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Le bilocazioni miracolose di Maria de Agreda

di Francesco Lamendola - 24/01/2008

 

Nel corso di otto anni, nella prima metà del XVII secolo, la spagnola Maria de Agreda apparve agli Indiani del Texas, che non avevano mai visto un bianco e tanto meno un missionario, convertendoli al Cristianesimo, tanto da indurli a presentarsi alle missioni francescane del Nuovo Messico per chiedere insistentemente di ricevere il battesimo. Le apparizioni furono più di cinquecento e ne esiste anche la "prova" materiale: alcuni rosari che ella lasciò agli Xumanas, insegnando loro le preghiere del culto cattolico.

 

Anno 1623: i frati francescani del Nuovo Messico ricevono alcune delegazioni degli indios Xumanas, stanziati ben 500 km. più ad Oriente, nel territorio dell'attuale Texas, molto al di là della zona di effettiva penetrazione del dominio spagnolo. Esse domandano con insistenza ai padri l'invio di missionari presso il loro popolo, perché desiderano convertirsi. Purtroppo i francescani sono troppo pochi e, per il momento, non sono in grado di soddisfare la richiesta. Dopo la prima ambasceria ne arrivano altre, nel corso di diversi anni. Nel 1629, sei anni dopo, addirittura cinquanta membri della tribù Xumanas si presentano per rinnovare la richiesta: essi affermano che una donna giovane e bella si è presentata loro, avvolta in una luce splendente, e che essi, spaventati, le hanno scagliato contro un nugolo di frecce, ma senza averle potuto fare alcun male. Allora sono caduti in ginocchio e hanno ascoltato le sue parole: ella, parlando nella loro lingua, li ha istruiti nella religione cristiana ed esortati a chiamare i padri per farsi battezzare. Tuttavia c'è un particolare ancora più sconcertante: scoraggiati per il mancato arrivo dei missionari e ridotti agli estremi da una siccità che ha allontanato i bisonti (che costituiscono l'unica fonte di sopravvivenza) dai loro territori, gli Xumanas avevano deciso di migrare più all'interno, allontanandosi dagli avamposti spagnoli, in cerca di condizioni più favorevoli, e rinunziando, con ciò, all'idea di farsi cristiani. Ma ecco che la donna, quando già avevano ripiegato le tende e preparato ogni cosa per la partenza in massa, era "apparsa" di nuovo, rincuorandoli e informandoli che i tanto attesi padri francescani erano ormai in arrivo. Sulla base di tale promessa, con una fede commovente che ricorda quella di san Pietro prima della pesca miracolosa, gli Indiani hanno sospeso la partenza e mandato degli esploratori, i quali effettivamente incontrano tre missionari in cammino verso di loro. La prima cosa che gli Xumanas domandano è di vedere una immagine della donna che ha predicato loro: e, davanti a una immagine di madre Luisa de Carriòn, affermano che quella apparsa loro era vestita alla stessa maniera (saio bianco e mantello blu), ma non era la stessa, essendo più giovane e bella. Poi tornano velocemente all'accampamento e guidano tutto il popolo - alcune migliaia d'individui fra uomini, donne e bambini - presso i frati, avanzando dietro due croci che la donna ha insegnato loro a costruire. Da quel momento inizia l'opera di conversione degi Xumanas, ai quai si aggiungono altre tribù indiane - Japies, Xabatoas, Aixaos, Piros e Quiviras - che affermano di aver ricevuto anch'essi le visite della donna misteriosa, esortandoli alla conversione. In tutto, i battezzati saranno qualcosa come 20.000 persone.

Si tratta di uno dei fatti più sbalorditivi nella storia dei fenomeni umani misteriosi. Si direbbe un tipico caso di bilocazione, di cui molti ne conosciamo, relativi sia a santi della religione cristiana (da S. Antonio da Padova a don Bosco), sia a personaggi storici non religiosi. Sulle apparizioni del Texas siamo particolarmente bene informati, perché possediamo una serie di documenti storici di prim'ordine, fra cui la relazione che lo stesso padre de Benavides inviò al re di Spagna, Filippo IV, nel 1629, e che fu pubblicata (a Madrid e a Bruxelles, allora nei Paesi Bassi spagnoli, due anni dopo), nonché la relazione autografa scritta dalla madre de Agreda, per ordine dei suoi supoeriori, nel 1631. Bisogna aggiungere che il Benavides, rientrato in Europa, volle recarsi nella città di Agreda ove poté incontrare personalmente suor Maria, nella primavera del 1631. I colloqui che ebbe con lei lo lasciarono letteralmente di stucco: la donna, che lo aveva subito riconosciuto, gli descrisse gli altri frati francescani del Nuovo Messico e fatti precisi della loro opera evangelizzatrice, fino al punto di dirgli di essere stata lei a mettere in  ordine la folla degli Indiani che si affollavano per ricevere il battesimo, in una circostanza ben determinata. I suoi racconti collimavano perettamente con quanto padre Benavides aveva visto coi suoi propri occhi.

