo come partito d'ordine contro i gruppi estremisti. Lo scopo di questa fase iniziata nel gennaio '73 e conclusa nel '76, è stato quello di creare un'area più vasta a disposizione del trotzkismo, che sarà di qui in avanti usata come arma di ricatto e di intimidazione nei confronti del PCI stesso.

Mi sia permesso affermare che questa è la parte più debole e meno convincente dell'articolo che tradisce l'estrazione politica e culturale dello scrivente. Con buona probabilità l'articolo è il frutto sia di informazioni provenienti dai servizi segreti francesi che da quei settori dei nostri servizi segreti destrorsi e legati a Miceli. Punto primo : non risulta che la "strategia della tensione" fosse servita a stabilizzare il centrosinistra – quindi l'intesa fra DC e PSI – secondo il volere delle multinazionali (leggi la grande finanza e la grande industria che si raccoglieranno nella cosiddetta Trilateral). E' vero, invece, che la svolta del centrosinistra venne osteggiata dalle forze retrive agrarie e industriali del nostro paese e che, molto probabilmente, Moro si mise d'accordo con il generale De Lorenzo, che avrebbe dovuto attuare un golpe appoggiato da quelle forze, per ricattare con la minaccia di golpe i socialisti e moderare le loro pretese sul programma. D'altronde lo stesso Nenni, leader della corrente autonomista, parlò di "tintinnio di sciabole". Inoltre , prima che venisse assassinato, il Presidente USA Kennedy aveva dato il via libera all'operazione del centrosinistra, ma non avrebbe certo mai accettato un governo dal programma troppo "statalista". Per stabilizzare il centrosinistra non ci fu alcuna "strategia della tensione" , ma, appunto, un ricatto attuato con ogni probabilità, da uomini della DC e il fatto di non essere andato fino in fondo, di non aver fatto il golpe, ha costituito per il generale De Lorenzo l'inizio di una serie di attacchi da parte di altri settori istituzionali. Il Capo di Stato Maggiore dell'Esercito Aloia commissionò ai giornalisti neofascisti Rauti e Giannettini – che, ricordiamo, era un collaboratore del SID – un pamphlet che attaccava esplicitamente De Lorenzo accusandolo di "comunismo" dal titolo "Le mani rosse sulle forze armate". Ricordiamo che fu proprio lo Stato Maggiore dell'Esercito a finanziare il noto e citato convegno all'Hotel Parco dei Principi in cui, guarda caso, hanno partecipato sia Rauti che Giannettini. E' l'inizio della "strategia della tensione" che, come abbiamo visto, si richiamava ai principi della "guerra non ortodossa" dettati da uomini dell'OAS. E' certo che costoro non erano sostenitori del centrosinistra anche in forma moderata che, anzi, consideravano una resa e un passo verso lo "sdoganamento" del PCI. I settori politici, economici , militari nazionali e internazionali che si raccolgono intorno alla "strategia della tensione" sono fieri e violenti avversari delle sinistre in blocco, viste come "comuniste" e parte di un complotto mondiale. Non è vero, quindi, che "la strategia della tensione" viene ideata per stabilizzare il centrosinistra e poi per promuovere l'intesa fra DC e PCI, ma nasce con intenti chiaramente opposti. Anche il generale De Lorenzo dirà che i suoi guai erano iniziati perché aveva rifiutato di aderire a tale strategia. Il blocco che si raccoglie intorno alla "strategia della tensione" è orgogliosamente anticomunista, teorizza l'alleanza con le fazioni della destra più estrema perché ritenuta la più avversa ai comunisti , e, quindi, vede fianco a fianco destrorsi e neofascisti, pacciardiani gaullisti e anticomunisti presenti trasversalmente nei vari partiti di "centro" (vedi il socialdemocratico Lombardo). Il tentativo di stabilizzazione di Moro, invece, fallirà perché il programma del centrosinistra è troppo moderato per accontentare le sinistre e accantona il viscerale anticomunismo delle destre. Punto secondo : secondo Pecorelli la destra viene liquidata – e abbiamo visto come – per le sue diffuse tendenze antiebraiche. Ciò, quindi, avrebbe contrastato con la volontà della finanza ebraica e con le diffuse tendenze sioniste nell'occidente. Questo è vero solo in parte… Innanzitutto non si capisce perché le multinazionali e la grande finanza ebraica o dalle tendenze sioniste avrebbe dovuto affidarsi al PSI e al PCI anziché, per dire all'MSI. Era noto come i due più grandi partiti di sinistra avessero rapporti con l'OLP palestinese e esponenti del mondo arabo. In realtà entrano altri ordini di motivazioni , in primis il fatto che la vecchia destra nazionalista e neofascista fosse ormai obsoleta e perciò non serviva più ; era sostanzialmente impopolare che dimostrò il golpe dei colonnelli greci a dimostrazione che, in Europa, nell'Europa democratica e occidentale il fascismo era omai anacronistico e condannato e poi anche il fatto che lo "statalismo" della vecchia destra poco o nulla si adattava al neoliberismo della Trilateral o all'anarcocapitaismo alla Nozick che cominciavano a prendere piede e si affermeranno negli anni Ottanta con Reagan e la Tatcher. Poi certo c'è anche il discorso di Israele, il sionismo e gli ebrei, ma non credo sia il principale. Per queste ragioni gli alleati hanno scaricato le destre tradizionali e, o hanno cominciato a guardare con simpatia alla corrente autonomista del PSI e a cooptare elementi dalla Nuova Sinistra ; o hanno ripreso il vecchio discorso gaullista e presidenzialista come Sogno e Pacciardi. Nel giro di poco tempo, come abbiamo visto, le destre perdono i loro punti di riferimento internazionali (i regimi spagnolo, portoghese e greco), l'Aginter Press viene liquidata e anche fra gli USA e la NATO le cose cambiano anche in seguito allo scandalo Watergate che colpì l'amministrazione Nixon.

