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Le pratiche tantriche per unirsi con l'Assoluto

di Nadia Sussetto - 17/09/2005

Fonte: Rinascita


Il libro che recensiamo questa settimana, dal titolo “ Il tantrismo- Il gioco della Dea” (pagg.126 Euro 6,50) è delle Edizioni Xenia e può essere un utile complemento alla conoscenza della religione indù, così impregnata di sacralità da necessitare un notevole sforzo per noi occidentali che non siamo assolutamente abituati a considerare l’universo come luogo in cui il sacro si manifesta continuamente, come invece avviene per il suolo indiano.
In particolare la montagna, elemento maschile, è considerato ricettacolo del sacro, simbolo cosmogonico ed ambiente iniziatico al tempo stesso, in quanto “dimora delle nevi” da cui nascono i fiumi, elemento femminile, che fecondano la terra.
Uno degli elementi centrali del tantrismo (che in sanscrito significa “estensione salvifica di coscienza”) è quello di trasformare corpo e mente per estendere la coscienza oltre i normali limiti delle potenzialità umane; elevarsi quindi al di sopra delle costrizioni, dei limiti ai quali siamo quotidianamente sottoposti, che imprigionano sempre più in profondità l’essenza divina che alberga nell’uomo. L’essere umano partecipa ad una duplice natura che da un lato lo incatena al mondo e dall’altro lo proietta verso l’Assoluto: è una continua lotta tra sacro e profano, tra il finito e l’eterno, l’immanente ed il trascendente, spetta all’uomo decidere, secondo la maggioranza delle scuole di pensiero indiane, decidere per un cammino di discesa o di elevazione.
Dunque è l’essere umano il vero protagonista del dramma cosmico perché è lui a causare, con il suo barman, l’occultarsi o il rivelarsi del Divino. La civiltà indù consiglia alcune vie per liberarsi dal ciclo continuo delle rinascite, che oltre alla liturgia ed il sacrificio, prevede una ferrea disciplina che insegni all’uomo a distaccarsi dalle cose materiali e focalizzarsi sul trascendente.
Lo Yoga ed in particolare l’Hathayoga, è un complesso sistema di tecniche psicofisiche volte al dominio della mente e del corpo per recuperare la coscienza cosmica latente in ogni essere umano, con il risveglio della Kundalini, l’energia primordiale visualizzata sotto l’aspetto di una dea-serpente attorcigliata su se stessa e dormiente alla base della colonna vertebrale. Una volta destata verrà fatta ascendere, con opportune tecniche psicofisiche, fino alla sommità del capo per potersi congiungere con l’Assoluto (Shiva) che ivi dimora.
È inoltre interessante scoprire come agli albori della preistoria la società sembra essere stata strutturata in modo patriarcale ed in essa il ruolo dell’uomo nella procreazione era sconosciuto, per cui la fecondità veniva considerata una dote essenzialmente femminile, associata alla fertilità della terra.
La donna era quindi vista con un alone di sacralità, come immagine terrena della Dea Madre generatrice di ogni forma di vita.
Il linguaggio iconografico simbolico tantrico viene espresso per lo più con le figure femminili, proprio in nome di questo antichissimo collegamento con la vera ed essenziale fonte della vita: il femminile.
In questo contesto è importante precisare che l’iconografia erotica, uno degli aspetti più eclatanti e spesso fraintesi del Tantrismo, non è un invito all’abuso della sessualità, ma un avvertimento a viverla in una dimensione sacra in cui l’amplesso sia finalizzato alla realizzazione dello stato divino di estasi che gli antichi greci chiamarono Eros, il motore dell’universo.
Un libro molto esauriente per apprendere i primi rudimenti di questa filosofia di vita, così diversa da quelle a cui siamo abituati a misurarci, ma proprio per questo motivo, degna di essere meglio conosciuta, in un periodo in cui sinora un aumentato interesse verso tutto ciò che è orientale.
In vendita nelle migliori librerie.