Se l'uomo diventasse immortale non avrebbe più senso la vita
di Massimo Fini - 15/03/2008

L'uomo della società preilluminista, preindustriale, agricola, sapeva bene, attraverso la conoscenza del ciclo seme-pianta-seme, che la morte non è solo la conclusione inevitabile della vita, ma è la 'precondizione' della vita. Senza la morte non ci sarebbe nemmeno la vita.
Certo, l'uomo non è una pianta. Per lui le cose non sono così semplici. E' un animale tragico perchè è la sola creatura ad essere lucidamente consapevole della propria esistenza e della sua ineluttabile conclusione. E questo è un boccone amarissimo da mandar giù. D'altro canto se non può accettare serenamente la propria morte non può nemmeno concepire l'immortalità. Tanto il finito che l'infinito, sia nel tempo che nello spazio, sono fuori dalla sua possibilità di comprensione, concettuale ed emotiva. Per questo, attraverso le religioni, ha ipotizzato un'immortalità metafisica (che è il discorso che faceva Ratzinger a quei ragazzi), ma non ha mai pensato, se non nella letteratura di fantascienza, alla possibilità di un'immortalità fisica.
Ci voleva la dabbenaggine della scienza moderna per arrivare a questo.
Del resto è da tempo che la Scienza, allontanandosi dalla conoscenza pura in favore delle sue applicazioni e del suo braccio armato, la Tecnologia, ha smesso di farsi domande. Si è risolta in un puro agire. Se può fare una cosa la fa, punto e basta, senza porsi ulteriori interrogativi. E questo, lasciando pur perdere le follie deliranti sull'immortalità, vale anche per quell'imperativo categorico dei tempi moderni che è l'allungamento a tutti i costi della vita. Ma se questo allungamento abbia davvero un senso, e quale, la Scienza non se lo chiede. Già nei primi anni del '900, in quel suo straordinario saggio intitolato 'La scienza come professione', Max Weber scriveva: "Il 'presupposto' generale della medicina moderna è che sia considerato positivo, unicamente in quanto tale, il compito della conservazione della vita...La scienza medica non si pone la domanda se e quando la vita valga la pena di essere vissuta. Tutte le scienze naturali danno una risposta a questa domanda: che cosa dobbiamo fare se vogliamo dominare 'tecnicamente' la vita? Ma se vogliamo e dobbiamo dominarla tecnicamente, e se ciò, in definitiva, abbia veramente un significato, esse lo lasciano del tutto in sospeso oppure lo presuppongono per i loro fini". Purtroppo i Max Weber non ci sono più. Oggi siamo in mano ai Don Verzè.