Nel 1973 in un articolo a Rinascita il segretario del PCI Berlinguer, analizzando il golpe cileno, rigettando l'idea di unione delle sinistre per timore di tentativi di colpo di stato, propugna un'unione delle forze democratiche. E'un chiaro invito alla DC… Moro che aveva parlato nel 1968 di "strategia dell'attenzione" nei confronti del PCI e che, per i fallimenti del centrosinistra, era stato emarginato nella DC, riprende quota. Andreotti stesso, passò dagli ammiccamenti alla destra, all'intesa con il PLI e poi con il PSI fino ad avvicinarsi ai comunisti aderendo sostanzialmente alla politica morotea.

Abbiamo visto come la posizione nei confronti della vecchia destra fosse stata un motivo di frattura della Nuova Destra sempre più postmoderna, neoliberista e neoconservatrice. Ora la mutata politica del PCI sempre più distaccato dall'URSS e moderatamente "atlantista" produce nuove fratture , stavolta all'interno della Nuova Destra, fra trilateralisti e massoni.

In effetti settori, soprattutto della politica e dell'economia italiana, cominciano a guardare con interesse al PCI. Non si tratta di appoggiare una svolta di governo a partecipazione comunista, ma valutare quanto, ai loro occhi, potesse essere utile un PCI "democratico" almeno nei tempi brevi, in periodo di crisi economica e di terrorismo. Un PCI "keynesiano" poteva essere utile a moderare le pretese salariali degli operai dato il rapporto privilegiato con la CGIL. Inoltre poteva proporsi come partito d'ordine nelle fabbriche contro il brigatismo e i sovversivi. In questo senso è significativo il voltafaccia della FIAT e degli Agnelli. Solo poco tempo prima avevano finanziato l'MSI e il PSDI saragattiano e anticomunista, avevano appoggiato il tentativo "presidenzialista" di Sogno e Pacciardi e avevano fatto schedare gli operai comunisti dal duo Sogno – Cavallo. La FIAT, quindi, trova delle convenienze nel nuovo corso con il, PCI : anche l'allargare i rapporti finanziari ed economici con URSS e Libia potrebbe portare vantaggi di carattere economico e finanziario. Lo sdoganamento di parte della grande industria italiana nei confronti del PCI è sancito dalla benedizione del repubblicano La Malfa, cioè leader di uno dei partiti che rappresenta grande industria e finanza. L'altro, il PLI, rimane fieramente anticomunista. Della DC si è detto : c'è bisogno della nuova intesa, perché, con la sconfitta la referendum sul divorzio e gli scandali petroli, la credibilità va a scemarsi e c'è bisogno di un accordo con il partito – allora – più autorevole.

La questione , però, è più complessa da come la presenta Pecorelli . vasti settori economici, finanziari, delle multinazionali, dei servizi segreti , massoneria, militari e politici con agganci nella NATO, in parte della Trilateral e del CSIS si oppongono all'intesa fra DC e PCI (e PRI).

