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Jim Morrison: il re lucertola

di Manuel Zanarini - 04/07/2008

 

 

“Sono il Re Lucertola io, posso tutto come Dio” (Jim Morrison)

 

“Se una mattina ti svegli e non c’è il sole, o sei morto, o sei il sole” (Jim Morrison)

 

“Ci sono il noto e l’ignoto, in mezzo ci sono le porte” (Jim Morrison)

 

 

Il 3 Luglio 1971 moriva a Parigi Jim Morrison, vera leggenda del rock insieme ai suoi “The Doors”, ma come per tutti i “miti”, finiva la sua vita terrena e iniziava quella nella mente e nei cuori di milioni di fans in tutto il mondo e per le generazioni a venire. Qualunque idea si abbia su di lui, è innegabile che resti uno dei più grandi miti della cultura contemporanea mondiale, e penso che in un mondo dominato da Britney Spears, Avril Lavigne o Dario Fo, ricordare Jim Morrison sia assolutamente doveroso.

 

Jim Morrison nasce a Melbourne, in Florida, l’8 Dicembre del 1943. Fin da giovanissimo viaggia moltissimo, visto che suo padre è un ammiraglio della marina degli Stati Uniti, cosa che incide molto sulla sua gioventù, dato che è costretto a cambiare continuamente scuola e quindi non riesce mai a farsi veri amici. A soli 4 anni, vive un’esperienza traumatica che secondo lui stesso lo segnerà profondamente. Mentre è in viaggio con la famiglia nel New Mexico, la sua auto transita vicino a un camion carico di Navahos che si era ribaltato, e proprio mentre Jim stava guardando i cadaveri, avverte la sensazione che l’anima di uno di loro, presumibilmente uno sciamano, penetri nel suo corpo, facendolo ad un tempo entrare in contatto con la morte e al medesimo istante con il mondo sciamanico.

 

Maggiore stabilità la trova a San Diego, in California, dove il padre lavora a lungo, visto che vicino si trova una delle più grandi basi militari al mondo della marina statunitense. Lì si iscrive alla Alameda High School, per poi diplomarsi alla Washington Middle School di Alexandria, Virginia, nel 1961.

Ma il passo decisivo nella sua vita, sarà il ritorno in California, nello specifico a Los Angeles, della sua intera famiglia. Qui si iscrive alla università UCLA, al corso di cinema, con l’ambizione di diventare regista, ma soprattutto entra in contatto col mondo “beatnik” che sta nascendo nella costa Ovest degli Stati Uniti, formandosi sugli autori maledetti come Kerouac, Ginsberg, Ferlinghetti, William Balke, ecc. La sua carriera universitaria durerà poco, visto che il suo primo corto, pieno di visioni allucinate (da scene di nudo a parate naziste), non verrà capito né dagli altri studenti né dal professore, così decide di lasciare gli studi.

Trascorre il periodo universitario in una villetta a Venice Beach, dove incontra l’uomo che gli cambierà la vita, Ray Manzarek, anche egli studente e dedito alla poesia e alla musica. Jim aveva iniziato a scrivere moltissime poesie, e dal loro confronto nasce l’idea di formare un gruppo musicale, per cantarle al pubblico. Viene scelto come nome “The Doors” (Le Porte), prendendo spunto da un verso di William Blake: “ if the doors of perceptions were cleansed, everything would appear to men as truly it is; infinite” (“se le porte della percezione fossero aperte, tutto apparirebbe all’uomo per come è; infinito”). Le droghe, in particolar modo gli allucinogeni come lo LSD, vengono abbondantemente usate, come nella tradizione sciamanica, soprattutto per cercare di superare quelle “porte”, e daranno come risultati le visioni psichedeliche tipiche dei testi e degli accordi dei “Doors”.

Le prime apparizioni del gruppo vedono un Morrison quasi intimorito dal pubblico, tanto da cantare con le spalle rivolte alla platea. Iniziano ad esibirsi nel piccolo “London Fog” sul Sinset Boulevard, ma visto l’enorme successo, verranno presto ingaggiati dal famoso “Whiskey a go-go”, locale “cult” della scena underground losangelina.

