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Israele potrebbe rilasciare Barghouti e alcuni deputati di Hamas in cambio di Shalit

di Naoki Tomasini - 22/07/2008

Ora che lo scambio di prigionieri tra Israele e Hezbollah è concluso, l'attenzione del governo di Ehud Olmert si concentra sull'altro militare progioniero, il caporale Gilad Shalit, catturato al confine della Striscia di Gaza nel giugno 2006. Ancora non c'è accordo preciso su quanti e quali prigionieri palestinesi dovranno essere rilasciati in cambio del soldato: alcune centinaia, forse mille. A sorpresa però, secondo indiscrezioni, Israele sarebbe disposto a includere nella lista anche il nome di Marwan Barghouti.

Ismail HaniyehA riportare la notizia è il quotidiano degli Emirati Arabi Uniti Al Bayan. Barghouti, quarantanovenne alto esponente di Fatah, sconta cinque ergastoli in un carcere israeliano per l'uccisione di civili e militari israeliani all'inizio della seconda intifada. Israele aveva sempre escluso la possibilità di rilasciare detenuti “con le mani insanguinate”, tuttavia, la liberazione del leader di Fatah, che ha la reputazione di essere un politico di grande spessore, potrebbe restituire sostegno popolare all'Autorità Palestinese e introdurre nell'arena politica una potenziale alternativa ad Abu Mazen e Salam Fayyad. Al Bayan sostiene che la nuova lista israeliana comprenderebbe 300 nomi, tra cui anche quelli di alcuni deputati di Hamas, come Ibrahim Hamad e Hassan Salame Abdullah Barghouti. Secondo la fonte, le autorità israeliane avrebbero escluso la possibilità di rilasciare il capo del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina, Ahmad Sadat. Al Bayan cita alcune fonti egiziane, che sarebbero bene informate proprio perché è al Cairo che avviene la mediazione tra Israele e Hamas. Le stesse, però, si dicono preoccupate che l'accordo possa essere boicottato da più parti.

Miliziani di HamasSecondo l'ex presidente Usa Jimmy Carter, Hamas vedrebbe con favore il rilascio dei suoi deputati, molti dei quali sono stati arrestati negli ultimi due anni dalle forze israeliane. La mossa potrebbe velocizzare le trattative per il rilascio di Shalit, lo sostiene anche il leader dello Shas, il partito ultraortodosso israeliano. D'altro canto, però, la campagna di pressione per delegittimare il ruolo politico di Hamas, che controlla la Striscia di Gaza da oltre un anno, non si ferma. Lunedì all'alba reparti dell'esercito israeliano sono entrati a Nablus, in Cisgiordania, e hanno arrestato 20 sospetti attivisti del gruppo islamico, tra i quali anche la parlamentare di Hamas Muna Mansour. La donna già un anno fa denunciava la campagna di arresti ai danni degli attivisti di Hamas. Accusava Israele, ma anche il governo di Abu Mazen per la rimozione dei funzionari di governo legati al partito islamico.

L'accordo raggiunto fin'ora prevede inizialmente il rilascio di alcune decine di prigionieri palestinesi, tra cui anche i parlamentari e i ministri di Hamas arrestati. In cambio Shalit verrà trasferito in Egitto, dove potrà incontrare la famiglia. Seguirà la scarcerazione di altri detenuti - Hamas chiede il rilascio di tutte le donne e i bambini prigionieri - e infine la liberazione del caporale israeliano. “Non c'è nulla di nuovo su Shalit” ha detto lunedì alla stampa il leader di Hamas, Ismail Haniyeh, ma, al di là della sua cautela, è chiaro che i tempi si stringono e le trattative sono ferventi. Ci tiene molto Olmert, che cerca di portare a casa risultati positivi mentre si moltiplicano i suoi guai giudiziari, e anche il ministro della Difesa Ehud Barak, che lunedì ha ricordato come sia “importante sfruttare la tregua per spingere verso un accordo per Shalit”. Il cessate il fuoco iniziato tra Hamas e Israele lo scorso 24 giugno regge ancora, nonostante la caccia agli uomini del partito islamico in Cisgiordania non si sia fermata. Secondo fonti diplomatiche citate da Adn Kronos però, in questo momento Hamas sarebbe più interessato a trattenere Shalit come garanzia per il mantenimento della tregua.