In essi è sotteso il discorso anticomunista già in voga fra gli strateghi della tensione degli anni Sessanta. Schematicamente possiamo affermare che tale opposizione si raccoglie intorno alla P2 di Gelli, sorta di partito occulto, già punto di riferimento dell'avversione al "cattocomunismo". Dalla metà degli anni Settanta, in coincidenza con il compromesso storico, la P2 raggiunge il culmine del suo potere grazie ad un vasto reclutamento fra elementi anticomunisti : vertici dell'Esercito, servizi segreti e forze di sicurezza, Sindona e i suoi contatti nella mafia siciliana e italoamericana, Sogno e la sua accolita di ex partigiani "bianchi" e anticomunisti, il democristiano De Carolis e gli aderenti alla Maggioranza Silenziosa, residui della vecchia destra come l'ex direttore del SID Miceli e poi parlamentari, ministri, politici dall'MSI al PSI, diplomatici, banchieri, finanzieri, imprenditori, giornalisti , ecc… Da indagare sono invece i rapporti americani di Gelli : elementi dei servizi segreti americani (CIA, DIA, FBI), il CSIS, kissingeriani , neoconservatori, l'ala di destra della neoliberista Trilateral di Rockfeller, la famiglia Bush, i falchi repubblicani, ma, probabilmente pure democratici. La sensazione è che si tratti del milieu da cui scaturiranno le amministrazioni USA di Reagan e Bush senior (ma anche junior a quanto è dato sapere). La strategia è più sottile non solo di un Borghese ma anche di un Sogno o Pacciardi. Non più colpi o colpetti di stato , ma penetrazione nelle istituzioni e nei partiti per mutarli radicalmente. Scelta e selezione degli uomini politici, bipartitismo all'angloamericana , riduzione del ruolo dei sindacati, controllo dell'esecutivo sulla Magistratura, mano libera alle forze dell'ordine (tipo tolleranza zero), emarginazione delle ali politiche estreme e del PCI, controllo dei mass media, revisione della costituzione, ecc… E' il cosiddetto Piano di Rinascita Democratica, sorta di programma della Nuova Destra italiana per un "rinnovamento" del paese. Allora in anticipo sui tempi, oggi pare un programma apprezzato non solo nel centrodestra , ma anche fra alcuni esponenti del centrosinistra. Accanto al Piano di Rinascita viene rinnovata la "strategia della tensione" : mentre la "nera" Aginter Press viene liquidata, viene fondata la "rossa" Hyperion con il probabile scopo di controllare e manipolare i gruppi armati europei marxisti leninisti e autonomisti. La finta scuola viene fondata da esponenti del Superclan , un'ala scissionista delle italiane BR. Diversi elementi inducono a credere che l'Hyperion avesse rapporti con i Comitati di Resistenza Democratica di Sogno e, in special modo, con gli ex comunisti estremisti Cavallo e Dotti, con l'USIS, istituto dell'ambasciata americana e che fosse finanziato dalla fondazione Rockfeller (Trilateral). E ‘probabile che fosse l'anello di congiunzione fra la STAY BEHIND e la lotta armata di estrema sinistra. Pecorelli, come abbiamo visto, non ne fa mai menzione, ma ciò non dovrebbe stupire vista la fonte, lo SDECE : è difficile pensare che la scuola di lingue parigina non avesse il beneplacito dei servizi segreti francesi. Dunque accanto ai trotzkisti e ai situazionisti della T.T., gli "stalinisti atlantici" dell'Hyperion. In coincidenza con la fondazione della scuola di lingue, Moretti, già aderente al Superclan, attua la svolta più propriamente terrorista e militarista delle BR. Moretti viaggiava spesso a Parigi, e sicuramente si incontrava con i vecchi "compagni". Accanto a questa svolta è da segnalare quell'autentico magma giovanile che, nel senso tradizionale , non era né di destra né di sinistra, chiamato "movimento del Settantasette", un miscuglio un po' confuso di egualitarismo, anarchismo ed edonismo. Accanto all'ala creativa, sorta dalle ceneri della sinistra extraparlamentare, c'era la cosiddetta Autonomia, area d'estrema sinistra ma ideologicamente ambigua e violenta che egemonizzerà il movimento portandolo alla deriva. Sono gli anni di Piombo, del terrorismo e delle pistole nei cortei. Ma perché sarebbe stato dato il via libera a questa violenza "rossa" ? Innanzitutto perché sia le nuove BR che l'Autonomia erano violentemente ostili ala PCI che, per il suo riformismo, veniva visto come uno dei principali nemici, poi perché la sussistenza di un terrorismo "rosso" contribuiva a screditare anche il PCI. Insomma uno stillicidio che contribuisce a destabilizzare l'intesa DC – PCI. Ancora da investigare sono le probabili presenze di infiltrati americani (CIA, DIA e forze speciali). In ogni caso tutto ciò porterà all'eliminazione di Moro, il maggior interlocutore del PCI, inviso a settori della Nuova Destra americana, inglese, israeliana e italiana. Ed è forse questa la vera autentica conclusione della "strategia della tensione".

