Le imperfezioni, secondo l’ortodonzia naturale
di Antonio Miclavez - 30/08/2007
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Sempre più spesso si ricorre all’installazione di apparecchi ortodontici per correggere difetti dei denti, ignorando che in molti casi la risoluzione di tali imperfezioni richiede un approccio più complessivo alla salute dell’individuo. | ||||||
![]() Nascere con tutti i denti in posizione perfetta, con il cranio allineato armonicamente al resto del corpo per il migliore funzionamento del tutto, è desiderio di ciascuno di noi. Nella migliore delle ipotesi, la linea superiore e quella inferiore dovrebbero essere coincidenti, l’occlusione di 1ª classe senza alcun problema di morsi incrociati e morsi aperti, nessun affollamento, né discrepanze scheletriche. Cattive abitudini Tutte le altre imperfezioni non sono né di origine ereditaria, né dovute alla sfortuna, né a problemi di frenuli congeniti o affollamento iatrogeno o a indice di Bolton errato oppure al gene paterno che regola la dimensione della mandibola o al gene materno che determina la dimensione dei denti, o a errata conformazione scheletrica, sono semplicemente acquisiti, quindi per lo più trattabili e reversibili. Persino la fantomatica “memoria dei denti” é una bufala, perché le recidive dentali (5) avvengono per abitudini muscolari scorrette. • Traumi. Trauma da parto, traumi fisici del bambino e dell’adulto sia alla testa che al rachide, coccige compreso, ecc. Apparecchi fissi e mobili Ovviamente non é sufficiente eliminare le cause sopra descritte per ottenere un’occlusione perfetta, però considerarle è di grande aiuto per accelerare la cura, evitare recidive e giungere in certi casi a dei risultati ”incredibili”. Comunemente si ricorre all’uso di apparecchi ortodontici, in tal caso si chiede di far particolare attenzione alla loro corretta applicazione perché il loro cattivo uso potrebbe creare problemi seri come la deglutizione atipica nel caso di placche e se ci si serve di altri apparecchi mobili è bene scegliere quelli che non limitano lo spazio della lingua o bloccano la respirazione craniale come nel caso degli archi continui mascellari usati nella straight wire technique o meglio ancora nella straighter wire technique di Douglas Toll. Intervento cranio-sacrale Nella cura delle imperfezioni ortodontiche grandi benefici si ottengono con i trattamenti cranio-sacrali. Il paziente ortodontico andrebbe sempre inviato dopo la prima visita dal terapista cranio-sacrale, dopo un esauriente confronto accademico tra queste due figure professionali. Per poter operare efficacemente è importante da parte dei due riconoscere le proprie competenze, quindi stabilire una comunicazione immediata per trovare risposta anche ad eventuali perplessità. Oggi riusciamo a collaborare in modo creativo e soddisfacente, trattando sia pazienti gnatologici che ortodontici che ortopedici che neurologici. E se tanto é ancora da scoprire, molti meccanismi sono ormai già chiari. Ortodonzia: un concetto olistico Denti storti, scogliosi, strabismo, emicrania, scrocchi alla mandibola, gambe assimetriche, tensioni muscolari, cattivo coordinamento neuro-muscolare, tensioni psichiche... sono tutte facce di una stessa medaglia. Purtroppo ciascuno di questi disturbi non ha determinato l’altro, sono cresciuti quasi paradossalmente in modo armonico assieme al bambino. Quando interveniamo in ciascuna di queste parti dobbiamo inevitabilmente, volenti o nolenti, avere una visione complessiva del soggetto. 1. La terapia miofunzionale (una serie di esercizi atti a normalizzare la deglutizione e la masticazione) permette in alcuni casi di raddrizzare i denti senza usare apparecchi; E’ possibile con l’osservazione per esempio delle fasi della deglutizione o con misurazioni dinamometriche della forza delle labbra, della lingua, dei masseteri, ecc. (chi pensa che i denti abbiano “memoria” crede ancora alla cicogna. La memoria ce l’hanno invece i muscoli, o ancora meglio il cervello che comanda ai muscoli di muoversi secondo un certo schema). Approccio causale al problema ortodontico Se guardiamo un paziente ortodontico vediamo subito (se sappiamo vedere) che i denti storti sono sintomatici di un cranio “storto”. Possiamo inoltre osservare che anche il corpo non è ben allineato; e se sappiamo osservare, riconosciamo una certa armonia nell’asimmetricità, ovvero un nesso biunivoco di causa-effetto fra le varie anomalie. Se poi pensiamo che l’osso si adatta alle forze applicatevi, e che i muscoli si collegano con i tendini alle ossa, scopriamo che i muscoli dei nostri pazienti non sono così ben coordinati. Labbro asburgico Personalmente non credo nell’ereditarietà delle III classi (mandibole grandi), anche se a volte si possono verificare dei casi in cui la zia o la mamma o il papà presentavano lo stesso problema. Come sono anche molte le situazioni in cui le mandibole grandi non ce le ha nessuno da generazioni e allora che ereditarietà è? Sono d’accordo invece nella trasmissione delle tensioni psichiche sempre associata alla III classe (per esempio gli Asburgo con il loro famoso “labbro asburgico”) destinate a provocare delle trazioni nei muscoli protrusori della mandibola le quali a lungo andare portano al progenismo. Se si osservano i bambini con tendenza alla III classe, quasi sempre hanno dei “tic” nervosi di protrusione della mandibola. Questo tic è una compensazione gratificante ad una sensazione di sconforto, e porta a lungo andare ad un fenotipo che suggerisce al proprio prossimo “non avvicinarti, o ti tiro un cazzotto”. La natura li sta proteggendo, creando in loro un’espressione aggressiva. In realtà sono quasi sempre individui miti e sensibili, in taluni casi con gravi problemi di relazione con il prossimo. Note (Tratto da Salute è, settembre 2002) |