Il clima minaccia la sicurezza europea
di Gabriele Bindi - 28/03/2008

I cambiamenti climatici sono considerati dall'Unione Europea fattori che mettono a rischio la sicurezza dei cittadini al pari del terrorismo, delle armi di distruzione di massa, o della criminalità organizzata. Se fino a ieri si trattava di una questione confinata all'interno dei ministeri dell'Ambiente e dell'Energia, adesso devono occuparsi della questione anche i Ministeri dell'Economia e della Difesa.
Già oggi a causa del surriscaldamento climatico e della desertificazione in Africa ci sarebbero 15 milioni di rifugiati "ambientali", alla ricerca di acqua potabile, che lentamente bussano alle porte dell'Ue. Nel 2020, secondo il nuovo documento elaborato dalla Commissione Europea, il numero è destinato a salire a 50 milioni.
"I rischi dei cambiamenti climatici sono reali. Le conseguenze più drammatiche si vedranno nei prossimi anni e sono destinate a colpire anche l'Europa, non solo nella distruzione degli ambienti naturali, ma anche nel settore economico e sociale". Questo è quanto si può leggere nel documento che attesta la nuova dottrina sulla sicurezza dell'Unione Europea.
I cambiamenti climatici esercitano la funzione di "moltiplicatori" rispetto al potenziale di minaccia presente, dal momento che accresceranno le tensioni e i conflitti esistenti. Il documento dell'UE non esclude lo sviluppo di conflitti per l'approvigionamento delle risorse, in particolare per mancanza d'acqua, scarsità di fonti fossili, desertificazione ed erosione dei terreni agricoli.
In particolare saranno colpite l'Africa, il Sud Est Asiatico, il Medio Oriente e l'America Latina. I focolai di conflitto e le instabilità potrebbero dunque divampare e contagiare altre regioni limitrofe. Si prospettano conflitti armati e conflitti diplomatici tra potenze come la Russia e l'Unione Europea.
Le strategie per la produzione di energia da fonti rinnovabili diventa dunque il tema centrale nella politica del XXI secolo. Nel documento di sintesi l'Ue auspica un veloce accrescimento nell'utilizzo di energie rinnovabili ed una seria politica per l'efficienza ed il risparmio energetico.
Fonte: www.natur.de
Già oggi a causa del surriscaldamento climatico e della desertificazione in Africa ci sarebbero 15 milioni di rifugiati "ambientali", alla ricerca di acqua potabile, che lentamente bussano alle porte dell'Ue. Nel 2020, secondo il nuovo documento elaborato dalla Commissione Europea, il numero è destinato a salire a 50 milioni.
"I rischi dei cambiamenti climatici sono reali. Le conseguenze più drammatiche si vedranno nei prossimi anni e sono destinate a colpire anche l'Europa, non solo nella distruzione degli ambienti naturali, ma anche nel settore economico e sociale". Questo è quanto si può leggere nel documento che attesta la nuova dottrina sulla sicurezza dell'Unione Europea.
I cambiamenti climatici esercitano la funzione di "moltiplicatori" rispetto al potenziale di minaccia presente, dal momento che accresceranno le tensioni e i conflitti esistenti. Il documento dell'UE non esclude lo sviluppo di conflitti per l'approvigionamento delle risorse, in particolare per mancanza d'acqua, scarsità di fonti fossili, desertificazione ed erosione dei terreni agricoli.
In particolare saranno colpite l'Africa, il Sud Est Asiatico, il Medio Oriente e l'America Latina. I focolai di conflitto e le instabilità potrebbero dunque divampare e contagiare altre regioni limitrofe. Si prospettano conflitti armati e conflitti diplomatici tra potenze come la Russia e l'Unione Europea.
Le strategie per la produzione di energia da fonti rinnovabili diventa dunque il tema centrale nella politica del XXI secolo. Nel documento di sintesi l'Ue auspica un veloce accrescimento nell'utilizzo di energie rinnovabili ed una seria politica per l'efficienza ed il risparmio energetico.
Fonte: www.natur.de