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Terza Posizione: l'extraparlamentarismo di destra

di Manuel Zanarini - 10/06/2008

 

“Fuori dai partiti, oltre gli schemi, contro il potere” (copertina rivista Terza Posizione)

 

 

 

La storia di Terza Posizione (TP) comincia a Roma nel Febbraio 1976, quando viene fondata Lotta Studentesca. I primi protagonisti sono 3 giovanissimi ragazzi: Roberto Fiore, 17enne, Giuseppe Dimitri, 20enne, e Gabriele Adinolfi, 22enne.

Adinolfi militava nelle formazioni autonome del quartiere Trieste, poi aveva fatto un’apparizione in Avanguardia Nazionale(AN) nel coordinamento studentesco nato a Valle Giulia.

Anche Dimitri si era avvicinato ad Avanguardia Nazionale, ma ormai era già disciolta, quindi militava in vari gruppi dell’EUR.

Fiore invece proveniva da Ordine Nuovo (ON), ma anche questo gruppo ormai era sciolto, era molto attivo a livello studentesco, tanto che a 14 anni venne sprangato alla testa da un commando comunista.

Come abbiamo visto, in quegli anni le due grandi organizzazioni dell’estrema destra, AN e ON, erano state sciolte, così i tre, insieme al 28enne Walter Spedicato, si cominciano ad incontrare presso la libreria di quest’ultimo, la Libreria Romana, e decidono di dar vita ad un proprio gruppo, fortemente radicato nelle scuole, Lotta Studentesca appunto.

 A questo primo nucleo, si aggiungeranno altre figure importanti: Enzo Piso, che si occuperà di studiare gli aspetti tradizionali; Giancarlo Laganà, che si occuperà di formare la Legione, il “servizio d’ordine”, attraverso esercizi fisici a Villa Ada ed estenuanti marce in alta montagna; Roberto Nistri, che in seguito diverrà uno dei capi dei NAR; Nanni De Angelis, che oltre a rappresentare l’anima ambientalista del gruppo sarà una figura chiave nei numerosi scontri di piazza che sosterrà TP.

Nel frattempo, nel 1973, Almirante scelse di scendere a patti con la DC di Fanfani, dopo la scelta del 1968 di inviare i Volontari Nazionale a sgomberare l’università cancellando la “destra” dalla rivolta generazionale in corso. Infatti, nel tentativo di vincere il referendum sul divorzio, accetta di votare la Legge Reale, che consentiva l’uso arbitrario e prolungato del fermo di polizia, cosa che colpirà in particolar modo l’estremismo di destra.

Inoltre, nel 1974 le Brigate Rosse avevano iniziato a sparare.

Tutto questo, creò un certo fermento “a destra” del MSI, così, insieme ad un allargamento di contatti a livello nazionale, Lotta Studentesca si trasforma in Terza Posizione, diventando un vero e proprio movimento politico.

Si formano gruppi in varie zone d’Italia: nel Veneto, in Lombardia (dove Gianfranco Marciano farà radicare il movimento in strati sottoproletari, cose che rappresentava una novità per l’estrema destra), in Lucania(dove si terrà il primo raduno dell’organizzazione). Ma il centro nevralgico sarà sempre Roma.

Il gruppo avrà un forte aspetto “movimentista” e cercherà di radicarsi fortemente nei quartieri. Per far questo si organizza in “Cuib”, termine preso in prestito dall’esperienza del fascismo rumeno, e che indica piccoli gruppi “responsabili” di gestire alcune zone della città.

I rapporti con gli altri gruppi di destra e, in particolar modo, con l’MSI, non saranno mai dei migliori.

Intanto perché TP, deciderà di scendere in piazza sempre da sola e poi perché si presenterà all’esterno sempre in forma estremamente gerarchizzata e poco incline ai compromessi parlamentari.

La prima occasione di scontri di piazza, vedrà il gruppo muoversi ancora come LS, quando a seguito della morte di un genitore di un giovane militante del MSI, che morirà di infarto non sopportando di vedere il figlio aggredito a sprangate da un folto gruppo di comunisti, il movimento organizzerà una manifestazione a Montesacro, che si concluderà con violenti scontri con la celere: una novità per un ambiente che non accettava con lo scontro con le forze dell’ordine.

Oltretutto a chiamare le contro cariche furono proprio i leaders del movimento, Fiore e Adinolfi, cosa incomprensibile per molti gruppi che ritenevano la cosa controproducente.

Anche con il MSI i rapporti furono tesi fin dall’inizio. Rilevante a tal proposito, l’occasione in cui Gianfranco Fini, allora Segretario Nazionale del Fronte della Gioventù, l’organizzazione giovanile del partito, invitò alcuni suoi militanti ad aggredire alcuni giovanissimi militanti di TP che stavano manifestando solidarietà all’On. Saccucci(1), ricevendone però un secco rifiuto.

L’unico ambiente che simpatizzava con TP, era quello legato a Freda, in virtù dell’amicizia e della collaborazione culturale di questi con Spedicato.

Anche a livello di elaborazione politica, TP fu un movimento di rottura nei confronti della destra radicale classica.

Uno dei suoi motti era “Né Fronte Rosso né Reazione”, a significare una perfetta equidistanza dai partiti comunisti, asserviti all’URSS, e dai partiti liberal-conservatori, asserviti agli Stati Uniti, cosa che era fortemente contraria alla linea di Almirante, sempre più preso a costruire la “destra in doppiopetto”, vicina all’Atlantismo e ai servizi segreti occidentali.

Anche nei confronti della politica estera segnerà un grosso distacco, appoggiando i Sandinisti e dissociandosi dalle dittature militari sud-americane.

Lo stesso avvenne nei confronti del Fascismo, verso cui cercò di modernizzarne le idee piuttosto che concentrarsi sul fenomeno storico in sé.

