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L'arrembaggio di ladri e furbastri

di Giorgio Bocca - 24/01/2006

Fonte: espressonline.it

 

I misteri della morale, del credito, dei rapporti fra personale e pubblico si infittiscono e tutti portano il segno del berlusconismo

Si può cominciare dalle consulenze. Che cosa sono? Sono un sistema per coprire le corruzioni, i furti più giganteschi. Si scopre che la famiglia Rovelli ha versato miliardi ad alcuni avvocati corruttori di giudici. La magistratura li interroga, cadono dalle nuvole: ma quei miliardi ci erano dovuti per consulenze. Per fare il mestiere di avvocati? Decine di miliardi per dare un consiglio? Esattamente, scusateci se vi abbiamo importunato.
I soldi dei clienti delle banche sono a disposizione degli amministratori: li trasferiscono sui loro conti all'estero, incamerano quelli dei defunti, li passano ai loro compagni di cordata, Fiorani finanzia Consorte che è socio di Ricucci e amico di Statuto.
E la magistratura? Interroga per delle ore gli arrestati. Il giudice Greco, che ha una casa a Courmayeur e ha la passione dello sci, deve rinunciarci, deve stare a Milano nel tetro palazzo di giustizia per scrivere migliaia di pagine di interrogatori, proprio come hanno fatto i giudici degli scandali Parmalat o Cirio in attesa che i grandi ladri prima vengano mandati agli arresti domiciliari e poi assolti fra il giubilo e lo sdegnato risentimento dei garantisti che li hanno difesi.
E tutti gli altri? Gli ufficiali della Guardia di finanza che fanno il doppio gioco, i politici di destra e di sinistra che approvano e favorivano le scalate? Discutono, scrivono articoli, dibattono in televisione sui 'poteri forti' che vogliono sottomettere i politici per uno dei loro complotti che trovano d'accordo Cirino Pomicino e il presidente emerito Cossiga.
Nessuno, salvo Galli della Loggia o Panebianco, può pretendere di capire chi mai siano questi poteri forti e cosa mai vogliono ancora visto che sono già padroni di tutto: delle banche come dei giornali, della giustizia come dei carabinieri.
Si chiedeva sulla 'Stampa' la Barbara Spinelli che cosa mai sia questa democrazia in cui i diritti umani vengono tranquillamente violati, le leggi disattese, i prepotenti rispettati, i deboli presi a calci. La risposta è semplice. È una cosa morta o moribonda, una apparenza in un periodo barbarico.
L'onorevole Loiero, governatore della Calabria, si è rivolto direttamente ai mafiosi della sua regione per dirgli che non gli conviene ucciderlo, gli conviene convivere con lo Stato debole e con la polizia corrotta e fare affari in tranquillità. I governanti non si rendono più conto di quel che dicono. Il ministro Lunardi ha esortato a tener conto che la malavita organizzata è un potere stabile nella nostra repubblica.
I competenti portano a esempio la democrazia americana che gli affari li ha sempre fatti, basta dichiararli non è vero?
La trasparenza signori, la trasparenza della Halliburton in Iraq. Ma diciamocelo che cosa è oggi questa democrazia italiana? Un governo che ha fatto decine di leggi ad personam, cioè mirate a salvare dalla galera i furfanti e pregiudicati che siedono in Parlamento e che notoriamente sono complici delle varie onorate società mafiose; alcuni servizi dello Stato che sopravvivono a stento alla marea del crimine che sale, alla voglia generale travolgente di rubare, sicché gli onesti passano per inetti, si sentono inetti, sentono di vivere in un paese che non è più il loro, degli onesti, delle leggi, ma una accozzaglia di ladri e di furbastri.