Un'ultima osservazione : Pecorelli parla di un utilizzo dell'area trotzkista che il carattere di partito d'ordine del PCI ha ampliato, per ricattare il PCI stesso. E' un ragionamento troppo sottile, riguardando soggetti che vedevano nei "trotzkisti" o c, comunque, nei gruppi di estrema sinistra, i principali nemici e, quindi, avevano tutto l'interesse a che il PCI assolvesse a questa funzione di partito d'ordine senza essere indebolito, almeno nella fase di maggior crisi.

Contromossa : con il PCI al governo ci sarà exodus ?

E il KGB ? Farebbe affidamento su uomini di provata obbedienza moscovita pronti a uscir allo scoperto appena il PCI sarà entrato nella compagine governativa. Intanto i sovietici si stanno premunendo, infiltrando loro elementi nelle varie organizzazioni trotzkiste. La posta in gioco è il potere politico ed economico del bacino mediterraneo : l'Italia è il banco di prova di questa guerra assurda, ossessiva come un incubo, che si sviluppa invisibile per provocare paura e sconforto nel mondo civile. Una guerra all'ultimo sangue che pone in gioco i destini di coloro che la provocano e di coloro che la subiscono.

Poche parole per trattare queste ultime righe in cui, implicitamente e non direttamente , Pecorelli ammette che la "strategia della tensione" ha una matrice occidentale, atlantista e, al limite, israeliana. Perché ? Secondo il giornalista (e i servizi segreti francesi) lo scopo dell'URSS e, quindi, del KGB è quella di assecondare la svolta del compromesso storico che porterebbe il PCI nella compagine governativa. Si tratterebbe, quindi, di favorire la linea berlingueriana in un primo tempo per poi liquidare il segretario del PCI appoggiando l'ala filosovietica e cossuttiana del partito, una volta diventato partito di governo. Che Berlinguer mirasse da tempo allo "strappo" con Mosca è risaputo e, qualche anno prima, fu oggetto di un attentato nella forma di incidente simulato ad opera dei servizi segreti bulgari probabilmente su mandato del Cremlino. Questa strategia, è ovvio , comporta un bisogno di stabilità nella penisola italiana e, quindi, contrasta con la"strategia della tensione" che mira all'indebolimento del PCI nel suo complesso. Infatti Pecorelli ammette che l'infiltrazione di agenti del KGB nelle formazioni trotzkiste (evidentemente quelle filoamericane e/o filoisraeliane) nella forma di "controinfiltrazione", cioè per impedire che venissero utilizzate per i fini destabilizzanti di cui si è detto. Alla luce di quel che è successo in seguito non si può dire che i sovietici avessero avuto successo, ma forse erano ancora troppo presi dai problemi di stabilità interni al Patto di Varsavia. Ricordiamo che proprio in quegli anni si formeranno delle opposizioni organizzate e forti in Polonia e in Cecoslovacchia.

Il 16 marzo del 1978 verrà rapito dalle BR un certo Aldo Moro ed è forse con il suo assassinio che si concluderà la "strategia della tensione".

PER UN'INTERPRETAZIONE SULLA STRATEGIA DELLA TENSIONE

In definitiva l'articolo di Pecorelli, vista la o le fonti e l'estrazione politico culturale dello scrivente, non è sempre convincente, ma, in definitiva , molto interessante e, sulla base delle informazioni già raccolte , consente di dare un ‘interpretazione dei fatti della "strategia della tensione" che, come teli, costituiscono delle ipotesi che dovranno essere costantemente verificate. Dato l'argomento, la sintesi riguarda appunto le matrici americana ed atlantica e la parallela "propaggine" israeliana, mentre esclude l'azione dei sovietici data la trattazione.