Ma chi era quella suora straordinaria? Maria Cornel nasce il 2 aprile del 1602 ad Agreda da una famiglia della nobiltà decaduta. Il padre, Francisco Coronel, e la madre, Catalina Arana, vivono in un'atmosfera di profonda religiosità. Quando Maria ha dodici anni e da quattro ha fatto voto di verginità, sua madre trasforma la casa in un convento dell'ordine delle Concezioniste francescane, nel quale entreranno le due figlie e poi, via via, diverse giovani della cittadina. Fin dall'epoca del suo noviziato, Maria ha una serie di esperienze mistiche eccezionali, visioni di Dio e della Trinità, che proseguiranno per tutta la sua vita - accompagnate, peraltro, da frequenti assalti demoniaci. Una visione divina del 1627 le preannuncia che sta per essere eletta badessa, all'età di soli venticinque anni - cosa che puntualmente avviene - e la esorta a scrivere la vita della Madonna. Lei esita per dieci anni; nel 1637, finalmente, adempie alla richiesta e scrive La Ciudad de Dios.  Ma intanto l'Inquisizione comincia a tenerla d'occhio: ascolta vari testimonianze fin dal 1635, e nel 1650 decide d'interrogarla direttamente. Maria convince pienamente i suoi esaminatori che, dopo lunghe ore di audizioni, la prosciolgono da ogni sospetto; il suo libro, però, era stato dato alle fiamme per l'intervento del suo confessore temporaneo, non altrettanto convinto della provenienza divina delle sue visioni. Ma, dopo il processo, il suo nuovo confessore la incoraggia a riscriverlo e a raccontare inoltre la sua vita e le sue esperienze mistiche. L'opera è terminata nel 1660 e approvata dall'Inquisizione sei anni dopo. Ancora una volta, però, non tutti lo ritengono un libro ispirato: si pronunciano a favore le università di Salamanca, Alcalà, Tolosa e Lovanio, mentre quella di Parigi, la celebre Sorbona, è contraria, e anche i pareri dei teologi interpellati appaiono divisi. Tanto divisi che la causa di beatificazione di Maria, introdotta nel 1672, s'interrompe proprio a a causa delle contrastanti valutazioni del suo libro. Oggi, sulla scorta degli studi biblici più avanzati, possiamo affermnare con certezza che non tutta l'opera è ispirata, poiché contiene svariati errori storici,  geografici e cronologici relativi alle condizioni della Palestina ai tempi di Gesù; altra questione è il valore teologico e morale del libro. Maria de Agreda muore nel suo convento il 24 maggio del 1665, giorno di Pentecoste, in fama di santità, e il suo corpo viene trovato incorrotto nel corso di quattordici riconoscimenti ufficiali, l'ultimo dei quali il 20 maggio del 1989. Ora esso è stato posto nella chiesa della Concezione di Agreda, ed esposto alla devozione dei fedeli.

Tornando alle apparizioni del Texas, sono molti gli elementi che rendono testimonianza alla realtà del fenomeno, ma ve n'è almeno uno che ne rende difficile una interpretazione. A differenza di altri casi di bilocazione, qui vi sarebbe una prova "materiale" delle apparizioni di Maria de Agreda: dei rosari che ella teneva in mano quando entrava in estasi e che poi, rientrata nel convento, non aveva più con sé. Anche l'episodio della folla di Indiani da lei raccolta in file ordinate "con le sue mani" farebbe pensare a un fatto fisico, sebbene gli Xumanas, guardandosi attorno per vedere chi li avviasse, non scorgessero alcuno. Non solo. La badessa di Agreda era convinta di essere stata veramente nel Nuovo Mondo per più di mezzo migliaio di volte, descriveva con  precisione luoghi e persone e perfino le cose viste "durante" il viaggio dalla Spagna al Texas: una distanza di circa 10.000 chilometri. Il dettaglio ei rosari, se vero, farebbe pensare a dei viaggi fisici effettuati con il corpo e non a delle "semplici" apparizioni, ossia a bilocazioni del cosiddetto corpo astrale. Degno di nota è anche il fatto che, durante le sue "missioni" fra gli Xumanas del Nord America (ove ella non si recò mai nella sua vita, almeno con mezzi "normali") era altrettanto capace di visualizzare tutto quanto avveniva nel convento di Agreda. Sappiamo che anche san Paolo, nel tentativo di descrivere una sua sconvolgente esperienza mistica, scrisse che non era in grado di precisare se fosse salito al cospetto del Signore con il proprio corpo fisico, o soltanto in ispirito. "Conosco un credente che quattordici anni or sono fu portato fino al terzo cielo; io non so se egli vu fu portato fisicamente o solo in ispirito; Dio solo lo sa. So che quell'uomo fu portato fino al paradiso; se lo fu fisicamente o solo in ispirito - lo ripeto - io non lo so: Dio solo lo sa. Lassù udì parole sublimi che per un uomo è impossibile ripetere. (II Corinzi, 12, 2-4).

Davvero, bisogna concludere con l' Amleto di Shakesperare che "vi sono più cose fra la terra e il cielo di quante possa sognarne tutta la nostra filosofia".

 

NOTA BIBLIOGRAFICA

 

GAMBA, Marino, Apparizioni mariane nel corso di due millenni, Udine, Ediz. Il Segno, 1999; MARTINETTI, Giovanni, Le prove dell'Aldilà, Milano, Rizzoli, 1990;

MESSORI, Vittorio, La Signora in blu che convertì i pellerossa, in Corriere della Sera del 5 aprile 2003;

TINIVELLA, Felicissimo, voce Agreda, Maria de, in Enciclopedia Cattolica, vol. 1, pp.570-71 (che contiene una ricca bibliografia).