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P rofessore emerito di Inglese alla York University, A. David Moody è uno dei più apprezzati critici e biografi di T. S. Eliot, al quale ha dedicato numerosi e importanti saggi. Da poco è nelle librerie britanniche il primo tomo della biografia di un altro gigante della poesia novecentesca, Ezra Pound, Poet, dedicata alla sua giovinezza, dal 1885 al 1920 (Oxford University Press, pagine 508, sterline 25,00). Il libro di Moody ha immediatamente attirato l’interesse della stampa inglese: dal poeta 'laureato' Andrew Motion, che ha scritto sul Guardian, ai critici dell’Economist, dello Spectator e del Times Literary Supplement, tutti sono d’accordo nel giudicare preziosa ed eccellente questa nuova biografia di colui che Eliot definì, dantescamente, «il miglior fabbro». Professor Moody, dopo Pound 'fascista', 'economista' e addirittura 'occultista', siamo tornati finalmente a parlare di Pound come poeta. È come poeta, quindi, che Pound sarà ricordato, al di là delle tante etichette? «Il mio primo volume si occupa del giovane genio, e arriva solo fino al 1920, quando Pound ha 35 anni. A quell’epoca egli era innanzitutto e soprattutto 'il Poeta'; un poeta concentrato a perfezionare la sua arte e a illuminare il mondo attraverso la sua poesia. Le vette raggiunte dalla sua produzione poetica sono quello che, oggi, lo rendono – più di ogni altra cosa – degno di considerazione e di studio. I suoi Cantos sono quanto di più innovativo e all’avanguardia troviamo nella poesia in inglese dopo Wordsworth e Whitman. Per quanto riguarda le altre definizioni, Pound non fu mai un 'occultista', come lo fu, per esempio, il suo grande amico Yeats; e per quanto riguarda le sue idee politiche, verso gli anni Venti Pound comincia a rendersi conto delle contraddizioni della democrazia capitalista, ma allora non sapeva nulla del fascismo, come del resto quasi tutti. Della sua simpatia per Mussolini parlerò, comunque, nel secondo volume». Lei è l’apprezzato autore di un’altra biografia letteraria, «T.S. Eliot, Poet». Eliot e Pound sono stati amici fraterni: possiamo in qualche modo paragonarli tra loro? «La differenza fondamentale tra questi due grandi poeti e amici per tutta la vita è che Eliot considerava il fine dell’esistenza come non di questo mondo, mentre Pound cercò di creare, o almeno queste erano le sue intenzioni, un paradiso terrestre. Nel ricordare l’aiuto di Pound alla stesura finale della Waste Land, ci si dimentica però che egli era già un poeta valido e affermato, autore di due opere molto valide e importanti, quali Omaggio a Sesto Properzio e soprattutto Hugh Selwyn Mauberley, auto-necrologio con cui seppellisce definitivamente il giovane esteta a cui importava solo dell’'arte per l’arte', scegliendo d’ora in poi 'l’arte per la vita'». La sua monumentale biografia è un libro destinato a essere apprezzato solo dagli accademici o anche dai lettori non specialisti? « Ezra Pound, Poet. A Portrait of the Man & his Work è un resoconto tanto della vita quanto dell’opera di Pound, dato che le due cose non possono essere separate. È questo ciò che la distingue dalle tante altre biografie già pubblicate. Spero che sarà apprezzata dagli accademici, poiché sono io stesso un accademico, ma mi auguro allo stesso tempo che possa essere letta e gradita anche dai lettori non specialisti». In che cosa si differenzia dalle altre biografie già pubblicate da quella ancora valida di Noel Stock a quella più recente di H. Carpenter? «La mia intenzione era quella di inquadrare l’uomo assieme alla sua opera, considerandole imprescindibili; volevo vederlo e descriverlo soprattutto come poeta, dato che quello che di lui resterà è la poesia che ha scritto, e soprattutto i Cantos, che sono davvero il poema epico in lingua inglese del XX secolo. Esistono biografie che si concentrano sulla vita ma non gli rendono giustizia come poeta; così come esistono studi critici che ne illuminano la poesia ma ignorano la sua vita. Dal momento che Pound dedicò tutta la sua vita a scrivere il suo poema epico, descriverlo così, con l’intenzione sempre indirizzata alla sua opera, anche se talvolta si lasciò distrarre dalla propaganda, mi sembrava l’unica cosa giusta da fare. Forse va detto che non sto scrivendo semplicemente una biografia, ma una biografia critica, che cerca di comprendere la poesia di Pound insieme con la sua prosa, il suo pensiero, i suoi amori e le sue attività… in una parola, la sua vita». Pound è ancora una figura controversa, che gli universitari non considerano degna di attenzione per le sue tante eccentricità. Qualcosa, finalmente, sta cambiando? «Diciamo che la sua grandezza è contemporaneamente riconosciuta e rifiutata, esaltata e denigrata – gli accademici hanno le loro priorità… Naturalmente, le sue 'eccentricità', il suo non volersi conformare alle idee 'corrette' furono e sono ancora una sfida che divide il giudizio su di lui. La sua originalità e i suoi errori dovrebbero condurci a una migliore comprensione e a una più adeguata valutazione sia della sua vita che del suo lavoro, che rimane duraturo». Ribelle, vulcano solitario, attaccabrighe: quale di queste definizioni si adatta meglio alla vita di Pound? «Sono tutte semplificazioni, e ognuna contiene un po’ di verità. Ma non si può pretendere di racchiudere una vita, e specialmente una vita come quella di Pound, in una parola o in un’etichetta. Il modo migliore per tentare di definirlo è attraverso la paziente raccolta e stesura delle tessere che compongono il mosaico della vita». Il critico: «Pur essendo stato amico di Eliot per tutta la vita avevano un diversa visione del fine dell’esistenza: questi cercava un senso nell’aldilà, mentre Ezra voleva creare il paradiso su questa terra»
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