Operativamente, TP agì in modo “rivoluzionario”, più che limitarsi alla testimonianza storica, cercò di partecipare all’impeto rivoluzionario dell’epoca. Questo significò respingere le logiche tipiche dell’estremismo di destra, e impegnarsi in lotte considerate tipicamente di sinistra: occupazione delle scuole; radicamento nei quartieri popolari, esemplare la lotta a fianco dei cittadini della borgata di Palmarola nella costruzione di case abusive; lotte operaie, come nella vicenda Idrocalce del 1977.

Successivamente, TP passò al “controllo del territorio”. Attraverso una continua militanza, e all’uso della forza, intere zone di Roma erano totalmente controllate dal gruppo, in particolare nei quartieri Nord di Roma. Così negli anni tra il ’79 e l’80, TP decise di entrare nei quartieri storicamente rossi della capitale, il che spesso portava a violenti scontri con gli estremisti comunisti, esemplari quelli davanti al liceo Tacito, che videro anche la presenza di alcuni brigatisti armati; a Ponte Milvio; al Quartiere Trionfale, ecc.

E’ un periodo in cui gli scontri e le uccisioni sono all’ordine del giorno, anche se a Terza Posizione non verrà mai imputato alcun caso di omicidio, visto che non adotterà mai armi da fuoco, ma diverrà tipico l’uso del martello.

Nel frattempo emergono sulla scena i NAR della coppia Fiorvanti-Mambro, che invece si dedicheranno all’omicidio come lotta politica. Tra i due movimenti i rapporti saranno piuttosto tesi, tensione che sfocerà nell’omicidio in Sicilia del dirigente di TP Mangiameli ad opera dello stesso Fioravanti, e alle minacce di morte fatte dai NAR a Fiore e Adinolfi.

La storia di TP, e tutto sommato d’Italia, cambierà radicalmente il 2 Agosto 1980, il giorno della bomba alla stazione di Bologna.

Cossiga dichiarerà il giorno stesso che si trattava di “strage fascista” e la Magistratura costruirà il teorema della responsabilità dei NAR e di Terza Posizione, che avrebbero collaborato per portare l’Italia alla dittatura anti-comunista.

Sull’assurdità di tale teorema a questo punto non dovrebbero esserci più dubbi, visto l’odio tra i gue gruppi e le loro battaglie politiche, totalmente opposte al voler imporre una dittatura reazionaria.

Ma siamo in Italia, e il 28 Agosto, la Procura di Bologna emetterà 28 mandati di cattura per la strage, solo 2 ad appartenenti a TP. A breve verranno tutti prosciolti.

Ma ormai la repressione è partita, così i servizi segreti tenteranno di dare credito alla trama facendo ritrovare su un rapido Taranto-Milano dell’esplosivo simile a quello usato a Bologna, che doveva risultare di Giorgio Vale uno dei leader dei NAR con un passato in TP, e due biglietti aerei con nomi fasulli da far risalire a Fiore e Adinolfi. Il tentativo fallirà e degli agenti segreti verranno condannati per questo episodio.

Nonostante ciò, il 23 Settembre scatta un’altra retata contro TP, ma i leaders si danno alla latitanza, prima in Italia e poi all’estero. L’accusa è di associazione sovversiva e banda armata.

Tra i latitanti che restano in Italia, c’è Nanni De Angelis, il quale cade vittima di un’imboscata il 5 Ottobre.

La polizia lo sorprende in compagnia di Ciavardini, un militante dei NAR accusato di aver ucciso un poliziotto, arrestato verrà selvaggiamente picchiato dagli agenti e “fatto suicidare” in cella.

Gli anni 80-81 sono quelli della sopravvivenza in esilio. Il gruppo si è diviso in 2: alcuni sono in Francia, alcuni hanno raggiunto Londra.

Qua la polizia inglese, su richiesta di quella italiana, effettuerà un blitz arrestando Fiore, ma non concederà l’estradizione per aver valutato esclusivamente politico il procedimento in corso in Italia, così lo rilascia.

Nel frattempo la situazione di TP in Italia è difficile, tra arresti e gente che si abbandona alla lotta armata con i NAR, si rischia lo scioglimento. Così Adinolfi e Spedicato rientrano in Italia per cercare di sistemare le cose.

Intanto, una volta arrestati Mambro e Fioravanti, risolvono i dissidi con i NAR, frutto di screzi personali con i loro leaders in carcere. Ma politicamente ormai il “paziente è morto”, così nel Settembre 1982, una riunione plenaria dei quadri dichiara l’autoscioglimento di Terza Posizione e i due leaders tornano all’estero.

Adinolfi verrà arrestato in Austria, ma dopo poco sarà assolto e rilasciato.

Intanto a Londra il gruppo di rifugiati si muove per ricostruire, facendo nascere International Third Position, un movimento con varie filiali europee e che scompaginerà l’estrema destra inglese.

Dal 1984 al 1987 TP subirà tre gradi di giudizio, e agli imputati verrà riconosciuto il reato di associazione sovversiva, ma in “potenza”. Cioè si dice che c’era una struttura nascosta dietro la facciata politica di TP , sconosciuta a quasi tutti i militanti, che potenzialmente poteva essere sovversiva, ma non vengono riscontrati fatti concreti!

Alcuni protagonisti della vicenda sono nel frattempo deceduti: Spedicato per una rara malattia all’aorta e Dimitri in un incidente in moto.

Invece Adinolfi oggi è vicino al movimento delle Occupazioni nno Conformi della Fiamma Tricolore, mentre Fiore è appena diventato Parlamentare Europeo con Forza Nuova, il partito da lui fondato, insieme a Massimo Morsello (ex NAR) fin dai tempi dell’esilio a Londra.