Prodromi (la prima metà degli anni sessanta)

Con la svolta di Nenni (PSI) apertamente atlantista, o comunque, di autonomia al PCI, la maggioranza della DC, in primis nella persona di Moro cercano un accordo di governo con i socialisti. L'intento è quello di dividere le forze di sinistra, ma le forze reazionarie politiche e sociali del paese non accettano l'operazione del centrosinistra. IL tentativo di Tambroni, destra DC, fallisce, ma anche il Piano SOLO del generale De Lorenzo. Quest'ultimo, nato come un progetto di golpe appoggiato da industriali ed agrari che paventavano una svolta di "sinistra" , viene con abilità trasformato da Moro e da altri democristiani favorevoli al centrosinistra in un "ricatto" voluto per moderare le pretese socialiste. E' probabilmente una condizione dettata dall'amministrazione Kennedy e poi da quella di Johnson, perché gli americani difficilmente avrebbero accettato governi dalle venature "marxisteggianti". Nenni e i socialisti cedono e il programma del centrosinistra viene di molto annacquato (l'unica nazionalizzazione accettata è quella dell'industria elettrica).

Prima fase (la seconda metà degli anni sessanta)

Tuttavia settori nazionali dell'economia, della finanza, della politica e militari non accettano la svolta del centrosinistra. Le forze di destra vedono in essa un cedimento verso la sinistra che porterà inevitabilmente i comunisti al potere. All'Hotel Parco dei Principi a Roma un convegno organizzato dallo Stato Maggiore dell'Esercito e dai servizi segreti militari teorizza apertamente l'uso del terrorismo indiscriminato o selettivo per arginare il pericolo del comunismo visto come una grande congiura internazionale. Al convegno vi partecipano esperti militari , esponenti del neofascismo, gaullisti pacciardiani e anticomunisti dei partiti di area governativa. Il modello è quello della "guerra non ortodossa" proposto dai militanti dell'OAS, l'organizzazione terroristica di estrema destra francese contraria all'indipendenza algerina. Il tutto sembra inquadrarsi in una logica internazionale : sono di quegli anni l'operazione CHAOS della CIA, l'operazione COINTELPRO dell'FBI, la direttiva Westmoreland e il Field Manual 30 – 31 B delle forze speciali militari americane. I servizi segreti americani, anche con la collaborazione dei servizi segreti di area NATO, si impegnano ad infiltrare l'estrema sinistra a scopo di provocazione per screditarla e per colpire la sinistra in generale. Naturalmente in Italia c'è la fattiva collaborazione di settori del SID e dell'Ufficio Affari Riservati. Strumento essenziale della "strategia della tensione" è, con ogni probabilità, la centrale "nera" Aginter Press fondata da ex militanti dell'OAS a Lisbona, capitale di un paese allora retto da un regime fascista. Su tale centrale terroristica vige il segreto NATO e non può essere un caso, inoltre l'Aginter Press sembra anche lo strumento per orientare l'estrema destra internazionale in senso filoisraeliano. Insomma la "strategia della tensione" pare, a livello internazionale, mossa da una sorta di asse anticomunista anglo – americano –"israeliano". La strategia dà i suoi risultati in Grecia con il golpe militare del 1967. Il Sessantotto potrebbe costituire un serbatoio di provocazione da cui infiltrare elementi con il compito di alimentare caos e violenza. Come in Italia in cui l'estrema sinistra viene infiltrata da provocatori professionali e militanti di estrema destra di Ordine Nuovo e di Avanguardia Nazionale. Il "nazimaoismo" è indicativo di questa confusione. Alla "strategia della tensione" si oppone la "strategia dell'attenzione" di Moro che avvia gli approcci al PCI. La formula del centrosinistra si sta rivelando fallimentare proprio perché il programma era stato "annacquato". Comunque lo scopo che Moro si prefigge è simile a quello perseguito nei confronti dei socialisti.

Nel 1969 viene scatenata una campagna di attentati attribuiti agli anarchici ma in realtà ad opera di neofascisti legati ad Ordine Nuovo. Il culmine viene raggiunto con le bombe a Roma e Milano del 12 dicembre. A Milano In piazza Fontana alla Banca dell'Agricoltura si verifica una strage. L'esplosivo utilizzato potrebbe essere militare, provenienza NATO , fornita da agenti della DIA, il servizio segreto del Pentagono. Non si conosce il ruolo di forze speciali americane o esponenti di gruppi paramilitari tipo GLADIO nella campagna terroristica, ma è da presumere un serio coinvolgimento. L'obiettivo è uno spostamento a destra del quadro politico dopo l'Autunno caldo operaio e l'avanzamento dei comunisti alle politiche dell'anno prima. Si cominciano però a manifestare fratture e divergenze : oltre a coloro che guardano con simpatia ai colonnelli grec