 

Nel 1966, vengono scritturati dalla “Elektra” e nel Gennaio 1967 esce il loro primo album: “The Doors”. Il disco contiene brani leggendari come “Break on through”, “The end” e “Light my fire”. Esce il lato carismatico e sensuale della personalità di Morrison, mentre i lunghissimi assoli musicali con l’uso insistito della tastiera elettrica diverranno un esempio per molte altre band. Ma soprattutto, i “Doors” rappresentano il “lato oscuro” della “beat generation”. Mentre si diffonde il “Peace & Love” dei figli dei fiori, Morrison e compagni cantano di morte, di visioni psichedeliche, di riti sessuali, di temi esoterici, ecc.

Come detto, la droga e l’alcool fanno parte del lato “artistica” della vita di Morrison, soprattutto delle sue performances live. Famosi i concerti di New Haven e di Colonia, con la polizia che sale sul palco, blocca il concerto e l’arresto per oscenità, in quanto mostrava i genitali alla platea.

La produzione artistica invece continua ad essere strepitosa: “Strange days” (1967), “Waiting for the sun” (1968); “The soft parade” (1969). A questo punto il successo dei “Doors” è enorme, tanto da essere inserite tra gli invitati del concerto di Woodstock (15-16-17 Agosto 1969). Peccato, che pochi mesi prima, nel Marzo del ’69, i “Doors” tennero un concerto a Miami. O almeno ci provarono, visto che appena arrivato sul palco, Morrison, completamente “fatto” di droghe e alcool, racconta di aver avuto un diverbio con la polizia, di aver avuto un rapporto sessuale con Hitler dietro le quinte ed infine inizia a masturbarsi davanti alla folla in visibilio. Ovviamente la polizia interrompe lo show, arresta Morrison, che verrà messo in libertà solo dietro cauzione. Il fatto “sconvolge” i “rivoluzionari” di Woodstock, ben altra cosa rispetto al festival rivoluzionario di cui parla la vulgata, tanto che i “Doors” verranno estromessi dalla kermesse.

Nel frattempo, Morrison era diventato un icona del sesso ed entrò in contatto anche con Andy Warhol e la sua “factory”.

 

A questo punto il clima all’interno del gruppo si fa teso: da una parte gli altri componenti della band che invitano Morrison a calmarsi e vogliono seguire la scia dei dollari (tanto che cederanno i diritti di “Light my fire” per farne un gingle pubblicitario) e dall’altra Morrison che vuole vivere il mito di poeta-rocker maledetto.

Così, Jim e la sua compagna si trasferiscono a Parigi, dove comincerà a seguire la “via del blues”, anche se le sue condizioni psico-fisiche sono veramente devastate. Del periodo parigino sono i dischi “Morrison hotel”, che comprende l’indimenticabile “Roadhouse blues” (1970) e “L.A. woman” (1971), oltre all’ indimenticabile singolo “Riders on the storm” (1971).

Come detto, ormai le droghe, l’alcool e la vita oltre ogni limite, avevano segnato il fisico di Morrison.

Il 3 Luglio 1971, Jim Morrison viene trovato senza vita nella vasca da bagno del suo appartamento in 7,Rue Beautrellis a Parigi. Eviterò di riportare le innumerevoli discussioni sull’accaduto, per rispetto di quello che è in assoluto un mito della musica contemporanea!!!

 

Nel 1991, Oliver Stone ha girato il film “The Doors” con Val Kilmer e Meg Ryan. L’opera è stata molto contestata da una parte dei fans di Morrison e dagli altri membri della band, in particolar modo da Ray Mazarek, in quanto il film esalterebbe gli aspetti esoterici di Morrison, con pesanti richiami alla filosofia di Nietzsche, tanto che secondo il tastierista, ne uscirebbe come un fascista.

Penso che ognuno dovrebbe vedere il film e farsi una propria opinione, ma penso sia giusto sottolineare come nel tempo, Morrison abbia vissuto lo stesso fenomeno di Che Guevara. Sono diventate icone del mondo “fate l’amore non fate la guerra”, che vende mogliettine e gadgets di ogni sorta, quindi tutti gli aspetti che non rientrano in questo quadretto idilliaco vengono “eliminati”. Fortunatamente, le opere di Morrison sono lì e parlano da sole.